Sulmona,18 dicembre- “All’agricoltura abruzzese e, in particolare, al settore vitivinicolo servono ristori diretti, più che prestiti. Il Governo Regionale deve capire la particolare struttura della filiera vitivinicola abruzzese fatta di 15.000 viticoltori che non possono essere ristorati con nuovo indebitamento. Serve un ristoro per superficie. La previsione di un prestito di 10.000 euro per le imprese singole e 15.000 euro per le cooperative erogato tramite la Fira non solo non è una risposta esaustiva, è una misura assolutamente inadeguata sia per le cantine sociali che rappresentano l’80 per cento della produzione enologica nazionale, ma soprattutto per gli imprenditori vitivinicoli. La Regione può e deve fare di più”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci.
“Come abbiamo già proposto in sede di Consiglio regionale straordinario, da noi chiesto per focalizzare l’attenzione sulle condizioni in cui versa oggi il comparto, con la manovra di fine anno la Regione potrebbe destinare al settore, vitivinicolo in primis, almeno 20 milioni di euro per ristorare le aziende che hanno subito un danno di almeno il 40%, modulando gli aiuti in base alle percentuali di danno subito – spiega Paolucci – . Non servono prestiti a pioggia, dunque, ma un ristoro a ettaro, com’è stato fatto già per altre colture, una somma che potrebbe arrivare a circa 1.000/1.500 euro ad ettaro, in modo da garantire respiro a una base fatta di almeno 15.000 viticoltori che oggi sono alle prese con i costi di una stagione nera, ma hanno seri problemi a impostare la prossima vendemmia. Risorse che proposi con emendamento e norma già nel mese di luglio.
Questo sì che sarebbe un primo concreto segnale di vicinanza della Regione al settore vitivinicolo- aggiunge Paolucci– che poi dovrà essere accompagnato da uno stanziamento cospicuo da parte del Governo nazionale attraverso il riconoscimento dello stato di calamità. E a poco servono anche le risorse ottenute grazie al Consiglio straordinario di fine ottobre voluto dalle opposizioni e prima non previste, ma che sono ben poca cosa rispetto a quelle necessarie per consentire alla nostra agricoltura di risollevarsi e anche a fronte degli impegni presi dal sottosegretario D’Eramo nei ripetuti incontri fatti sul territorio nei mesi scorsi, a cui non ha fatto riscontro alcun tipo di risposta né da parte della Regione né tantomeno del Governo. Pensare di risolvere i grandi problemi del settore solo con 4.655.000 euro erogati tramite Fira significa non avere cognizione e visione del futuro della nostra agricoltura, su cui investire serve anche a produrre lavoro per le ultime generazioni, affinché il ricambio generazionale scriva le pagine future della filiera”.