Sulmona, 31 luglio- “I fondi tagliati dal governo per l’ammodernamento della ferrovia Roma – Pescara vanno ad ingrassare la Snam che ottiene così, attraverso la rimodulazione del Pnrr, 420 milioni di euro per realizzare alcune sue opere fossili, prima tra tutte la centrale di compressione di Case Pente a Sulmona. Anche l’ENI partecipa al banchetto, col costoso e assurdo progetto CCS Ravenna Hub, attraverso il quale dovrebbe arrivare a immagazzinare nel mare di Ravenna 500 milioni di tonnellate di CO2. La rivelazione viene oggi esplicitata con una nota dai Comitati Cittadini per l’ambiente
“Se c’era ancora qualche dubbio che a dettare legge nelle politiche energetiche del governo Meloni sono le grandi multinazionali del settore fossile- si legge nel documento– ora il quadro che si è delineato toglie ogni perplessità. Ma non finisce qui, perché a fare le spese di questa inversione di rotta sono soprattutto i progetti relativi all’ambiente. Infatti, tra i tagli non c’è solo la ferrovia Roma-Pescara, che perde con l’ultima sforbiciata 620 milioni di euro, ma soprattutto i progetti per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico, quelli per la tutela del verde urbano ed extraurbano, quelli per l’utilizzo dell’idrogeno nei settori più energivori e quelli per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica: una vera e propria mazzata per Regioni e Comuni che in un solo colpo vedono andare in fumo quasi 8 miliardi e mezzo di finanziamenti che dovevano servire per far fronte agli effetti sempre più disastrosi del cambiamento climatico, con temperature da record al sud e alluvioni e bombe d’acqua al nord.
Alcuni giorni fa il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha lanciato il suo ultimo drammatico appello: “La Terra è nell’era dell’ebollizione globale; il cambiamento climatico è qui, è terrificante, ed è solo l’inizio; i livelli di profitti dei combustibili fossili e l’inerzia climatica sono inaccettabili”. E il governo cosa fa? invece di correre ai ripari finanzia nuovi inutili impianti fossili che accelereranno ancora di più la gravissima crisi climatica in atto. Sono i fatti a dirci che non c’è assolutamente bisogno di nuove infrastrutture nel settore metanifero, a cominciare dalla centrale Snam di Sulmona. Infatti, tra il 2022 e il 2023 si è avuto un calo dei consumi di gas di 8 miliardi e 500 milioni di metri cubi. E il trend continua: nei primi cinque mesi di quest’anno i consumi sono scesi di un ulteriore 13,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Tutte le previsioni confermano che da qui al 2030 vi sarà una drastica diminuzione dei consumi di metano, non solo in Italia ma in tutta Europa. Perciò il cosiddetto Hub del gas, colonna portante dell’anacronistico “Piano Mattei” del governo, si risolverà in un enorme spreco di denaro pubblico i cui costi graveranno sui cittadini italiani.
Ma a subire le conseguenze del folle progetto della Snam- spiegano ancora i Comitati- sarà soprattutto Sulmona e la Valle Peligna. Infatti, la particolare conformazione della nostra valle non solo fa registrare temperature più alte ma, a causa del fenomeno dell’inversione termica, provocherà un peggioramento della qualità dell’aria, e quindi della nostra salute, perché la nostra città sarà sotto una cappa di sostanze nocive emesse da ben due fonti inquinanti: la centrale di Case Pente e quella della Metaenergia. E tutto questo nella pressoché totale indifferenza dei nostri rappresentanti politici e istituzionali, che invece dovrebbero essere in prima linea nella difesa del nostro territorio. Ma la battaglia contro la centrale e il metanodotto non si ferma e andrà avanti fino all’ultimo.
Facciamo presente ai cittadini che in questo momento siamo alle prese con il pagamento delle spese per il ricorso al Tar Lazio da noi promosso contro la Snam e il Ministero dell’Ambiente, spese che ammontano a circa 6.500 euro. Coloro che intendono darci una mano possono farlo versando il loro contributo, tramite bonifico, al seguente Codice IBAN: IT71X3608105138247632947644 intestato a Mario Pizzola, con la seguente motivazione: ”Ricorso al Tar Lazio avverso AIA centrale Snam Sulmona”.