Castel di Ieri, 28 maggio- Ieri pomeriggio, sabato,, il Comune di Castel di Ieri ha presentato, per un confronto con i propri cittadini, il Piano di Protezione Civile che dovrà essere approvato successivamente in consiglio.
Il sindaco Fernando Fabrizi ed il tecnico incaricato della realizzazione, arch. Flavia Sinisi, hanno presentato in sintesi le slide descrittive del piano che dovrà essere un documento vivo e da aggiornare e non da archiviare in un armadio come spesso succede.
Sono intervenuti alcuni componenti dell’amministrazione comunale ed i rappresentanti del Gruppo Intercomunale Volontari di Protezione Civile della Comunità Montana Sirentina.
L’incontro è stato molto proficuo, grazie soprattutto alle osservazioni ed ai contributi da parte di alcuni cittadini, ex tecnici ed operatori dei VVF e del Corpo Forestale, ora in quiescenza, ma competenti in materia e profondi conoscitori del territorio con le sue esposizioni e le vulnerabilità ai vari rischi, ormai per il territorio dell’Appennino abruzzese preminenti e costanti: sismico, idraulico-idrogeologico e incendi boschivi.
Gli organizzatori dell’evento hanno pertanto preso debita nota delle preziose osservazioni evidenziate nel corso del dibattito.
Il comune di Castel di Ieri con i sui circa 300 abitanti e per le piccole dimensioni urbanistiche , presenta poche variabili per quanto riguarda per esempio gli edifici strategici, per l’assenza di scuole, caserme, ospedali o nell’individuare le “Aree di Attesa” e le “Aree di Ricovero della popolazione” ma le modalità con cui l’Amministrazione comune sta operando, rappresenta una buona pratica per i piccoli comuni montani abruzzesi che avrebbero bisogno strategicamente anche di piani intercomunali per poter operare in un’economia di scala, in considerazioni altresì delle scarse risorse umane oltre che economiche di ognuno.
Il sindaco è autorità e primo responsabile di protezione civile ma per poter esercitare le attività di previsione, prevenzione, soccorso, per una buona protezione civile, non può essere in grado di assolvere, se al fianco non ha creato una squadra già formata, soprattutto “in tempo di pace” e non solo come previsto nel Piano, in fase operativa emergenziale nel C.O.C. (Centro Operativo Comunale) con le varie funzioni di supporto per poter assolvere agli obblighi normativi.
In sintesi è auspicabile il passaggio da una cultura ancora “solo dell’emergenza” a quella di un’autentica “Protezione Civile”.
Giovanni Pizzocchia