Studio Cna sui primi nove mesi 2023: 906 milioni d’incremento quarta performance d’Italia Saraceni e Calice: creare le condizioni per favorire le produzioni delle nostre piccole imprese
Sulmona, 11 gennaio- – Sono le grandi multinazionali dell’automotive e della farmaceutica a trainare la ripresa delle esportazioni abruzzesi. Lo dice lo studio realizzato da Aldo Ronci su dati Istat e Coeweb, per conto di CNA Imprenditori d’Italia Abruzzo, sui risultati relativi ai primi nove mesi del 2023.
L’indagine è stata presentata questa mattina a Pescara nel corso di una conferenza stampa cui prendono parte – con lo stesso Ronci – il presidente e il direttore regionale della CNA Savino Saraceni e Silvio Calice.
Tra gennaio e settembre dell’anno passato – dice così lo studio – la nostra regione ha fatto segnare un incremento di 906 milioni di euro, pari al 13,7%, rispetto allo stesso periodo del 2022: se allora l’insieme dell’export regionale ammontava a 6.615 milioni, nello stesso periodo del 2023 si passa a 7.521, dato che piazza la nostra regione al quarto posto della graduatoria nazionale, con una media Italia quattordici volte inferiore.
Ma i numeri, indubbiamente positivi, dicono anche altro: ovvero che i pilastri di questa buona performance sono due, perché al tradizionale punto di forza della produzione dei mezzi di trasporto si è aggiunge ora anche il farmaceutico. Dei 906 milioni di incremento registrati, infatti, se è vero che la fetta maggiore (418 milioni, pari al 46%) è dovuta ancora alla produzione dei mezzi di trasporto realizzata in Val di Sangro, è pur vero che dal comparto della produzione di medicinali arriva una crescita di 354 milioni, che vale un robusto 39% in più rispetto al 2022.
Quanto ai territori, le variazioni dell’export nelle province abruzzesi riflettono nella loro disomogeneità le tendenze delineate dei settori-chiave. Dunque, se Chieti (+429 milioni) e L’Aquila (+249) riflettono i risultati di automotive e farmaceutica, è invece il Teramano a manifestare (con 161 milioni in più) una dote di maggiore versatilità complessiva, visto che gli incrementi arrivano anche dai prodotti tessili e dell’abbigliamento (+34 milioni; 27,3%), dall’alimentare (+26;+32,7%), dagli accessori veicoli (+44;+52,5%): insomma, un paniere decisamente più variegato di altri territori. Tutto ciò mentre il Pescarese si piazza in fondo alla graduatoria con un incremento di 66 milioni.
Ma i buoni risultati dell’andamento dell’export abruzzese chiamano in causa anche le prospettive per il mondo delle micro e piccole imprese. Aspettative richiamate sia dalle parole del presidente regionale di CNA Imprenditori d’Italia Abruzzo, Saraceni («Si deve capire quale effetto positivo questi risultati potranno produrre in futuro per il nostro mondo») che in quelle del direttore Silvio Calice che lancia un messaggio anche al mondo istituzionale, Regione in testa: «Si tratta di favorire processi di aggregazione positivi del mondo delle micro imprese, soprattutto legate al food, ma anche ad altri comparti produttivi. Reti che possano creare le condizioni per un loro approdo positivo sui mercati internazionali».