Sulmona, 3 gennaio– La sanità penitenziaria è sempre più in affanno e nessuno dei tre istituti di pena aquilani risulta purtroppo essere esente dai tanti problemi che affliggono questo settore.Troppe sono le situazioni che contemplano un sempre più crescente bisogno di potenziamento di medici e paramedici.Dopo la riforma partorita da un decreto del 2008, che ha visto il passaggio di questa delicata e particolare area carceraria dalla competenza del Ministero della giustizia sotto l’egida delle AASSLL, non
sembra migliorare la condizione esistenziale degli addetti che ivi vi prestano servizio, di conseguenza dei detenuti e, di riflesso, dei restanti operatori penitenziari.Al netto delle qualità di ciascuno dei camici bianchi e dei loro assistenti che non sono da mettere in discussione il dato drammatico che emerge va a riguardare le piante organiche di costoro.
Al carcere di massima sicurezza di Sulmona la situazione per via del sistematico invio di detenuti psichiatrici e/o malati cronici in condizioni di particolare gravità sta sperimentando uno dei periodi più neri della sua storia.Se a ciò si aggiunge la particolarità che ha il carcere di Avezzano di avere una sanità part- time, visto che dalle 20.00 in poi l’unico presidio che i detenuti hanno a disposizione è quello della guardia medica e/o del 118, si può facilmente immaginare la difficoltà con la quale si opera in tali contesti nell’eventualità ci fosse bisogno di un pronto intervento sanitario.
Il 31 dicembre è scaduta la proroga di coloro i quali sono stati cooptati per il mezzo della protezione civile e ad oggi non ancora si sa cosa gli riserva il destino. L’auspicio che la UIL PA si fa ora è che vengano immediatamente riproposti, ovvero rimessi nelle condizioni di rendere ultrattivo il loro prezioso impiego. Così in una nota questa mattina Mauro Nardella (Uila Pa)