Sulmona, 27 novembre– Pensare che i Baci Perugina possano avere un ruolo attivo nella trama di un giallo è cosa insolita ma non impossibile, prova schiacciante ed inconfutabile ne è il cassetto della scrivania del Commissario Anselmi.
L’Anselmi è un uomo d’indagine, sempre alle prese con omicidi, ha dimestichezza negli interrogatori, scruta e studia i probabili colpevoli sotto vari profili, eppure in Sono Solo Coincidenze lo scrittore Domenico Carpagnano lo ha messo a dura prova, circondandolo di personaggi improbabili in apparenza tutti possessori di un movente e tutti privi di un vero alibi per l’ora dell’assassinio della giovane Chiara.
Domenico Carpagnano non essendo al suo primo giallo rivela una mano e una mente avvezze al mistero e al complesso, conosce Perugiacome le sue tasche, tal binomio giustamente dosato, rende le sue trame perfettamente aderenti alla vita sociale ed economica della cittadina umbra e non lascia la benché minima possibilità di intuire il colpevole fino all’ultimo capitolo.
Sono Solo Coincidenze sa essere una lente di ingrandimento sulle vite spesso, “misere”, piene di menzogne di molte famiglie, in special modo di quelle benestanti e al di sopra di ogni sospetto, dove le domestiche o le badanti sono scrigni pieni zeppi di segreti inconfessabili appresi nello svolgimento delle mansioni quotidiane, accostando di tanto in tanto l’orecchio ad un uscio.
Capitolo dopo capitolo, mentre la fame di appurare si impossessa del lettore, a frantumare ogni ipotesi di intuizione le tresche private dei protagonisti, non uno pulito, non uno che non abbia nulla da nascondere. A creare piste e fuori pista l’ingordigia dei figli dell’avvocato Pansini, l’amico e dottore fidato Bevilacqua, la vita sessualmente attiva del genero e di tutti quelli che a vario titolo si sono messaggiati e telefonati in tempi e in modi sospetti.
Per mandare il lettore a carte trentotto, l’autore si ingegna, con la scritta di una frase sulle mura di via del Topo a Perugia:
-Ricordati che non c’è nessun posto al mondo in cui Dio non possa trovarti-
che prima di essere integrata recitava:
-Ricordati che non c’è nessun posto al mondo in cui io non possa trovarti-
Talmente abile la penna del Carpagnano da gestire uno sviluppo della narrazione in più abitazioni coinvolgendo residenze differenti nelle indagini. Ogni personaggio porta a sua discolpa un luogo, una casa o una tenuta, peccato che possedimenti e relazioni extraconiugali non saranno di aiuto a nessuno, anzi ogni tassello aggiunto a discolpa, sarà un piccolo apporto al mosaico che il commissario Anselmi, insieme al suo collaboratore Ricci, vanno in maniera certosina incastrando per smascherare la mano omicida e per correlata conseguenza svelare la mediocrità che lega le vite di tutti gli attori protagonisti di questo spaccato di vita andato in scena nel cuore di Perugia.
Gli interrogatori, spesso pungenti, ironici e improntati all’improvvisazione, laddove necessario, del commissario non lasciano certo immaginare un lato tenero di questi, che emerge solo fra le mura domestiche quando si prende cura del suo gatto Mollica.
Tutto il messo nero su bianco è fedele al titolo, le coincidenze abbondano e confondono, portando tutto verso un ginepraio inaspettato.
Della giusta dimensione gli spazi dedicati a trattare la depressione, la malattia e la solitudine del giudice Pansini, che probabilmente non è né più triste, né più solo dei suoi due figli.
Spontaneo, dopo questo contributo letterario, chiedersi che ruolo e che peso hanno le coincidenze nella vita di ognuno e se si è sempre in grado di individuarle nella loro accezione più totale?
Cesira Donatelli
SONO SOLO COINCIDENZE di Domenico Carpagnano
(Edito Bertoni)