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( primo piano) -Lacrime di Gentilezza

Scritto da redazione

Sulle tracce della bellezza per una (ri)generazione umana 

Sulmona, 13 novembre– Cuore, cervello e polmoni sono vittime dello smog. La continua esposizione alle polveri sottili porta ad ammalarci sempre più. Gli ecosistemi sono al collasso, la qualità della vita è costantemente attentata, costanti gli sforzi della comunità scientifica volti a donare salvifiche soluzioni. 

La tecnologia digitale, i consumi smodati del mondo ricco, appaiono come gli unici cibi “utili” alla fame di velocità e di immortalità che ci impera. Ma tutto questo può mai avere rapporti cordiali e di rispetto con il pianeta terra?

Talmente affaccendati a produrre lestezza da perdere di vista quello che realmente potrebbe riqualificare la nostra esistenza. Abbiamo povertà di Bellezza Gentilezza, a dircelo con decisa eleganza e con l’urgenza del caso Filippo Cannizzo. Non solo un amorevole consiglio quello del filoso Cannizzo in Lacrime di Gentilezza, ma una diagnosi accurata e motivata corredata da fonti scientifiche, giuridiche, legali, di letteratura contemporanea e non che impreziosiscono molteplici piè di pagina.

Anche la Costituzione Italiana è dello stesso avviso.  La nostra Carta Costituzionale che quotidianamente, viene tirata per la giacchetta dai politici e dagli opinionisti di turno ogni due per tre, invoca tutela della Bellezza, ma stante i risultati economici, politici, sociali, di integrazione e di qualità della vita sin qui ottenuti, qualcosa dev’essersi smarrito nei vari talk show.

Lacrime di Gentilezza, a dispetto di quanto a cappello, ponendo al centro i valori della Bellezza e della Gentilezza, detta le linee, per una corretta e soddisfacente comprensione e applicazione della volontà dei padri costituenti. Tutto nella piena applicazione dell’art. 1 che recita: “La Repubblica Italiana riconosce la bellezza quale elemento costitutivo dell’identità nazionale, la conserva, la tutela, e la promuove in tutte le sue forme materiali e immateriali: storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche e naturali”.

Pertanto, diamo a Cesare quel che è di Cesare qualificando Bellezza Gentilezza quali strumenti per fini costituzionali.

Mi arrogo il diritto di definire Filippo Cannizzo “filoso artigiano” amante della bottega perché cesellatore di benessere, egli indaga e argomenta l’impellente esigenza di mettere, realmente, in correlazione le informazioni scientifiche, con le emozioni, il benessere psico-fisico e l’animo dell’individuo. Prescindere da tale sinergia significa ammalarsi di guerre, di povertà, di disonestà, di infelicità, intaccando il cerchio indefettibile dell’esistenza.

Una narrazione ampia, che attraversa gli angoli bui delle periferie abbandonate a loro stesse, divorate dalla povertà, quasi spinte a delinquere come se non vi fosse altro modo per stare al mondo. Un altro modo vi è sempre

L’essere umano, mediante le infinite forme di arte di cui dispone può divenire clorofilla di se stesso, originando ossigeno attraverso la Bellezza e la Gentilezza

A un vecchio sottoscala va donato il lustro di un teatro, le voci di un’associazione di volontariato. Le collettività operative e interattive sono organi sani per malati in attesa di trapianto. 

Cannizzo ripone fiducia nei comuni, sostiene che i piccoli enti potrebbero divenire protagonisti, della tanto bramata, transizione energetica. L’ambiente umano, quello urbano e quello naturale hanno destini comuni, pertanto o risorgono congiuntamente, facendo scelte di benessere, o periscono definitivamente. Nei luoghi tenebrosi va condotta la musica, la parola, l’enogastronomia, l’insieme.  

Affondando nella lettura ci si rende conto che i granai non si riempiono con le speculazioni in borsa, ma con la diffusione di bellezza. La diversificazione e il miglioramento delle possibilità intellettive è incubatrice di buona economia.  Le sane progettualità devono guardare all’agrivoltaico, generando economie vivaci che puntino alle persone, ai “cittadini temporanei”, abbandonando il concetto di cliente, di turista o di dipendente. Non ci si realizza professionalmente se si dimora in luoghi privi di bellezza.

 Nino Sofia sono i protagonisti principali di questo saggio educativo e formativo, che si interrogano su cause e soluzioni, con loro si entra nel cuore dell’Italia, nel libro nel cuore del Bel Paese, sviscerando punti di forza e debolezze. Corposamente, dai loro viaggi e dalla loro quotidianità, emerge la basilare urgenza di porre attenzione non solo ai nostri patrimoni storici, ma paesaggistici, culinari, non prescindendo dalla poesia di afferenza. L’invito ai giovani a “sviscerare” i luoghi di nascita e di appartenenza con acutezza e diffondendo l’appreso. La piccola piazza del paesello non ha meno da raccontare della nota cattedrale.

Tanti gli ingredienti e le possibili soluzioni suggeriti per questa nuova e squisita ricetta di vita. Il benessere della collettività passa, anche, per ambienti vivibili e rispettosi del pianeta. Lo scatto in avanti è affidato ai singoli, ai piccoli e domestici gesti di Bellezza. Per rispettare il pianeta e la nostra esistenza si può iniziare dall’efficientamento domestico, poi quello comunale, a seguire quello regionale e infine quello nazionale. Un’ascesa che deve partire dal basso mirando al complessivo.

Il moderno non esclude lo storico, si promuove il rispetto dell’uno per l’altro, finanche i materiali, nell’opera saggistica del Cannizzo, mutano al gentile, al piacevole, al bello.

Tornando alla definizione di saggio, che vuol essere prevenzione e non cura, mi preme presentarlo a dovere: “motivazionale, possibilista, scientifico, educativo-formativo (occasione da non perdere per le scuole di ogni ordine e grado), di ripristino, di “sterilizzazione” interiore ed esteriore, investimento sul comune futuro”.

Finiamola di usare a sproposito la frase: “La bellezza salverà il mondo”, dimostriamo di averne colto l’assolutezza e la veridicità, imponendocene applicazione quotidiana.

Cesira Donatelli

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“LACRIME DI GENTILEZZA “ di Filippo Cannizzo

(Edizioni Punto Rosso)

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