E’ in settimo appuntamento di avvicinamento al 14 festival nazionale: turismo sostenibile ed esponenziale,l’incontro tra il passato ed il futuro per riscoprire la tradizione e tramandarla alle nuove generazioni
Pescocostanzo 17 giugno- Nel settimo evento di avvicinamento al 14o Festival Nazionale dei Borghi più belli d’Italia, in programma domani, sabato 18 giugno, l’Associazione “I Borghi più Belli d’Italia in Abruzzo e Molise”percorrerà l’antica “via degli Abruzzi”, per fermarsi alle pendici del Monte Calvario, nell’antico borgo di Pescocostanzo.
Luogo ben noto per le sue caratteristiche geografiche, che lo rendono meta di villeggiatura durante tutto l’anno, Pescocostanzo mostra ai tanti visitatori tutta la sua storia attraverso l’architettura, i mestieri e le arti apprese e tramandate nel tempo.
Proprio l’architettura sarà il primo elemento ad essere presentato agli ospiti dell’Associazione: la basilica di Santa Maria del colle, nata nel 1466 su un antico nucleo religioso, è il museo della storia dell’arte pescolana, poiché racchiude in sé una considerevole varietà di forme, arredi, materiali e strutture che nel tempo hanno impreziosito l’edificio.
Nella passeggiata lungo le vie del borgo si visiteranno le botteghe artigiane, simbolo dell’economia tradizionale del luogo, che traggono la loro origine proprio nello scambio commerciale che la “via degli Abruzzi” favorì a partire dal medioevo. Molti maestri artigiani lombardi, infatti, allettati dalla grande richiesta e dal fervore socioeconomico della zona, decisero di trasferirsi in questi territori. Ne derivò lo sviluppo di un artigianato di alto livello, che si perfezionò nella lavorazione del ferro battuto, dell’oro con la filigrana e dei merletti a tombolo.
Nel museo del tombolo si avrà la possibilità di vedere da vicino la maestria delle ricamatrici, che davano e ancora danno forma a meravigliosi disegni con intrecci laboriosi e pazienti. Ogni giro rappresenta un intreccio di antico e moderno, che è il filo conduttore dell’evento a Pescocostanzo.
Utilizzare le caratteristiche uniche dei borghi, sociali, culturali e tradizionali per andare oltre la tecnologia, significa poter riscoprire il passato e indirizzarlo verso una nuova forma di comunicazione, che vuole riappropriarsi dell’interazione e della socialità.
Altra eccellenza del luogo è la produzione casearia, che si degusterà presso il giardino di Palazzo Fanzago, prima di prendere parte, presso l’Auditorium San Nicola, al convegno “Intrecciare, plasmare, gustare, vedere…vivere. La tradizione come ponte verso un futuro dinamico, attraverso il presente reale”.
L’incontro, al quale parteciperanno come ospiti d’onore l’On.le Serena Pellegrino, già parlamentare e vicepresidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati e Stefano Cianciotta, Presidente di Abruzzo Sviluppo SpA, tratterà proprio il tema del necessario legame tra antico e moderno, inteso come punto di partenza per costruire un nuovo turismo. Interverranno Cinzia D’Altorio, Dirigente scolastico presso IIS Patini Liberatore di Castel di Sangro,Raffaele Spadano antropologo dell’Università degli Studi di Torino, Domenico Ranallo artigiano del legno, Enrico Donatelli, artigiano del ferro battuto, Mattia Sciullo, artigiano dell’oro.
Dopo un lungo periodo di staticità legato all’ emergenza sanitaria – afferma Antonio Di Marco, Presidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia in Abruzzo e Molise” – si avverte il bisogno di restituire identità e autenticità a luoghi e collettività. Niente altro più dell’intimità e dell’appartenenza ad una comunità può realizzare questo passaggio sostanziale, che dalla chiusura conduce all’apertura verso il mondo, alla ridefinizione extra-comunitaria del micromondo dei borghi. La bellezza, per essere apprezzata e comunicare il suo messaggio, ha bisogno di essere mostrata e condivisa al di là di ogni confine o limite, perché la piacevole sensazione che trasmette nell’osservarla deve poter essere la forza motrice di una nuova rivoluzione turistica -.
La giornata pescolana si concluderà con la visita al bosco di S. Antonio, una grande faggeta di oltre 550 ettari, da 35 anni importante area naturale protetta.