Sulmona,7 settembre– Il mio articolo sul quotidiano Il Riformista contiene tutta una serie di ampie osservazioni sulla legge elettorale e su temi di politica generale, all’interno del quale il riferimento ai metodi di indagine usati in Calabria era minimamente incidentale e ironico come tutto il corpo dell’articolo.
Invece di badare all’intero contenuto della mia nota si è voluto scatenare contro di me un vero e proprio linciaggio mediatico facendo leva su toni scandalistici, cercando di farmi passare come un nemico dei magistrati che indagano per mafia e implicitamente fiancheggiatore dei mafiosi e dei criminali.
Sono un avvocato e un socialista, scrivo libri, e chi mi conosce, a Sulmona e in Abruzzo, è ben consapevole della mia storia riformista e garantista.
Nulla contro i magistrati che combattono le mafia e grande apprezzamento per le loro persone e le loro guerre che spero che vincano definitivamente comprese quelle di Gratteri in Calabria.
Ma le regole del processo vanno osservate e la libertà degli innocenti va rispettata.
Arrestare una gran massa di persone che poi risultano estranee ai fatti e alle accuse e vengono successivamente scarcerate non è un metodo che può essere condiviso neanche se viene utilizzato in indagini contro le mafie e neanche se viene utilizzato dal Procuratore che sta indagando in Calabria.
Il garantismo non è una strategia per far ottenere l’impunità ai criminali, ma è un movimento culturale che pretende il rispetto delle regole costituzionali e processuali nell’interesse di tutta la collettività. Come è giusto che sia.
I toni scandalistici usati in questa vicenda da diversi politici abruzzesi sono una evidente strumentalizzazione contro di me e contro la coalizione che mi ospita come candidato, destinata a destabilizzare la campagna elettorale. Ma io non mi fermerò e andrò avanti fino in fondo sino al 25 settembre.
Non mi offende chi dissente dalla mia cultura garantista e rispetto se manifesta il suo dissenso in maniera civile e garbata.
Mi indigna invece chi, facendo leva su toni infuocati e scandalistici, attaccandomi nella mia sfera personale, usa termini come “vergogna” e “aberrante” e riempie i suoi commenti, sui comunicati e sui social, di insinuazioni destinate ad attaccare e intaccare il mio senso dell’etica e della morale.
Un modo di fare politica incivile, una strumentalizzazione creata ad arte da chi, evidentemente, ha ben poco da dire all’elettorato e ben poco da raccontare sull’opera svolta nel precedente mandato come i 5Stelle.
Leggo anche rilievi contro di me da parte di chi, come l’On.D’Alessandro, premette di definirsi garantista, appartiene a un movimento politico nella sua natura garantista e ha un leader che rivendica il suo garantismo specie tutte le volte che viene perseguito.
Il paradosso non ha fondo e spesso sfocia nel ridicolo.
Massimo Carugno