La lettera aperta ai sindaci soci del Cogesa che nella seduta del 20 Ottobre scorso, a maggioranza, ha ritenuto di eliminare il ristoro ai Comuni di Sulmona e Pacentro diramata oggi e firmata dagli Assessori comunali della città Geol. Catia Di Nisio Assessora all’Ambiente Dott.ssa Katia Di Marzio Assessora alle Partecipate ha già scatenato una serie di polemiche ma ha aperto anche alcune amare riflessioni sulla scarsa coesione territoriale che unita ad una politica fantasma incapace di ragionare e costruire forme di solidarietà diffuse per aiutare la crescita delle nostre comunità si divide su tutto. Ecco il testo integrale della lettera
Sulmona, 30 Ottobre- Il contributo ambientale, hanno scritto Di Nisio e Di Marzio, è un ristoro per i disagi ambientali patiti dai territori in conseguenza della presenza di un impianto, ed è data facoltà ai Sindaci dei Comuni Soci, anche di quelli su cui non insiste l’impianto, di decidere se riconoscerla o meno.
Ora che l’impianto del COGESA, sito in frazione Marane, nel Comune di Sulmona sia un detrattore ambientale non è una novità, anzi diremmo che è un dato inconfutabile. Sono anni che le popolazioni che vivono su quei territori lamentano odori nauseabondi, traffico di mezzi pesanti e temono per la loro salute.
Nel 2022 è stata attivata dal Comune di Sulmona una convenzione con l’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale (ARTA) volta proprio al monitoraggio della qualità dell’aria, monitoraggio ancora in corso e di cui si avranno i risultati per la fine dell’anno. Un accordo che è stato attuato impiegando proprio una parte di quei fondi provenienti dal ristoro ambientale.
Perché la logica del ristoro ambientale parte proprio dalla considerazione oggettiva che la presenza di un impianto, anche qualora fosse gestito bene, rappresenta comunque una criticità in termini di impatto ambientale e paesaggistico, ed è dunque giusto che il o i territori che lo ospitano siano “compensati” economicamente, anche per mettere in atto interventi e progettazioni che attenuino quegli impatti.
Tra l’altro questa cancellazione del ristoro ambientale viene in un momento di grande crisi economica e gestionale del COGESA, ed è quindi un modo per fare “cassa”, per cercare, rastrellando un po’ dovunque, di coprire il grande buco economico creato nella gestione della società. E quei soldi nel capitolo “ristoro ambientale” per i Comuni ribelli di Sulmona e Pacentro saranno apparsi come una manna dal cielo, un modo per recuperare qualcosa e per “punire” l’azione di disturbo di chi in questi ultimi due anni ha esercitato, come previsto dalla norma, un controllo assiduo e profondo sulla partecipata. Magari sarebbe stato più giusto ed efficace, anche in termini di politica sulla produzione dei rifiuti, proporre delle tariffe di conferimento molto più pesanti per quei comuni che hanno ancora valori di percentuali di raccolta differenziata bassi.
Ora, evidentemente, i Sindaci che hanno votato a favore dell’eliminazione del ristoro, ritengono che l’impianto, comprensivo della discarica, non rappresenti un elemento particolarmente impattante sul territorio e sulla popolazione.
Ci auguriamo pertanto, e sotto questo aspetto vogliamo essere fiduciose, che in un futuro (molto prossimo) questi Sindaci offrano la loro massima disponibilità ad individuare, sui territori di loro competenza, un sito per una nuova discarica, in cui conferire il sovvallo dei rifiuti di tutti e 64 i comuni soci, tenuto conto che l’impianto di Sulmona è ormai in esaurimento.
f.to Geol. Catia Di Nisio
Assessora all’Ambiente
f.to Dott.ssa Katia Di Marzio
Assessora alle Partecipate
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