SULMONA– Il governo “confonde il piano istituzionale con quello di partito”, Francesco Figliuolo è sicuramente una “figura autorevole”, ma sulla scelta del commissario “è parso che il problema fosse dire no all’Emilia Romagna”. Intervistato da La Stampa, Stefano Bonaccini non è contento della scelta del commissario, ma ora chiede di “recuperare il tempo perso” e sul Pd dice: “Dobbiamo irrobustire la nostra opposizione, affiancando ad ogni no una controproposta”.
Per Bonaccini, sulla vicenda del commissario, il governo “Prima ha deciso di separare la fase dell’emergenza da quella della ricostruzione, ignorando che in un’alluvione le due cose si tengono insieme. Poi hanno detto che il Commissario alla ricostruzione sarebbe venuto dopo mesi, di fronte al bisogno di aiutare subito famiglie e imprese e mettere in sicurezza il territorio. Infine, si sono divisi sul nome, impiegando un mese e mezzo a decidere. Di fronte alla nostra proposta di una collaborazione istituzionale che mettesse al centro i territori, che aveva funzionato – e bene – nella ricostruzione post-sisma del 2012, hanno fatto una scelta contraria. Ed è parso che il problema fosse dire no all’Emilia-Romagna e non nominare Bonaccini”. Commissario a parte, chiedete più soldi al governo per ripartire. Quanto serve? “Quasi 9 miliardi, di cui quasi 2 immediatamente per gli interventi urgenti”.