Pratola Peligna,9 settembre– A margine del consiglio straordinario svoltosi il giorno 8 settembre 2022 è opportuno fare alcune considerazioni. Nonostante i numerosi quesiti rivolti da parte dei consiglieri di opposizione Mattia Tedeschi e Lucia Margiotta, prendiamo atto che né il sindaco, né il presidente della Provincia e né il vicesindaco, nonché assessore provinciale con delega all’edilizia scolastica, hanno saputo argomentare risposte sufficientemente chiarificatrici rispetto alle varie problematiche sorte con la vicenda riguardante la chiusura dell’ITI di Pratola Peligna.
Ai ragazzi, alle famiglie e a tutte le persone coinvolte direttamente e indirettamente – sostiene il Pd di Pratola in una nota- non è dato sapere perché, a fronte di una perizia datata marzo 2021, nessuno ha avuto la premura di comunicare pubblicamente la stessa. E perchè da Settembre 2021 a Giugno 2022 i ragazzi dell’ITI hanno continuato ad usare scale, laboratori e palestre nonostante una perizia di vulnerabilità negativa.
Inoltre, non è dato sapere, perché la stessa è stata resa pubblica solo grazie ad un articolo di stampa locale che, per quanto fondamentale all’interno di un ordinamento democratico, non ha niente a che vedere con quella che, invece, dovrebbe essere la comunicazione istituzionale, essenziale al fine del regolare svolgimento della democrazia, nel rispetto dei ruoli assegnati.
Cosa sarebbe accaduto se ad inizio agosto non fosse uscito l’articolo? Cosa sarebbe stato dell’ITI e dei suoi studenti? Domande a cui nessuno ha avvertito la necessità di rispondere.
Rimandiamo con forza al mittente le accuse di “caccia alle streghe”– conclude la nota- in quanto assolutamente infondate. Assegnare le dovute e sacrosante responsabilità in merito ad una vicenda molto poco trasparente fa parte del ruolo dell’amministratore pubblico.
Non solo, esprimiamo forti riserve circa la modalità con cui si svolgono i consigli comunali in cui non è ammesso il “botta e risposta”. Un dibattito dovrebbe prevedere modalità differenti, altrimenti si trasforma in una tribuna politica, in un messaggio autopromozionale o, peggio ancora, in un modo sapiente per buttarla in caciara e sviare dalle domande a cui un amministratore dovrebbe rispondere.