Sulmona, 2 gennaio– Che il profumo di una donna possa far girare la testa è quasi certezza, diviene vangelo se la fragranza in questione non è quella di alta profumeria, ma è l’aroma di una mamma, di Margherita o degli accadimenti di vita. In tal caso ci si deve preparare ad accogliere fragranze di perle marine, di vino pregiato, di passata di pomodoro o di sapone di Marsiglia. Non vi è doccia, non vi è tempo che le riduca o che le azzeri, la memoria le riproporrà nei giorni a venire con profili differenti, muteranno al gelsomino, alla cannella, all’alcool, al gesso, all’alta quota. Mai evaporeranno!
Quando tutto sembra immobile è essenzialmente pregno di donne, di profumi, di insicurezze, di amicizia, di fratellanza e di manie. Pagine fatte di lievito madre, che si inseguono e aumentano di volume senza che nessuno possa interromperne il processo che è la somma di una fusione fra chimica e magia.
Si va svelando fra le parole, un autore giovane, sensibile e sincero, in grado di ricordare che ad emettere sentenze, a vegliare sulle colpe e sull’eventuale espiazione è la strada, non il venuto di turno. La vita non ragiona, per ranghi di appartenenza, per premi o per statuette da Oscar. Il più delle volte scorre lungo i marciapiedi, al limite del lecito, eppure è lì che si corre il rischio di essere felici. Il codice della strada può chiedere di “alzare le mani” per primi, se l’alternativa manca ci si deve difendere calando sul tavolo le carte peggiori, che non significa fare del male, serve schiettezza e sincerità, con sé stessi e con gli altri. Solo affrontando il gioco a viso scoperto, imboccando la strada che più incute timore si potrà avere una possibilità, la possibilità!
Si erra quando ci si ostina a credere che il tenersi tutto dentro rappresenti un punto di forza, non si è pronti alla vulnerabilità che crea il dolore, si è piuttosto propensi a prendere in considerazione, solo, l’abbandono voluto o improvviso degli affetti.
Roberto Emanuelli in Quando tutto sembra immobile, attraverso Daniele, un pasticcere severo, pignolo e sofferente, crea frolle e paste bignè fatte di sapori e di sorrisi che sono le tonalità della vita dei protagonisti. Amore, amicizia, carcere, scappatelle, coesistono come note su un pentagramma. Un pentagramma la cui chiave di violino non prescinde dall’aprire componimenti fatti di ansie, di panico, di asfissia e di tentativi a farcela. Non sempre, non tutto va bene a primo colpo, il segreto sta nell’inciampare nelle storie di altre persone, nello scoprire e nell’indossare l’altrui dolore, nell’accettare il proprio vissuto. Banalmente, è salvifico dirsi la verità mentre si è soli alla guida o mentre si è intenti ad organizzare il lavoro per il giorno seguente.
Il profumo delle cose che bruciano può essere piacevole o disgustoso, dipende, dipende dal momento e soprattutto da cosa bruci.
Mai sfacciato seppur nudo, l’intaglio stilistico, con cui l’autore porta a galla la tendenza di Daniele a tacere a soffocare.
“Mi autoconvinco che se vado in apnea, se non respiro tutto il resto non mi farà più paura.”
In apparenza un libro dalla facile e veloce lettura, nel tempo si rivela un “donatore” di coraggio a rilascio graduale. Il lettore ne esce motivato ad attingere dal proprio “pozzo”, rilevando la necessità di condividere l’acqua estratta con il mondo che lo circonda. Una lettura che spinge a scrivere, a creare. La felicità è nutrimento essenziale, come per il grano, ne va fatta scorta nei momenti giusti per disporne fuori stagione e per fronteggiare i giorni di indigenza che la vita riserva.
Come il maniscalco addolcisce l’unghia del cavallo, prima della ferratura, per garantirne il galoppo su strada dopo, così Emanuelli aiuta a scoperchiare le gabbie che mortificano il tempo, chiudono il cielo, sigillano il respiro. Un’opera che cesella l’animo infondendo il coraggio per riprendersi il tempo, il cielo e il fiato. Tutto avviene a ritmi serrati, frasi brevi, punteggiatura presente e concreta, dialoghi incisivi, eppure tutto decanta, riposa e si diffonde, come fosse una terapia in grado di domare l’uragano che dimora dentro ogni essere vivente, tutti hanno un patimento, per tutto può esserci un nuovo giorno.
Il benefico che si trae da Quando tutto sembra immobile è la consapevolezza di imparare ad essere fragili.
Si giunge all’ultimo capoverso ignari della riserva aurea che Roberto Emanuelli ha voluto condividere con ogni suo lettore, solo nei giorni a seguire si avrà la reale percezione della nuova ricchezza di cui si dispone.
Cesira Donatelli
QUANDO TUTTO SEMBRA IMMOBILE Roberto Emanuelli
(Edito Sperling & Kupfer)