Pacentro, 4 settembre- Giornata di emozioni, gioia, tripudio, quella che si è vissuta questa pomeriggio a Pacentro, borgo medioevale dell’Abruzzo ulteriore, per la 572^ corsa degli zingari, la quale torna dopo due anni di pandemia i quali hanno determinato forti restrizioni.
Pubblico come sempre delle grandi occasioni, il quale è giunto in gran numero a Pacentro, per non perdere l’appuntamento con la storia. Madrina dell’evento è stata Manuela Arcuri modella, attrice di teatro, cinema, televisione, la quale è stata accolta dal pubblico con grande entusiasmo.
Presenti Luciano D’Alfonso parlamentare, il Presidente della Provincia di Pescara, Domenico Taglieri Presidente della Fondazione Carispaq, il sindaco di Pacentro Guido Angelilli, il giornalista Rai Osvaldo Bevilacqua, il consigliere regionale Marianna Scoccia, il Presidente dell’Associazione corsa degli zingari Giuseppe De Chellis, Piero Paletta membro del direttivo dell’Associazione e priore della Confraternita della Madonna Di Loreto. A vincere la 572^ edizione è stato l’egiziano Mohamed Yehia Abdelsadek Shalaby il quale, da dodici anni, vive nella città di Sulmona, secondo classificato è stato Massimo Giardini, terzo classificato Leonardo Ultimo.
Ogni prima domenica di settembre, Pacentro rivive questa emozionante, coinvolgente, antica gara podistica. È tradizione che unisce il binomio sacro- profano in un mosaico di storia autorevole. Come sempre molte sono state le testate sia giornalistiche, sia televisive, accreditate e giunte a Pacentro.
Il percorso che i podisti devono compiere ha inizio dal colle denominato Ardingo,per poi entrare in paese e raggiungere il traguardo, il quale è all’interno della chiesa della Madonna di Loreto. La campana della chiesa da il segnale del via nell’emozione ed attesa generali. La corsa degli zingari è stata preceduta da quella degli zingarelli, la quale ha inizio dalla chiesa della Madonna di Loreto, per percorrere le vie principali del centro storico cittadino, tornando nella chiesa luogo del traguardo. Molta l’emozione non soltanto negli occhi dei genitori dei bambini partecipanti. La corsa degli zingari ha radici storiche che rimontano alla notte dei tempi, legando il passato al presente, guardando al futuro. La madrina Manuela Arcuri ha premiato i bambini protagonisti della corsa degli zingarelli e i podisti della corsa degli zingari, Molta l’emozione negli occhi di Manuela Arcuri accolta dal pubblico con grande entusiasmo. I primi tre classificati come tradizione vuole vengono portati a spalla lungo le vie principali dei paese, fra due ali di folla esultante. Le origini della corsa degli zingari sono molteplici, ed hanno sempre appassionato storici e studiosi. Fra le ipotesi più accreditate si evidenzia l’aspetto religioso, il quale è collegato e legato alla traslazione della Santa Casa, militari, per il reclutamento di elementi validi per le truppe di Giacomo Caldora, il quale è stato feudatario medioevale di Pacentro, nonché socio economiche per il riscatto sia sociale, sia economico. Per i Pacentrani, prendere parte e magari vincere la corsa degli zingari, alimenta e rende ancor più salde le radici storiche di appartenenza al borgo secolare di Pacentro.
La corsa degli zingari è patrimonio non soltanto dei pacentrani, dell’Abruzzo, dell’Italia, ma anche del mondo intero. Una ennesima giornata di emozioni, ricordi, coinvolgimenti, passioni, radici storiche che non si sono mai recise. Molti come sempre i pacentrani che sono tornati da ogni parte del mondo, con i loro occhi i quali erano velati dalle lacrime, dall’emozione di essere presenti ancora una volta a Pacentro per la corsa degli zingari. Molti i turisti presenti particolarmente coinvolti. Una storia che si rinnova ogni anno serbando fascino e splendore secolari. La terra d’Abruzzo, è foriera del mosaico di antiche tradizioni, tramandate dalle generazioni con amor proprio popolare. I nostri borghi dell’Abruzzo sono oasi di serenità, cultura, valori dei Nostri Progenitori. Sono la Nostra Identità da preservare, tutelare, prezioso passato splendidamente evocato nella meravigliosa manifestazione d’inesprimibile emozione.
Andrea Pantaleo