Nonostante le criticità Comune e CIMA lavorano per giungere ad una soluzione ottimale-
Sulmona, 16 giugno-La passata gestione del canile comunale di Sulmona è al centro di una controversia tra i volontari della LIDA (Lega Italiana Diritti Animali) e il Comune.
Abbiamo incontrato l’assessore all’ambiente, dott.ssa Catia Di Nisio, la quale, oltre alla grande disponibilità, ha mostrato di avere assai a cuore la problematica.
Effettivamente allo stato attuale esistono alcune criticità ma il Comune sta muovendo tutti i passi necessari per giungere ad una soluzione ottimale.
Innanzitutto sta cercando di reperire i fondi per i lavori di adeguamento della struttura e la realizzazione di un ambulatorio veterinario. Contemporaneamente sta lavorando alla preparazione di un bando per poter assegnare la struttura stabilmente e con tutte le garanzie. Ma soprattutto ha affidato temporaneamente la cura degli animali alla CIMA, una cooperativa che ha tutte le carte in regola per poter fare un ottimo lavoro.
La CIMA, iscritta da oltre un decennio all’Albo Regionale delle Associazioni Protezionistiche, gestisce da più di quindici anni il canile sanitario ed il rifugio di Sante Marie e da sette anni quello del capoluogo abruzzese. Ha maturato capacità tecnica e finanziaria, guadagnando solidità e buona reputazione. Numerose sono le adozioni realizzate nelle strutture gestite. Un biglietto da visita sicuramente validissimo.
Il titolare Emanuele Ermili in pochi giorni ha provveduto, oltre che alla cura, alla custodia e al mantenimento dei cani ospitati, al decespugliamento, alla derattizzazione e disinfestazione, allo spurgo delle fognature e allo smaltimento dei reflui, all’approvvigionamento di cibo e alla nomina del Direttore Sanitario. Sta procedendo alla corretta registrazione all’anagrafe dei 164 esemplari attualmente ospitati nel canile, con tutte le difficoltà legate al blocco dei sistemi operativi della ASL.
Quando la procedura sarà ultimata, verrà comunicato al Comune il giorno di apertura al pubblico. Nel rispetto della normativa vigente, sarà data anche la possibilità, a chi ne farà opportuna richiesta avendo le competenze necessarie, di far sgambare i cani. Comune e CIMA, dunque, stanno lavorando congiuntamente per ottenere i migliori risultati.
Sarebbe auspicabile che le associazioni di volontariato dessero il loro prezioso contributo: in fin dei conti tutte le parti coinvolte hanno a cuore il benessere, la salvaguardia e la sicurezza degli animali.
Si potrebbe proporre un tavolo tecnico, discuterne in maniera composta e fare in modo che le polemiche infruttuose lascino il posto ad una collaborazione proficua. Sarà possibile? Vedremo.
Francesca De Luca