Sulmona, 14 settembre– Dario Franceschini ci crede davvero.”Il vento sta cambiando, la destra e’ arrivata a dieci giorni dal voto con troppa baldanza ma la gente sta iniziando a capire”. Nel grande ufficio a via del Collegio romano, il ministro dei Beni Culturali spiega a “la Repubblica” perche’ e’ cosi’ sicuro di ribaltare un risultato che a molti sembra scritto: “I sondaggi fatti ad agosto non valgono molto. All’inizio e’ salita un’ondata dinuovismo, la stessa che porto’ Salvini al 34 per cento nel 2019 o i Cinque stelle nel 2018 al 33. Questo ‘vento di agosto’ si e’ provvisoriamente collocato sulla falsa novita’di Meloni. Ma, ora che la gente rientra al lavoro, tocca con mano la drammaticita’ dei problemi. Io avverto che sta cambiando il vento: ieri mattina ero in Friuli, nel pomeriggio a Napoli e ho visto una straordinaria mobilitazione. Ci sono tutte le condizioni per fare una rimonta”.
La storia delle elezioni e’ piena di successi annunciati che non si sono verificati. Nel 2013 tocco’ anche al Pd con la ‘non vittoria’ di Bersani: “Nel 2013 c’ero anche io insieme a Pierluigi. Eravamo convinti di avere stravinto, i sondaggi ci davano 10 punti sopra a una settimana dal voto e arrivammo a uno stentato pareggio. Il caro bollette, la guerra in Ucraina, il rischio di un ritorno della pandemia, l’inflazione, fanno capire chiaramente quanto sarebbe stato diverso questo autunno se ci fosse stato un governo in carica guidato da Draghi.Avremmo affrontato le varie urgenze – la legge di bilancio, la rata del Recovery di Dicembre, la riscrittura delle regole europee – con una maggioranza ampia e un governo saldo e nella pienezza dei poteri”.