Sulmona, 16 settembre– Con le elezioni alla porta, la scuola torna ad essere il manifesto oggetto del desiderio di tutti i politici. Le promesse, more solito, sono tante e tali che, spesso, diventano vere e proprie lusinghe. Carlo Frascari, da segretario regionale Snals, lo sa bene e, per questo, mette in guardia quanti potrebbero farsi incantare dal richiamo delle sirene. La riapertura, poi, è un momento di per sé molto delicato perché i problemi vecchi e nuovi di questo settore si ripresentano nella loro dura e cruda realtà
“Lunedì scorso si sono riaperte tutte le aule degli istituti abruzzesi e, come sempre, subito sono apparse evidenti a tutti le criticità vecchie e nuove che affliggono la nostra scuola. Quest’anno l’inizio delle lezioni” comincia Frascari, “cade a poca distanza dalla tornata elettorale per il rinnovo del parlamento e mai, come in questo caso, abbiamo assistito ad un indegno balletto di tutte le forze politiche che si sono sbracciate a lanciare promesse per ottenere il consenso elettorale.
E’ certamente legittimo far presente le proprie posizioni sul futuro di un sistema fondamentale come quello scolastico, ma non si può credere che gli operatori della scuola siano degli sprovveduti e possano credere alle favole, raccontate anche male. Aumenti a tre cifre per gli stipendi, costruzione di scuole moderne e sicure, ridare dignità ai docenti, aumentare gli organici, ridurre il numero degli alunni per classe… e avanti così. Sappiamo tutti”, chiarisce il segretario Snals Abruzzo, che le risorse per tali promesse non ci sono e quindi il 26 settembre torneranno tutti sulla terra.
Nella nostra regione, poi, ci dobbiamo preoccupare di segnalare alla classe politica, che a breve affronterà la campagna elettorale amministrativa, le problematiche più vistose della scuola abruzzese”.
L’accento poi viene posto su una vicenda datata e spinosa che non ha trovato ancora soluzione, nonostante tanti proclami e titoloni sui quotidiani. Il riferimento alla ricostruzione non è affatto casuale.
“La ricostruzione delle scuole distrutte dal terremoto del 2009” aggiunge Frascari, “è in colpevole ritardo e molti alunni torneranno, dopo 13 anni, ancora nei MUSP. L’urgenza è diventata un dramma! A questo si affianca il problema della messa in sicurezza di numerosi istituti regionali che, nonostante i molti fondi arrivati, è ancora lenta e carente”.
Non va dimenticato nemmeno il problema del decremento della popolazione scolastica che impone seriamente un ripensamento del servizio scolastico regionale.
“La popolazione scolastica, più che in altre regioni”, conferma Frascari, “è in forte riduzione (solo del 2022/23 più di 2500 alunni in meno) e questo impone un ripensamento dell’intera rete scolastica regionale, che auspichiamo da anni, per definire un sistema di domanda –offerta efficiente e senza sprechi di risorse, procedendo ad un’analoga ristrutturazione del piano trasporti che agevoli il pendolarismo scolastico, da sempre nodo cruciale in una regione come la nostra.
Sono necessarie risorse degli enti locali da investire sul disagio sociale (ben presente in molte realtà del nostro territorio), per garantire a tutti l’accesso all’istruzione che non è solo fatto dalle lezioni a scuola ma anche dai necessari strumenti di ausilio (non solo materiale) agli studenti.
Vogliamo credere, infine, che si smetta di fare demagogia sulla scuola”, conclude Frascari, “e si passi, velocemente, ai fatti”.