Sulmona, 15 aprile– “È un progetto sbagliato, il cui scopo è quello della secessione del Paese, i territori più ricchi del Nord da quelli del Sud, come l’Abruzzo. Ci batteremo perché non vada in porto. Lo faremo anche per il Presidente Marsilio che tace per ragioni politiche anteponendo, e non è una novità, gli interessi del suo partito a quelli della Regione che amministra. È molto grave”: lo ha detto il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese, intervenendo a Pescara all’evento sull’autonomia differenziata organizzato dalle organizzazioni datoriali e sindacali.
Per Fina “è positivo che ci siano occasioni di approfondimento promosse dalle associazioni, come quella di Pescara : la nostra regione è del resto l’unica dove queste si coordinano per promuovere temi di interesse generale. I cittadini devono conoscere i contenuti del provvedimento, va spiegato quello che accadrebbe a servizi come la sanità, la scuola, i trasporti pubblici, su cui si fonda l’unità del Paese. Di certo è da contrastare un progetto come quello dell’autonomia differenziata portato avanti dal governo, a maggior ragione in una fase storica in cui le diseguaglianze del Paese sono sempre più gravi, a cominciare da quelle territoriali. Vanno fatte politiche per ridurle, invece si punta all’autonomia fiscale dei territori, che spaccherebbe definitivamente il Paese”.
Anche Michele Lombardo( Segretario regionale Uil), in rappresentanza delle associazioni datoriali e dei sindacati, ha espresso diverse perplessità. “Prima di giungere ad un’autonomia differenziata tra regioni, così come pensata dal Governo, occorre eguagliare le condizioni di partenza dei servizi, delle infrastrutture mobili e immobili, delle possibilità di accesso al mondo dell’istruzione e del lavoro tra le regioni del Nord e quelle del Sud del Paese – ha argomentato il segretario della Uil– ci chiediamo, inoltre, in che modo il progetto di riforma possa essere finanziato, visto che lo Stato non ha risorse fresche da stanziare e ci auguriamo che l’idea non sia quella di dirottare altri fondi, particolarmente preziosi soprattutto per le regioni a ritardo di sviluppo, come ad esempio il fondo di sviluppo e coesione”. Lombardo ha quindi bocciato la proposta di riforma, ricordando che “non è costituzionalmente possibile pensare che all’interno dei nostri confini ci possano essere cittadini di serie A di serie B, semplicemente in virtù del luogo in cui si nasce o si risiede”.