Sulmona, 11 settembre- Il Comune dell’Aquila mette fine alla lotta contro il metanodotto Sulmona – Foligno e sceglie di passare sotto le forche caudine della Snam. La decisione è stata ufficializzata in una riunione in cui il Comune ha convocato le Asbuc, ovvero le amministrazioni separate di Uso Civico.
I rappresentanti degli Usi Civici di Arischia, Aragno e Collebrincioni hanno sostanzialmente avallato la linea del Comune, a differenza dei rappresentanti della Asbuc di Paganica (la frazione più grande dell’Aquila) e San Gregorio i quali hanno annunciato che andranno avanti fino in fondo nel contrastare il progetto della multinazionale del gas. Lo annuncia stamani una nota dei Comitati Cittadini per l’ambiente che da anni si battono contro questo modello di progetto sul nostro territorio
“Che il Capoluogo di Regione – si legge nella nota – avesse imboccato la via della resa lo si era capito da tempo, almeno dall’ottobre scorso, quando il presidente Marsilio, all’indomani dell’autorizzazione del metanodotto da parte del nuovo Governo, aveva convocato i sindaci del tracciato con l’obiettivo di gestire i “30 denari” delle compensazioni che, per legge, dovrebbero arrivare dalla Snam. Quello stesso Marsilio che, voltando le spalle alle sacrosante ragioni dell’Abruzzo, aveva steso il tappeto rosso per far entrare nel territorio regionale le mastodontiche ruspe della Snam.
Da allora il Comune dell’Aquila non aveva dato più segni di vita, lasciando da solo il Comune di Sulmona nella presentazione del ricorso al TAR del Lazio.
Ora Regione e Capoluogo, insieme, per la verità, ad altri Comuni dell’Aquilano sono tutti allineati e supini di fronte alla prepotenza di un Governo che, con l’unico scopo di favorire gli interessi della Snam e dell’ENI, impone con la forza un’opera anacronistica e inutile. Grazie a politici e amministratori che tradiscono il mandato per cui sono stati eletti, la Snam avrà campo libero nel devastare oltre cento chilometri di territorio abruzzese in cui sono presenti coltivazioni di pregio, boschi, bacini acquiferi, usi civici e siti archeologici. E lo farà attraverso un’opera pericolosa (si pensi alle tante esplosioni di gasdotti, tra cui quella di Mutignano di Pineto del 6 marzo 2015) in aree altamente sismiche come quelle dell’Abruzzo. Il terremoto dell’Aquila non ha insegnato nulla?
In occasione dell’incontro promosso dal Comune dell’Aquila, si legge ancora nel documento degli ambientalisti, i rappresentanti dell’Asbuc di Paganica e San Gregorio hanno ricordato che il sisma del 6 aprile 2009 ha provocato la rottura dell’acquedotto e l’esplosione della tubatura del gas nella frazione e che il metanodotto è stato approvato senza il necessario studio sismico da parte dell’INGV. “Quella della Snam è un’opera sciagurata – hanno detto – che interferisce pesantemente sull’assetto urbanistico dei Comuni coinvolti, distruggerà numerosissime cave di tartufi oltre a tante sorgenti; produrrà un impatto pesantissimo non solo sotto il profilo ambientale e paesaggistico ma anche sulle attività economiche. Non sono neppure rispettate le distanze di sicurezza per garantire l’incolumità dei cittadini. L’opera non porterà nessun beneficio, perché non serve né all’Abruzzo né all’Italia; essa comporta solo rischi e danni irreversibili, e rappresenta uno sfregio ed un affronto per una comunità che da molti anni è impegnata nella difesa e nella valorizzazione di questo territorio. L’atteggiamento del Comune dell’Aquila è incomprensibile e inaccettabile, anche se il Comune si tira indietro noi continueremo la lotta”.