Sulmona, 9 marzo- La sentenza con cui il Tar del Lazio ha respinto il nostro ricorso contro la concessione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), relativa alla centrale di compressione Snam, non ferma certamente la nostra lotta – che dura ormai da 15 anni – per impedire la realizzazione della centrale e del metanodotto. Si tratta di una sentenza illogica, iniqua e con molte incongruenze. I 10 punti del ricorso meritavano una ben diversa valutazione, e tra essi ne spiccano almeno tre. Così in una nota i rappresentanti dei Comitati cittadini per l’ambiente e del Coordinamento No Hub del Gas.
Per quanto riguarda il rischio sismico, spiegano gli ambientalisti, il Tar afferma che nella realizzazione dell’opera la Snam si adeguerà ai parametri più stringenti stabiliti dall’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Ci mancherebbe che non lo facesse. Il problema è un altro: gli elaborati presentati dalla Snam sulla sismicità dell’area della centrale erano del tutto inadeguati ed è su questi che è stata rilasciata l’AIA. Infatti, lo studio dell’INGV, che ha ribaltato radicalmente quello della Snam, è stato consegnato dopo la conclusione del procedimento AIA. A fronte di questa fondamentale fatto nuovo, di cui si era però a conoscenza, la procedura non poteva essere chiusa, ed è pertanto inaccettabile la decisione del Tar.
Altra assurdità è quella relativa alla presenza dell’Orso nell’area della centrale. Il Tar sostiene che gli effetti negativi sulla fauna protetta, quindi anche sull’Orso bruno marsicano, specie ad altissimo rischio di estinzione, sono stati considerati in sede di Valutazione di Impatto Ambientale. Il che è impossibile, perché la VIA è stata rilasciata il 7 marzo 2011, mentre il rapporto dei Parchi nazionali della Maiella, PNALM e Riserva del Genzana attesta che la presenza dell’Orso nell’area della centrale è accertata scientificamente a partire dal 2012 e che da allora la stessa area è un importante corridoio faunistico per l’Orso. Quindi Il problema non è stato preso in esame dalla VIA ma doveva necessariamente essere valutato nell’ambito del procedimento AIA.
Per quanto concerne l’impatto della centrale sulla qualità dell’aria e sull’ambiente il Tar addossa incredibilmente al Comune di Sulmona la responsabilità di non aver fornito delle prescrizioni sanitarie al riguardo. Ma dagli atti del procedimento AIA risulta chiaramente che il Comune aveva chiesto un rinvio della Conferenza dei servizi conclusiva in quanto la ASL, organo tecnico a supporto del Comune, era impossibilitata a relazionare nel merito perché impegnata nelle problematiche relative al Covid.Va ricordato che si era in piena emergenza da pandemia e il rinvio sarebbe stato del tutto giustificato. Il Ministero, invece, ha usato due pesi e due misure: ha negato il rinvio al Comune mentre, sempre con la motivazione del Covid, ha concesso alla Snam il rinvio di un anno per l’inizio dei lavori.
Ormai è tutto chiaro: in nome dei profitti della Snam e dell’ENI, conclude il documento, il nostro è un territorio che va sacrificato. La democrazia e i diritti fondamentali dei cittadini vengono calpestati brutalmente da un governo che (al pari dei governi precedenti) dimostra ogni giorno di più di essere totalmente asservito agli interessi delle grandi società del settore fossile. E tutto questo avviene nel silenzio della politica e delle istituzioni locali.
Ma la nostra battaglia civile e nonviolenta continua, come continua quella di tutti gli altri territori che sabato 11 marzo si ritroveranno a Piombino nella manifestazione nazionale per la difesa del clima, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per la rapida dismissione dei combustibili fossili che stanno portando al collasso il nostro pianeta”.