Sulmona,10, gennaio-All’alba del nuovo anno, passate tutte le feste e le divagazioni legate a questo periodo, la città si ritrova con i soliti, tanti, problemi ancora irrisolti ed il territorio si riscopre abbastanza isolato e spesso dimenticato
E così dopo le disfunzioni in materia di sanità, servizi sociali, coesione territoriale,viabilità urbana, perdita di popolazione, calo di occupazione,politiche giovanili, ora si scopre che la città è stata declassata anche nel settore dei trasporti su gomma .
Già perché in questi giorni i media abruzzesi hanno riferito, giustamente, i risultati conseguiti dalla TUA ( la società unica di trasporto abruzzese) in qualità di soggetto attuatore per la realizzazione, l’ammodernamento e la riqualificazione del sistema regionale delle autostazioni a servizio del trasporto pubblico locale ed ha ufficializzato gli obiettivi raggiunti che ha concluso tutti gli adempimenti previsti dalle norme per la realizzazione di opere infrastrutturali a favore della collettività”, “Opere che stanno permettendo, e permetteranno una volta concluse, una significativa crescita della mobilità dell’interno territorio, dalla costa all’entroterra, interessando tutte e quattro le province”.
Fin qui abbastanza normale perché una Società che programma,realizza e riferisce ci sembra una politica abbastanza corretta. Quello che ci meraviglia è il fatto che Sulmona ed il Centro Abruzzo sembrano apparire abbastanza emarginati se non addirittura esclusi da queste politiche.
Non sta a noi verificare se è giusto e se questa condotta appare normale. Quello che ci meraviglia è che la politica di casa nostra anche in questa occasione è apparsa distratta o indifferente di fronte alle grande questioni che interessano il nostro territorio e le nostre popolazioni.
Ci meraviglia infatti lo strano silenzio dei nostri amministratori comunali ( molti signori sconosciuti ai sulmonesi), distratti anche su questi problemi e incapaci di attrezzare una forma di protesta o di aprire un confronto con la Regione su queste politiche; ci meraviglia il silenzio e l’indifferenza dei tanti sindaci del territorio che rappresentano una forza straordinaria per qualsiasi trattativa eppure oggi non fiatano su nulla; non parliamo dei consiglieri provinciali ( ma chi sono?), del Presidente della Provincia di cui i sulmonesi non sanno che farsene perché assente su tutti i nostri problemi di cui soffre il territorio;non parliamo dei consiglieri regionali ( soprattutto quelli di maggioranza) che pure dovrebbero protestare a Palazzo dell’Emiciclo e che quando vengono a Sulmona vengono solo per suonare le serenate per il Presidente Marsilio ( che malinconia!!) E non parliamo nemmeno dei parlamentari che di Sulmona si ricordano per venire a bere solo acqua al Vaschione o per raccogliere voti e poi fuggire.
E i partiti e i sindacati ?. Quì il discorso diventa complicato perché il giudizio della gente è severo sul vuoto di idee, proposte, iniziative che una volta ruscivano ad esprimere per difendere la città.
Oggi non se ne vede traccia,non parlano, non scrivono, non protestano stanno poco o nulla in mezzo alla gente. Sembrano tutti ‘ capiscioni’ o tecnocrati. La politica ed il sindacato, non lo diciamo noi, è altra cosa è soprattutto servizio e sfida sulla qualità delle proposte.
Per ora in città,ormai isolata,se ne avverte molto questa mancanza, mentre la questione trasporti è divenuta una vera e propria emergenza. Basta incontrare e parlare con quanti debbono fronteggiare questi disagi ( pendolari, studenti, lavoratori) che ogni giorno fanno grossi sacrifici per raggiungere la Capitale o qualsiasi altra località.Ma Sulmona è ormai città declassata anche nel settore trasporti proprio come predicava anni addietro il prof. Aldo Ronci che si batteva per difendere il polo di attrazione e tanti protagonisti della politica di oggi ieri si rifiutavano di avvicinarsi perfino ai banchetti per la raccolta delle firme per evitare questi tagli
Non rendersi conto di questo vuol dire non voler bene alla città e ai sulmonesi. E.. scusate se è poco. Buon anno a tutti
Asterix
17 Commentii
https://www.repubblica.it/robinson/2019/01/25/news/asterix-217273234/
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13488609/giorgia-meloni-umiliazione-gianfranco-fini-ex-an-assieme-chi-entra-in-fratelli-d-italia.html
Buon anno? Grazie!!!
Caro Asterix, bella riflessione come sempre ma in questa città è comune parlare ai sordi. Una volta c’era altra politica e altri uomini che sbagliavano pure ma almeno lottavano e sapevano difendere la propria città
Diciamo le cose così come realmente accadute: Il declassamento “ufficiale” della città parte dall’ormai distante 14 aprile 2015 con la votata delibera regionale n. 290, e non serve ricordare chi sedeva dei nostri politici locali in giunta regionale (o forse si?) questi “STRA” ma ”CONOSCIUTI” per tante altre vicende attualissime anche nell’ultimo periodo e STRASCOMPARSI! Se vogliamo possiamo tornare indietro anche di secoli o anche alla più recente Jamm mo! Quindi il fiato, prima di indirizzarlo nelle trombe va dato pensato bene! Ci si meraviglia dell’atteggiamento dei Sindaci e Consiglieri Provinciali anch’essi conosciuti nel passato? Se sono loro stessi “volontarie” e “accondiscendenti” vittime del sistema! Non è così? E poi cosa possono specialmente i Sindaci di comuni minuscoli e i Consiglieri di una provincia addomesticata (ovviamente nell’utilità del voto utile rappresentativo) quando i primi e i più quotati e indirizzati alla soluzione sono in Regione?
Sembra voler lasciare intendere che si stava meglio quando si “GIA’ “ andava peggio per mano di costoro … ma si dimentica facilmente… colpa del freddo… forse l’età.
Per fortuna (o disgrazia) per costoro VECCHI, NUOVI E ALCUNI (anche TANTI) CONFERMATI, LA PAROLA LA STA PRENDENDO IL POPOLO SOVRANO CHE STA LANCIANDO CHIARI SEGNALI DI RIVOLTA AL SISTEMA… LORO RESTANO NASCOSTI IN ATTESA DI TEMPI (ELETTORALI) MIGLIORI!!!
Diciamo allora le cose come stanno. E’ vero. Il declassamento per la Sanità è arrivato perché l’Abruzzo insieme ad altre Regioni ( credo una quindicina) era stata commissariata per il debito ch doveva fronteggiare. Una linea imposta dal Governo centrale alle Regioni unitamente alle regole severe per contenere e recuperare la spesa sanitaria. Questa linea non la faceva l’Assessore di turno o il Consigliere regionale di tursno ma veniva subita perché imposta dall’alto cioè dal Governo L’Abruzzo è stata poi fra le prime quattro Regioni italiane ad uscire dal Commissariamento e da quel momento ( anno 2017). Da quel momento simponeva una nuova politica sanitaria ( anno 2018 con la nuova Giunta regionale di centrodestra) a cominciare dalla riorganizzazione della rete ospedaliera.Lo hanno fatto? Non mi pare, anche se alla vigilia delle elezioni amministrative di Sulmona era stata venduta la bufala come programma già pronto e Sulmona ricollocata con Ospedale di primo livello. Ma in campagna elettorale si promette tutto anch ai sulmonesi. E’ inutile tornare a parlare, sig, Temp, delle resppnsabilità di uomini e partiti di ieri. Oggi la città è stata mortificata anche con la politica dei trasporti. E chi deve difendere oggi il territorio se non i rappresentanti delle Istituzioni a tutti i livelli? Anche i sindaci dei piccoli e piccolissimi comuni che hanno una funzione e un ruolo straordinario. Se sono capaci. E poi anche gli altri anche i Consiglieri regionali che possno legiferare ( e non lo fanno) anche in materia di trasporto. E la senatrice locale perché non attiva i suoi strumenti per vigilare e controllare sulle attività della Regione e sulle scelte sbagliate che porta avanti? Ma meglio non parlare ancora perché la politica dei nostri gionri ha subito lo scandalo delle tante risorse per portare in vacanza il Napoli calcio nell’Alto Sangro e non si occupa di quanti hanno bisogno diun sistema trasportistico efficiente per le esigenze primarie da affrontare quotidianamente.
Sig. Ventresca, corretta la sua analisi sulla Sanità Regionale e delle sue annesse evidenziate problematiche, come va precisato che se il “dovuto e giustamente” dettato è opera del Governo Centrale, dall’altro verso lo è stato conseguenza dell’ “ingiusto allegro” indebitamento derivato dalla incontrollata e mala gestione delle Regioni commissariate, e da qui a scendere le responsabilità a “caduta libera” dalla Regione a partire dai membri del consiglio regionale, per arrivare ai vari DG e staff delle ASL, longa manus dei precedenti, con sempre a patirne i disagi e i costi i cittadini.
Comunque il mio riferimento citato, cioè la Delibera della Giunta Regionale n. 290 del 14 aprile 2015 d’individuazione delle Aree Interne è e resta il capostipite di tutti gli ULTIMI DANNI del XXI secolo procurati al territorio, come altri e anche più gravi ne sono stati compiuti nel secolo passato; solo restando negli ultimi 70 anni le ricordo lo scippo del distretto militare, le scelte operate sulle sedi delle università, di Regione e capoluogo di Regione, delle autostrade e delle “mancate province”, che per molti potrebbero essere solo chiacchiere, futili e inutili “amarcord”, ma non sono fatti che hanno dato una svolta notevole sui territori interessati.
Ebbene, questa legge https://www.agenziacoesione.gov.it/wp-content/uploads/2020/07/ABRUZZO_DGR_290_2015.pdf e il suo collegato documento stilato dal Dipartimento per lo Sviluppo Economico https://www.agenziacoesione.gov.it/wp-content/uploads/2020/07/Dossier_iniziale_Comitato_Abruzzo.pdf
, hanno sancito il declassamento della città di Sulmona, estromettendola dalla lista delle città POLO DI ATTRAZIONE, il che vuol dire “TOGLIERE PER LEGGE” determinati servizi, marginalizzando un intero territorio dell’entroterra e abbandonarlo al suo destino, cosa che sta accadendo.
Non l’annoio ulteriormente e la invito ad approfondire il tutto in piena autonomia.
Il tutto per dire le cose come stanno.
Grazie Sig. temp per la sua riflessione che testimonia, a differenza di tanti politici locali,una onestà intellettuale culturale di fronte a problematiche complesse come quelle che stiamo trattando.Quindi riconoscere alle strategie ( e materie non completamente delegate alle Regioni) del Governo il compito com’è accaduto in quegli anni di controllare,riparare e per contenere la spesa sanitaria da cui è poi partita la decisione obbligata del declassamento dell’Ospedale è un fatto acclarato e condiviso. Vorrei poi aggiungere che la responsabilità della politica, come ha sostenuto piu’ volte questo giornale, è stata che quando l’Abruzzo è stata fra le prime quattro Regioni italiane ad uscire dal Commissariamento ( anno 2018) cosa è stato fatto dalla Regione per riprendere il cammino e recuperare il tempo perduto? Non mi pare molto se è vero che ancora oggi la fotografia della sanità locale è molto sbiaditita e indebolita. Le pare? E questa è una responsabilità politica oggi della Regione Abruzzo
Non molto diversa è la seconda parte del suo intervento a proposito delle Aree interne anche se in questo caso la situazione è meno pesante di quella sanitaria.Anche in questo caso basta leggere bene il rpeambolo della delibera della Giunta regionale a cui fa riferimento e analizzare attetamente i contenuti del prembolo dello stesso atto e potrà rendersi conto che anche quelle decisioni partivavano da indirizzi precisi della Ue,dal Governo Centrale con l’avallo del parere determinante della Conferenza Stato-Regioni prima ancora che queste decisioni vengono calate e imposte alle Regioni. Voglio anche aggiungere, ma certamente Lei ne è già a conoscenza, che il Governo Centrale nel mese di maggio ha riconosciuto all’Abruzzo la quinta Area interna (Valle del Sagittario con 13comuni alcuni dei quali dell’Alto Sangro) e non vorrei sbagliarmi se ha deciso pure per la sesta ( ma non sono sicuro).E’ una bella occasione perché questi territori potranno contare ora su nuove risorse del Governo e della Ue
Lei ne capirà anche e più di me, ma il suo errore resta nel non riconoscere il VOLUTO ATTO DI TRADIMENTO compiuto dalla REGIONE per la vallata con il DECLASSAMENTO DELLA CITTA’ e conseguentemente del territorio. Questo atto è stata la madre di tutte le perdite a venire sul territorio in aggiunta a quelle già operate nel passato e a quelle che verranno nel futuro, e checche lei ne pensi e ne dica, non c’è via di uscirne fuori se non con il pronto reinserimento nelle CITTA’ POLO DI ATTRAZIONE, perché è questa e solo questa che determina l’importanza di un territorio e la quantità e qualità dei servizi a lei destinata. E sempre per la a lei cara sanità, stia pur certo che con questa “QUALIFICA”, niente e nessuno ci avrebbe tolto l’ospedale DEA di I livello, anche negli “odierni” ripetuti insuccessi di gestione occorsi “DOPO” il rientro dal commissariamento. Poi anche per le citate aree interne, le stesse sono inquadrate come “aree povere e disagiate” e saranno sempre considerate aree di serie B, pronte in un prossimo futuro a essere anche esse sacrificate come lo è stato per Sulmona per salvare le altre città PIU’ FORTI POLITICAMENTE.
Se non è così determinate il possesso di questo titolo, si chieda il perché le altre città alla pari di “quello che era Sulmona in passato” se lo tengono cosi stretto e non si candidano al passaggio nelle “aree interne” così succose di finanziamenti. Pensi che Sulmona e circondario, proprio per la tipologia di area, non può essere ammessa a quest’area, è ancora troppo ricca per la Regione, ma a breve, con questo ANDAZZO DI TAGLI LEGALIZZATO, raggiungerà i requisiti e sempre se vorranno (qui il problema) entreranno di diritto nell’elitè dei “prescelti” perdenti e sacrificati!
Vedo che la sua tentazione di tornare a ragionare come fanno molti nostri amici è ancora forte.
Qui nnon si tratta di essere tifoso di questa o quella parte politica e personalmente sono stato in prima linea al fianco del prof. Ronci per la difesa del Polo di attrazione e per la raccolta di firme nei banchetti dislocati in città. Però in queste vicende bisogna capire che in uno Stato di diritto norme e regolamenti vanno rispettati e applicati correttamente così come bisogna non confondere gli atti amministrativi con gli atti ( o documenti) politici. Allora secondo Lei quando Sulmona è stata declassata e posta fuori dal Polo di attrazione aveva tutti i requisti previsti dalle normative in vigore oppure è stato un sopruso della politica ai danni di questa ? E secondo Lei i Dirigenti che hanno firmato le carte ( ovvero i provvedimenti) hanno affermato il falso con il rischio di finire sotto processo? Ma davvero puo’ pensare queste cose? E’ vero invece che la politica poteva fare di piu’ e meglio mettendo al riparo la nostra città ma chi poteva immaginare che 17 Regioni su 19 finivano sotto una gestione Commissariale per i debiti della Sanità. E’ vero anche e non mi stancherò mai di ripeterlo che la partita poteva essere riaperta dal giorno dopo l’uscita dal Commissariamento, ovvero dal 2018 ,quando a guidare la Regione Abruzzo è arrivata un’Amministrazione di centrodestra con alla Sanità una bravissima donna,Nicoletta Verì, ma ad oggi Le chiedo quale atto è stato assunto in proposito per restituire un ruolo preciso alla nostra città? Nemmeno della riorganizzazione della rete ospedaliera nessuno parla piu’ in Abruzzo. Ma quello che è piu’ grave è che oggi a Sulmona la politica, a tutti i livelli e di tutti i colori, non si accorge di nulla e non apre bocca su nulla nemmeno sulla sanità, trasporti, scuole ecc. ecc.
@GIANPIERO VENTRESCA 14 Gennaio 2023 – 14:00 – Le tentazioni sono altre quali le continue lusinghe e istigazioni riversate sul territorio, mentre sono i fatti a parlare, come non mi sembra stia facendo tifo, dove lo legge o meglio chi lo scrive dei due? E ‘ sempre la stessa antecedente analisi dei fatti.
Per il patito declassamento della città e il dilemma di a chi la responsabilità dell’atto, le pongo non una domanda, ma una riflessione invertendola nella formulazione a me posta e cioè se all’epoca dei fatti la città di Sulmona aveva o meno i requisiti minimi richiesti e cioè: – minimo un liceo classico o scientifico e un istituto tecnico o professionale); – un ospedale di DEA I° livello; una stazione di tipologia silver, la mia risposta la sa già, ma se non le è stato finora chiaro (e credo di si)… Sulmona questi requisiti li aveva. Come so già che per lei è tutto da far risalire al patito commissariamento della sanità regionale. Poi negli anni a venire i requisiti sono variati, introducendo la variabile del tempo di percorrenza per raggiungere gli identificati poli comunali/intercomunali (nel 2020 e nel 2022) e li “ulteriore batosta” sulla città peligna, classificandoci ORA CITTA’ PERIFERICA (di Avezzano) come ad esempio Castel Di Sangro è classificato comune ultra periferico ma ritenuto ultra ricco e quindi fuori dalle aree interne.
Lei si preoccupa della sanità (e fa bene) ma non è lei la ragione e la soluzione al problema.
La qualifica di ospedale DEA di I° livello è fuori dai dettami imposti con la riorganizzazione dell’epoca operata e scelta dai partiti in Regione, e quindi resteremo sempre (e speriamo) un lazzaretto di fascia E (periferico) e “declasseremo” giorno per giorno in tutti i servizi, fin quando qualche “zelante dirigente” metterà il segno di spunta sulla casella “obiettivo centrato”!
Vedo che nonostante gli sforzi continua a non capire. Ognuno puo’ vederla come vuole. Personalmente resto della mia opinione e le pongo una domanda semplice. Fino alla stagione della sanità delle “ vacche grasse” ( come recita un vecchio adagio popolare) che tipo di problemi aveva avuto la città a mantenere un Ospedale DEA di 1^ livello? Nessuno. Ma quando la Asl n1 ( ma anche le altre in Abruzzo e in Italia) hanno dovuto fare i conti con i debiti e con i tagli obbligatori e si è scoperto che la città con una popolazione medio bassa non poteva godere piu’ di questo privilegio ed è stata declassata all’epoca in attesa di nuove soluzioni che potrebbero arrivare con il nuovo piano della riorganizzazione della rete ospedaliera. Forse. Il problema dei trasporti, delle scuole sono elementi caratterizzanti per il riconoscimento del Polo di attrazione ma la sanità è prioritaria su tutto.Per il punto nascita invece fu trovata all’epoca una soluzione provvisoria accorpando i bisogni dell’Alto Sangro con quelli della Valle peligna e si decise di rinviare la soluzione definitiva. Ricordo che l’incontro per questa decisione si svolse a Pescocostanzo dove la Ministra Lorenzin stava in vacanza durante le feste natalizie e a quella riunione, come riferirono le cronache dei giornali, parteciparono anche amministratori comunali di Sulmona. Quello che è allarmante e che in tanti rifiutano di affrontare è quello che è successo negli ultimi quattro-cinque anni soprattutto quello che la politica locale e regionale non hanno fatto per Sulmona. Non le sarà sfuggito,ad esempio, che per le ferite del sisma del 2009 al Liceo Classico ci sono voluti 13 anni per avviare i lavori di riparazione quando l’Aquila è stata ricostruita tre volte; il sistema dei trasporti di questo territorio oggi è il piu’ disorganizzato dell’intero Abruzzo; il sistema della programmazione regionale non tiene mai conto di questo territorio perché, come scrive spesso un bravo giornalista, da questa parti la politica è un fantasma. Ultima cosa. Non ha capito nemmeno il concetto sulla differenza tra ruolo politico e ruolo amministrativo. La politica dovrebbe occuparsi di programmazione e di scelte il dirigente attua, con gli strumenti che la Pubblica Amministrazione ma anche leggi e regolamenti gli mettono a disposizione, queste scelte. Con la piccola differenza che il dirigente si assume con i suoi atti responsabilità tecniche,contabili e amministrative respnsabilità assai pesanti. Figuriamoci se commette abusi o sbaglia la sua azione professionale.Quindi non puo’ essere nessun dirigente del Comune,della Regione o del Governo che puo’ risolvere i problemi di Sulmona. Tutto qui buona domenica sig. temp
Lei ha analizzato un solo punto dell’articolo, io ho “tentato un approccio totale, come va precisato, restando nel suo punto d’interesse, che se la popolazione era in discesa nel periodo del taglio dei servizi ospedalieri, ora si è in una situazione ampliata in crollo di numero di abitanti e anche di nascite e solo e soltanto LA DEROGA POLITICA come già proposta anche in precedenza dalla Regione Abruzzo e respinte e ora nuovamente al vaglio, e che se eventualmente avrà un esito positivo nella firma alla deroga non troverà una sigla di partito ma quella del funzionario cosciente del fatto e questo non per spiegarle non il concetto ma il come funziona, che è lo stesso “come funziona” per tutto ciò che è in contatto stretto con la politica e cioè dove si vuole politicamente si fa e non c’è funzionario che tenga, cosa che non è stata per Sulmona nella vicenda POLI o ZONE INTERNE o più semplicemente IN TUTTA QUELLA ATTIVITA’ POLITICA CHE HA SEMPRE LAVORATO PER PUNIRE SULMONA, tant’è che io mai (a suo contrario) ho citato la figura di funzionari amministrativi ma politici locali in giunta regionale “STRA” ma ”CONOSCIUTI” per tante altre vicende attualissime anche nell’ultimo periodo e STRASCOMPARSI! (come può evincere dal primo commento se lo ha letto).
Comunque ha ragione ognuno resta del e nel suo senza che se ne abbia a sforzarsi ulteriormente, anche se con lei più di qualche stimolo li ho fortemente patiti ma tutti egregiamente controllati e risolti!
Non c’è verso per farla riflettere e continua a fare l’errore di quanti in questi anni a Sulmona si sono alimentati solamente di polemiche strumentali e non hanno aiutato la città a camminare.Alla base di tutto resta la sua confusione sulla Pubblica Amministrazione che non è una cosa astratta ma un sistema che si regge su regole e leggi precise. Cosìcchè l’organo politico svolge alcune funzioni quello amministrativo altre. Quando Lei scrive che la deroga proposta dalla Regione e poi respinta non si pone una domanda precisa. Perché? Si voleva fare un dispetto da parte del Governo alla Regione Abruzzo,quindi a Sulmona, o quella scelta non rispondeva agli indirizzi già fissati che non erano ad hoc ma la norma è di carattere generale cioè uguale per tutto il territorio nazionale dove si applica la stessa legge. E non c’è sigla di partito che tenga, stia sereno perché le procedure sono rigorose e precise. Non c’è mai un politico o una forza politica che lavora per danneggiare o procurare guasti ad un territorio e la sua ironia sul funzionario o dirigente è fuori luogo e dimostra la scarsa conoscenza sulla formazione e responsabilità degli atti amministtrativi- Mi sarei invece aspettato che Lei avesse citato una posizione politica forte in difesa della città o del territorio su un oibiettivo preciso almeno negli ultimi quattro o cinque anni. Ma vorrei sfidarla anche pubblicamente a dimostrare quante volte l’attuale Consiglio regionale negli ultimi quatto anni ha pronuciato la parola Sulmona o Centro Abruzzo per occuparsi di questo territorio, per risolvere un problema,per aiutare Sulmona a crescere. Questa è una Regione che in 52 anni di attività non aveva mai conquistato un primato che ha fatto ridere l’Europa: ha investito tante risorse importanti per portare il Napoli calcio in vacanza a Castel di Sangro e in tanti ospedali mancano attrezzature imprtanti per curarsi. Ultima cosa: Lei fa riferimento al lavoro di politici locali in Giunta regionale nell’ultimo periodo. Il riferimento preciso è all’ex Assessore Gerosolimo. Non capisco la sua ritrosia a non parlarne a viso aperto e ad alta voce Bene, per quel che mi riguarda, non debbo essere io a difenderlo perchè non milito o tifo per nessuna formazione politica anche perché la mia professione non mi consente di svolgere politica attiva.Voglio però segnalarle che la Giunta regionale D’Alfonso di cui Gerosolimo ha fatto parte a conclusione di quella esperienza ha pubblicato e diffuso un rapporto fedele sull’attività svolta. Nei cinque anni, contenuta in una pubblicazione di 240 pagine, con dati e cifre precise, risorse finanziarie utilizzate, progetti e finanziamenti approvati per i vari territori ( provi a verificare cosa è stato fatto per Sulmona, il Centro Abruzzo e l’Alto Sangro), delibere di Giunta e Consiglio regionale e poi esprima il suo giudizio con serenità, se è capace ma sopra tutto con atti ufficiali ( che sono pubblici) e facilmente consultabili. La politica in questa città puo’ tornare ad avere un peso preciso se si riesce ad affermare la cultura del cambiamento, della solidarietà civica, dell’amore per la propria città ma soprattutto è necessario smetterla di piangersi sempre addosso,scaricare sugli altri le proprie colpe e inefficienze
Certamente, sono tutte polemiche strumentali, solo che se poi in deroga si “accomoda e si avalla” è tutto ok… e poi sono io quello che non vuol capire.
Poi alle parole faccia seguire anche i link per favore… li citi tutti, quali e quanti sono questi fondi ripartiti equamente in Regione e per tutte le zone effettivamente bisognose e no e li metta in tabella qui per bene.
Pace e bene, per ora!
Ora mi riesce difficile seguirla in questi ragionamenti contorti soprattutto se Lei si nasconde pure ed ha paura di farsi riconoscere. Perché? Come si puo’ sviluppare il confronto in queste condizioni e su problematiche abbastanza complesse. Cercherò di essere sintetico per non annoiare i lettori di questo giornale.
a)- che si significa in deroga si “ accomoda e si avalla”? Le deroghe sono dei passaggi precisi a norme giuridiche di riferimento. A quale legge o normativa si riferisce nel suo discorso?
b)- Poi altra richiesta “ Faccia seguire i link,li citi tutti e quanti sono questi fondi ripartiti equamente ecc. ecc. Bravo, si vede proprio che ha una visione chiara delle cose e pretende pure di dare lezioni?. No questo non è consentito a lei che ha cambiato tante volte opinione in questo confronto. L’ultima volta voleva parlare di Gerosolimo e della Giunta D’Alfonso ( non sono miei amici) per gettare fango. Invece non sapeva della relazione dei cinque anni e dell’attività portata avanti anche per questo territorio. Tornando al discorso dei link basta andare sul sito del Governo, o dei vari dipartimenti e cominciare a studiare i provvedimenti adottati per analizzarli,confrontarli attentamente e poi ,con carte alla mano, cominciare a criticare. E se puo’ esserle utile puo’ verificare anche gli atti ed i provvedimenti della Regione. Non ha balbettato nulla sulla legge della Regione per il Napoli calcio e non ha quantificato l’ammontare delle risorse che l’Abruzzo dovrà privarsi per un’operazione inutile.Non ha balbettato nulla sulla decisione del Governo Draghi che in estate ha varato la quinta area interna, quella della Valle del Sagittario, che sicuramente sarà utilissima al nostro territorio perché interessa ben 13 comuni. E poco? Si poteva fare di piu’ certamente ma intanto questi sono due casi precisi e opposti per ragionare. Se si vuole. Buona serata e tanti auguri. Questa sera debbo partire per qualche giorno ma quando vuole possiamo riprendere ( se ci ospiteranno ancora) questo nostro discorso. A presto
Caro direttore, sto seguendo con molta attenzione il dibattito su questa vicenda del declassamento della sanità fra questi due lettori e lo sto apprezzando molto. Dei due interlocutori ( conosco solo il dott Ventresca un bravo professionista) e sicuramente come il sig. temp vogliono entrambi bene alla nostra città.Due cose telegraficamente vorrei suggerire. E’ verio che in questa città la politica fa solo chiacchiere ma oggi non c’è piu’ spazio né per le polemiche né per le chiacchiere. La seconda considerazione che vorrei suggerire è quella di avanzare proposte per il futuro, magari partendo proprio dalla sanità. Grazie dell’ospitalità
Il titolo del servizio è chiaro “La nuova emergenza per la città,i trasporti”.
L’articolo nel suo interno fa un’ esamina di quali sono i tagli inflitti nel tempo sulla città e parla chiaramente di “declassamento”. Quindi è qui il quid da dover iniziare il discorso e affrontare la problematica, la questione sanitaria ne è stata una delle tante conseguenze. Quindi i ruoli sono ben distinti fra chi l’artefice e chi la vittima.
@GIANPIERO VENTRESCA16 Gennaio 2023 – 19:51 – Mi è strano e curioso scoprire solo ora il suo non intendere le mie argomentazioni ancor più se messo in relazione con il mio anonimato carbonaro, quando finora ha inteso ogni mia parola, e non ha mai dato alcun segno di sofferenza esplicativa al riguardo, lo spieghi se può spiegarlo. Ma lo sforzo lo ripeto ben volentieri…stia attento:
a) il riferimento è al riordino della rete ospedaliera: se non c’erano nel 2015 le condizioni, si troveranno ora con una situazione maggiormente critica e in più incancrenita? La deroga è l’aggiramento di tali tabellati riferimenti riportate nella legge di riferimento… nulla di giuridico.
b) Scansa le risposte che io le do (qui l’ennesimo caso) e lei non da. Quale validità e criterio da alla citazione del numero di volte in cui il nome Sulmona è risuonato nell’emiciclo? Forse equivale all’aver fatto o meno? Al fatto bene o fatto male o a valutarne l’operato? È un congruo metodo di analisi il suo? Facile quanto inutile dare in pasto da una parte certezze incrollabili e dall’altra generiche fonti di verifica a mo’ di Maria per Roma, non è così che si argomentano le prove e la ragione dei fatti.