Sulmona, 8 giugno- A Case Pente c’è una necropoli, proprio nel sito in cui la Snam intende costruire la sua dannosa e inutile centrale di compressione. Finora sono state scoperte sette tombe, tra cui una di un guerriero con la sua lancia. Accanto ai resti dei defunti sono state rinvenuti anche vasi, ciotole e altri oggetti, secondo l’usanza delle antiche sepolture. Tutte le tombe finora emerse dagli scavi risalirebbero all’epoca romana e italica.
In occasione dell’assemblea pubblica che si terrà venerdì 9 giugno alle ore 17 all’Auditorium della Annunziata verranno mostrate le immagini che testimoniano la scoperta della necropoli.
E’, questa, la conferma che l’area di Case Pente costituisce “un complesso archeologico tra i più importanti ed inediti dell’area peligna, che cela i resti di un insediamento vasto ed articolato, con tracce della viabilità, dell’abitato, della necropoli”, come scrisse la Soprintendenza regionale per i Beni Archeologici quando espresse parere negativo in merito alla richiesta di Toto di aprire una cava nella suddetta località.
Infatti, proprio a Case Pente – spiegano in una nota i Comitati Cittadini per l’ambiente-venne rinvenuta l’iscrizione detta “dei callitani”, conservata presso il museo dell’Annunziata di Sulmona, che attesta la percorrenza tratturale della zona fin dal I° secolo avanti Cristo. Nel 1887 lo studioso Antonio De Nino, nel suo volume “Notizie degli scavi di Antichità” riferì di sepolture di epoca romana e italica venute alla luce in occasione di lavori relativi alla strada che porta a Campo di Giove.
Che l’area della centrale sia di evidente interesse archeologico lo ha attestato la stessa Snam, nella relazione preliminare rimessa alla Soprintendenza archeologica dell’Abruzzo nel febbraio 2019. In detta relazione la Snam giunge alla conclusione che “la presenza massiccia di reperti e le pregresse segnalazioni, seppur generiche, non lasciano dubbi sull’esistenza in loco di un insediamento diffuso ed articolato nello spazio e nel tempo, a maglie larghe, di epoca italica e romana, compreso tra due importanti assi viarie che dalla conca peligna si dirigevano e si dirigono verso Est”.
I lavori che hanno portato alla scoperta della necropoli a Case Pente fanno parte delle attività preliminari che la Snam sta svolgendo prima dell’inizio dei lavori per la costruzione della centrale. Nel merito i Comitati cittadini per l’ambiente hanno presentato un esposto ai Carabinieri Forestali e diffide sia alla Regione che al Ministero dell’Ambiente con cui si evidenzia che l’autorizzazione della Snam è da ritenersi decaduta il 7 marzo scorso poiché i lavori per la centrale avrebbero dovuto avere inizio solo dopo aver adempiuto alle prescrizioni “ante operam” stabilite dal Decreto V.I.A. Il che non è avvenuto. Conseguentemente i Comitati hanno chiesto alle autorità preposte di adottare tutte le iniziative del caso, non escluso il sequestro del cantiere.