Dopo la dura posizione di 41 sindaci soci della Società che nei giorni scorsi avevano contestato il metodo usato per la nomina del dott Franco Gerardini oggi c’è stata la conferenza stampa svoltasi presso il Comune di Sulmona dei sindaci di Pratola Peligna, Pettorano sul Gizio, Pacentro, Castelvecchio Subequo, Pescocostanzo, Vittorito, Opi, Cansano e Tornimparte e ovviamente Sulmona per illustrare un documento con il quale sottolineano che “ in questa fase di transizione, la gestione di Cogesa, ad avviso degli scriventi, può tranquillamente continuare ad essere affidata alla professionalità del Dott. Franco Gerardini, cui, del resto, gli stessi Sindaci che ne chiedono le dimissioni riconoscono “esperienza ed indubbia imparzialità”. Insomma oltre alla confusione che si esalta in questa fase complicata l’impressione piu’ immediata resta quellla che il periodo buio dell’ente non puo’ superarsi con i capricci e le tensioni di una politica allo sbando Ecco il documento
Sulmona, 13 gennaio– In merito alla recente sortita di 41 Sindaci soci della Società Cogesa, con la quale si chiede al Dott. Franco Gerardini di “mettere a disposizione la propria carica per il bene della società e per ripristinare un percorso di legittimità inattaccabile”, si rileva la esigenza di talune, essenziali precisazioni.
Innanzitutto, non ci si può esimere dall’evidenziare che la dialettica nei luoghi deputati alla discussione, attraverso il dialogo ed il confronto, anche se su posizioni divaricate, costituisce il metodo migliore per l’esame e la soluzione dei problemi.
Per venire al merito della richiesta, va precisato che, come chiaramente emerso all’esito dell’assemblea del 30 dicembre, il mandato affidato al Dott. Franco Gerardini, anche su espressa richiesta dell’interessato, doveva essere considerato con efficacia temporale limitata (qualche mese), ossia per il tempo necessario ad invertire la rotta di una Società sull’orlo del baratro.
Il Dott. Franco Gerardini, con nota dell’11 gennaio, indirizzata al Sindaco di Sulmona e al Presidente del Collegio Sindacale, con intenti da cui è dato evincere alto senso di responsabilità e sentimenti di generosità e di lealtà nei confronti di questo territorio e del Cogesa, ha comunicato la sua “piena disponibilità” a rassegnare le dimissioni “dall’incarico di Amministratore Unico, con le modalità e i tempi che comunemente saranno concordati” .
Appare tutt’altro che ultroneo far rilevare la differenza di stile tra l’atteggiamento del Dott. Gerardini e quello adottato dal Presidente del Consiglio di Amministrazione Arch. Nicola Guerra, che, in palese disagio in occasione dell’assemblea del 12 dicembre, ha annunciato le proprie dimissioni, salvo poi non formalizzarle insieme ai restanti membri del Consiglio.
Riteniamo, parimenti, tutt’altro che pleonastico evidenziare che il Dott. Franco Gerardini (che, in pochi giorni di attività, ha posto in essere attività ricognitive non realizzate, nel corso degli anni, da chi lo ha preceduto), con determina del 4 gennaio, ha tracciato un percorso gestionale che impegna la “governance” di Cogesa per le prossime settimane, evidenziando la esigenza e /o l’opportunità di passaggi strategici, nel novero dei quali sono compresi la verifica del conto economico 2022, il riepilogo dei PEF 2022, la verifica degli equilibri economico finanziari del bilancio di previsione 2022, l’esame del Piano delle opere e degli investimenti 2022/2025, la verifica dell’attivazione di eventuali risorse PNRR attivabili, la verifica dell’adeguatezza dell’attuale assetto organizzativo del personale, la verifica del fabbisogno del personale per l’anno 2023, la verifica dei contratti/convenzioni sottoscritti.
Inoltre, il nuovo Amministratore Unico ha rappresentato l’esigenza di un potenziamento delle attività e degli interventi finalizzati alla prevenzione, riduzione della produzione, del riciclo e recupero energetico dei rifiuti, l’individuazione di tutte le possibili economie gestionali da realizzare nel breve/medio periodo allo scopo di eliminare o ridurre “eventuali sprechi esistenti” e l’istituzione di un libro delle determinazioni dell’Amministratore Unico “finalizzato a garantire la piena trasparenza dell’operato”.
Infine,insieme agli obiettivi sopra citati,l’Amministratore Unico Gerardini ha posto, tra gli indirizzidel suo breve mandato, la “predisposizione di un avviso pubblico di selezione, per soli titoli per la formazione di una graduatoria per il conferimento di incarico di Amministratore Unico, ai sensi dell’art. 11, comma 2, del D.Lgs. 175/2016”.
A questo punto, coerentemente alle premesse dichiarate al momento dell’elezione del Dott. Gerardini e in piena aderenza alle intenzioni dallo stesso manifestate, esprimiamo la piena disponibilità al massimo confronto nell’ambito della compagine societaria al fine di pervenire in tempi brevi ad una soluzione condivisa, che sia caratterizzata, però, da elevata professionalità e specifica competenza, dichiarando fermamente la totale ed irrinunciabile contrarietà ad ogni accordicchio finalizzato a far ripiombare il Cogesa nel gorgo malefico della lottizzazione politica, che ha dato ampia e rovinosa prova di se’ nel corso di questi anni.
In questa fase di transizione, la gestione di Cogesa, ad avviso degli scriventi, può tranquillamente continuare ad essere affidata alla professionalità del Dott. Franco Gerardini, cui, del resto, gli stessi Sindaci che ne chiedono le dimissioni riconoscono “esperienza ed indubbia imparzialità”.
Allo stesso modo, ribadiamo la piena disponibilità ad un leale confronto con la municipalità aquilana al fine di esaminare il problema del conferimento dei rifiuti provenienti dal capoluogo, significando, però, che la quantità dei rifiuti conferiti da ASM spa rappresenta il 57,74% del totale conferito al TMB da tutti i soci di Cogesa ed il 67% di quelli che vengono smaltiti in discarica. Inoltre, la qualità dei rifiuti provenienti dal Capoluogo, trattandosi di rifiuti indifferenziati (la raccolta differenziata è limitata al 39%, ben al di sotto degli obiettivi prescritti dalla legge), determina un’eccessiva presenza di frazione organica nel rifiuto indifferenziato conferito all’impianto, dalla quale scaturisce il tanfo irrespirabile lamentato dalla popolazione e i maggiori costi per la lavorazione dei rifiuti a carico della Società.