Dal celebre testo di Carlo Goldoni una intrigante riscrittura scenica di Claudio Di Scanno
Popoli, 17 agosto– Dopo il grande successo della Prima nazionale al Teatro Cortesi di Sirolo torna a Popoli al Teatro comunale il 23, 24 e 25 Agosto alle ore 21 il nuovo spettacolo della Compagnia Drammateatro “La Locandiera”, la famosissima commedia di Carlo Goldoni portata in scena in una intrigante riscrittura contemporanea del regista Claudio Di Scanno. Un progetto fortemente voluto dal Centro Studi Drammaturgici Internazionali “Franco Enriquez” di Sirolo che ha inteso così omaggiare la messa in scena de La Locandiera con la regia di Franco Enriquez, protagonista Valeria Moriconi, nell’edizione del 1965 prodotta dal Teatro Stabile di Torino, affidando a Claudio Di Scanno la realizzazione di una edizione contemporanea.
Una scrittura drammaturgica che il regista abruzzese, nomination del Corriere della Sera ai Premi Ubu nel 2009 e più volte Premio Franco Enriquez, orienta verso la ricerca di un corpo centrale del testo di Carlo Goldoni, nel quale innesta alcuni segni biografici estratti dalle Memorie goldoniane di Giorgio Strehler.
Ad interpretare il ruolo della protagonista Mirandolina sarà una brillante Susanna Costaglione e con lei in scena un gruppo affiatato di attori: Fausto Morciano nel ruolo del Cavaliere di Ripafratta, Ivan Marcantoni (Fabrizio), Beatrice Giovani(una Comica, anche il Conte d’Albafiorita), Rebecca Di Renzo (altra Comica, anche il Marchese di Forlimpopoli), Pierluigi Lorusso (il Garzone).
Sulle tracce di una complessità della protagonista del testo, non esauribile nelle categorie critiche e nei luoghi comuni di carattere morale e socio-economici, Mirandolina è forse per Goldoni la risultanza di una intuizione e di una consapevolezza anticipatoria anche sorprendente, fortemente legata alla questione di genere in una epoca, la metà del 1700, connotata da una profonda crisi della borghesia, mirabilmente espressa nel testo di Goldoni da alcuni personaggi, vale a dire il Marchese di Forlimpopoli, il Conte d’Albafiorita e il Cavaliere di Ripafratta, rappresentanti di una nobiltà decadente e ridotta oramai ad essere maschera di se stessa. Da lì a poco Carlo Goldoni, si sarebbe trasferito a Parigi con la moglie Nicoletta Connio, dove avrebbe concluso la sua esistenza sfiorato dalla Rivoluzione Francese, qui colta anche in quella che fu, inaspettatamente tanto attuale, la Dichiarazione di autodeterminazione delle donne.
L’intelligente ed astuta Mirandolina è il prototipo di una donna moderna, a suo modo imprenditrice d’antan ben capace di maturare utili strategie di di fascinazione in un folgorante intreccio seduttivo con il Cavaliere di Ripafratta che rifiuta il genere femminile. Ma Mirandolina è una figura che sa, nella vicenda goldoniana, affermare il proprio diritto alla libertà come strumento basilare della propria autodeterminazione. E forse Goldoni, malato e ridotto a vivere in miseria nella Parigi sconvolta dai moti rivoluzionari, con accanto solo la moglie Nicoletta, sarebbe stato ben felice di immaginare e riconoscere tra le donne della Dichiarazione la sua splendida Locandiera.
Lo spettacolo vive di un montaggio ritmico delle sequenze sceniche in grado di determinare una “drammaturgia di attrazioni” dove gli attori sono chiamati ad agire in una forma di teatro corale e totale, dalla recitazione alla modificazione dello spazio realizzato a vista. Un tourbillon di azioni sintetiche ed efficaci orientati alla restituzione della vicenda goldoniana, sia nei termini del testo sia nei frammenti biografici che vi vengono inclusi, in un particolarissimo “balletto drammaturgico” attraverso il quale emergono, nella simultaneità delle sequenze, sia la dimensione orizzontale e narrativa del testo goldoniano sia la verticalità del senso e della vita di Goldoni, qui colta in un particolare biografico inerente la vicenda della restituzione del sussidio da parte dell’Assemblea Nazionale. Una pensione che, come la storia racconta, giungerà tardi, il giorno stessa della morte in povertà di Carlo Goldoni.
La fase produttiva del progetto La Locandiera si esprime anche attraverso il rapporto di collaborazione tra la Regione Marche e la Regione Abruzzo, tra i Comuni di Sirolo e Popoli. E’ questo un elemento fortemente lungimirante, soprattutto in un’epoca contraddistinta dalla crisi pandemica nonché da quella economica, e che mette in rilievo la capacità di tessere positive relazioni produttive tra enti pubblici e realtà artistiche e culturali di due regioni limitrofe.