Sulmona, 2 febbraio– Primo appuntamento a Sulmona, dell’Università Sulmonese della Liberà Età, con un’interessante conferenza tenuta dal professor Fabio Valerio Maiorano storico, araldista, Deputato di Storia Patria, avente come tema Celestino V, il papa santo di Sulmona, figura millenaria ed immortale la quale, da sempre, è oggetto di studi, approfondimenti, analisi, confronti, dibattiti. Molti i temi affrontati da Maiorano, ad iniziare dalla sua permanenza nella città di Sulmona per decenni, percorrendo lo storico ed interessante itinerario di Pietro Angelerio il quale sarà Sua Santità Papa Celestino V, il quale sarà sul Monte Morrone. Si sostiene che Celestino nasca in terra laboris in Castrum Sancti Angeli; Fabio Maiorano precisa che la terra di lavoro non è il Molise, ma la Campania. Isernia non è un castrum ma una civitas quindi, secondo Fabio Maiorano, è esclusa a priori. Altro tema affrontato è il buco sul cranio di Celestino la cui salma, le cui spoglie mortali, si trovano nella basilica di Collemaggio nella città di Aquila. Tale procedura la si praticava a quelle persone che, una volta morte, non dovevano tornare. Quando Pietro Angelerio giunge sul Morrone si sono appena insediati i Cistercensi alle pendici della montagna in Santa Maria del Corboni o Crobonis; elementi di natura Cisterciense dei quali, secondo Fabio Valerio Maiorano, non possiamo non tener conto. Celestino si deve considerare sulmonese in quanto, per cinquant’anni, sarà sulle nostre montagne per libera scelta decidendo, liberamente, di voler appartenere alla comunità della città di Sulmona e dei territori limitrofi la comunità peligna. Argomenti, temi di notevole importanza, i quali hanno determinato al termine della conferenza un interessante dibattito storico culturale. La figura di Celestino è sempre oggetto di analisi storico culturali interessati. Il prossimo appuntamento è in programma Mercoledì 8 febbraio, con la conferenza di Alberto Tanturri, avente come tema Caccia alle streghe. Tutti gli appuntamenti avranno luogo alle ore sedici nell’Aula Magna dell’Istituto d’istruzione superiore “Ovidio”
Andrea Pantaleo