Non si è fatta attendere la risposta dei Comitati Cittadini per l’ambiente e del Coordinamento No Hub del Gas al documento diffuso nei giorni scorsi in difesa del Presidente Marislio e dopo le polemiche sollevate dall’atteggiamento della Regione in occasione della recente riunione convocata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per acquisire l’intesa sul progetto. Intanto cresce in città e sul territorio il malumore. E’ probabile che parta anche una richiesta di Consiglio regionale straordinario da tenersi proprio in città sulla vicenda mentre anche i sindaci si mobilitano. Ecco il documento
Sulmona, 20 giugno- La sezione sulmonese di Fratelli d’Italia tenta di difendere l’indifendibile presidente della Regione Abruzzo attraverso un comunicato strampalato che dimostra la scarsa, per non dire nulla, conoscenza che ha della materia.
Entrando nel merito, il partito Fratelli d’Italia fa un’affermazione falsa e priva di ogni fondamento giuridico: “Il presidente Marsilio e la Regione Abruzzo non hanno nessun potere decisionale”. Chi conosce il nostro ordinamento giuridico sa bene che, secondo quando detta l’art.117 della Costituzione, l’energia è materia legislativa “concorrente” e ciò significa che il Governo nazionale deve acquisire l’intesa con la Regione.
E la Regione Abruzzo, con la presidenza D’Alfonso, ha negato l’intesa con lo Stato attraverso ben sette delibere di giunta. Questo fatto ha impedito di chiudere il procedimento sette anni fa. Altrimenti l’opera sarebbe già stata autorizzata.
Secondo punto : “L’unico soggetto titolato ad impedire l’esecuzione dell’opera è il Governo, ritenendola strategica…”. Su questo abbiamo già risposto sopra ma soffermiamoci sull’opera ritenuta “strategica”. Nell’ultimo Piano decennale Snam, 2022 – 2031, c’è scritto che la Linea Adriatica (di cui fa parte il metanodotto Sulmona – Foligno) entrerà in esercizio nel 2034. Quale “strategicità”, spiegano nel documento gli ambientalisti,può avere un’opera, che, realisticamente parlando e se tutto va bene, sarà in funzione tra 14 anni? E cioè quando l’Italia, insieme agli altri Paesi europei, dovrà aver ridotto drasticamente l’impiego dei combustibili fossili, tra cui il gas, per rispettare l’impegno della riduzione del 55% delle emissioni di CO2?
Terzo punto : “Il Governo…ha consentito anche di superare le previsioni urbanistiche previste per quella zona”. Quale zona? Qui la confusione che trapela dal comunicato raggiunge il suo picco: si sta parlando del metanodotto Sulmona – Foligno (che non è una zona, ma un tracciato di circa 168 Km.) e non della centrale di compressione. Con il decreto autorizzativo del 7/03/2018, che esplica gli effetti di cui all’articolo 52-quinques, comma 2, del Testo Unico, sono state superate le previsioni urbanistiche per la centrale e non per il metanodotto, che non è stato ancora autorizzato!
Intanto, a Piombino, il sindaco Francesco Ferrari e la sua giunta si oppongono decisamente alla scelta del governo di collocare nel porto della città una nave rigassificatrice della Snam. “Le criticità sono molte e la voce del territorio deve avere un peso, ha dichiarato il sindaco, che ha aggiunto : “un rigassificatore nel nostro porto è un pericolo per la nostra sicurezza nonché un danno economico, sociale, ambientale e turistico per la città”.
C’è solo da aggiungere, concludono gli ambientalisti, che l’amministrazione municipale di Piombino è a trazione centrodestra e il sindaco Ferrari è di Fratelli d’Italia.