A pochi giorni dalla scadenza dei termini per la presentazione delle liste lo scacchiere dei partecipanti, salvo qualche sorpresa finale, sembra essere ormai completo e affollato almeno per quanto riguarda il Centro Abruzzo. Mai in passato si era registrato analogo fenomeno che molti considerano un vantaggio altri ancora un errore. Lo capiremo solamente dopo. Di certo per Sulmona ed il suo vasto territorio è un passaggio delicato che non può essere sciupato banalmente- La presenza di propri rappresentanti nell’Assemblea a Palazzo dell’Emiciclo ha un valore straordinario se non si vuole restare ancora isolati com’è capitato finora ma necessario per rendere un servizio utile all’intera comunità.
Sulmona,4 febbraio- Lo debbo confessare: a stimolare queste riflessioni è stato un mio anziano insegnante al Liceo che incontrandomi spesso in queste ultime settimane mi ha chiesto più volte notizie sui candidati della città (e ovviamente del territorio) per le prossime elezioni regionali.
Molti gli apparivano completamente sconosciuti, altri poco credibili. Da qui è nata l’idea di iniziare questo viaggio e provare a raccogliere, per quanto ci sarà possibile, testimonianze, confidenze ma anche sogni e speranze di questa esperienza fra i protagonisti di questi giorni nelle diverse formazioni.
Fra i partecipanti a queste elezioni, nella lista Italia Viva e dei Riformisti, c’è anche Daniele Di Bartolo (figlio di Bruno già consigliere regionale nel 1985/95), 52 anni, sposato con Cinzia, padre di due figli, avvocato da 24 anni, con una passione per la politica. In questa competizione è nella lista Italia Viva e dei Riformisti
In una fase tanto delicata della politica abruzzese e con un territorio come quello del Centro Abruzzo quasi dimenticato dalla Regione perché un giovane professionista ha deciso di scendere in campo?
Mi piace pensare che la mia candidatura abbia radici in un’appartenenza politica, quella di Italia Viva e dei Riformisti, e miri ad essere un tassello di un progetto politico che con essa possa partire, dando voce ad un’area rimasta ai margini della politica regionale, provinciale e di zona per troppo tempo.
Sanità, servizi, trasporti, occupazione, politiche giovanili, cultura sono queste le principali emergenze del momento del nostro territorio?
Senza voler sembrare apocalittico aggiungerei denatalità e spopolamento, i quali sono la causa e l’effetto delle emergenze citate.
Perché la Regione ed i suoi rappresentanti si sono occupati troppo poco di Sulmona e della Valle Peligna in questi ultimi anni? Non era mai capitato in passato. Tant’è che i rapporti sul territorio parlano chiaro Eppure Marsilio compare in un manifesto con la scritta “Continuiamo a crescere”
Marsilio è stato un ottimo segretario regionale di Fratelli d’Italia, partito che, non c’è dubbio, è continuato a crescere. L’Abruzzo ed in particolare modo le aree interne no.
Ed il fenomeno dello spopolamento come lo si combatte da queste parti tenendo conto che dalla Regione non è arrivata finora una ricetta adeguata?
L’Europa, troppe volte considerata matrigna, offre numerose opportunità che bisogna saper cogliere. Compito della politica è raccordare ciò che è rimasto del tessuto produttivo locale ed inserirlo in una progettualità più ampia per poter crescere. Se non torniamo a produrre ricchezza difficilmente qualcuno potrà pensare che questo sia un territorio in cui vivere. Se non ripopoliamo le aree interne difficilmente miglioreranno i nostri servizi.
Avvocato Di Bartolo, il suo papà nella lunga e positiva esperienza a Palazzo dell’Emiciclo, predicava sempre la necessità di favorire una coesione territoriale robusta quale ricetta necessaria per lottare insieme e dar forza al Centro Abruzzo. Lei è dello stesso parere?
Non lo sapevo! Ovviamente scherzo. Ritengo che sia una ricetta ancora attuale ma richiede la partecipazione di tutti e non solo a livello istituzionale.
Spesso sentiamo ripetere, a ragione, che la buona politica si misura dalla qualità delle idee. E’ d’accordo?
La politica senza idee è una politica senza anima, è gestione ordinaria, per la quale bastano i tecnici.
Tre iniziative che vorrebbe affrontare subito arrivando in Consiglio regionale
Le priorità del nostro territorio sono senza dubbio il servizio sanitario, il sistema viario e la rivitalizzazione del tessuto economico ma tutte le iniziative a riguardo non portano a risultati “subito” e considerata la natura di assemblea legislativa del Consiglio Regionale, ciò che può essere fatto subito ritengo sia un testo di legge per differire l’entrata in vigore della nuova legge urbanistica regionale, facendo in modo che spieghi efficacia ad una data successiva all’adozione degli strumenti urbanistici strategici da parte della Regione e delle Province, senza i quali il consumo di suolo zero resterà solo una pia illusione ed i Comuni si vedranno costretti a sostenere i costi di Piani regolatori (ora denominati PUC) che saranno superati l’anno dopo; allo stesso modo se, come appare assai probabile, la Camera dovesse approvare il ddl sul regionalismo differenziato, si dovrà fare in modo che la Regione Abruzzo si impegni a promuovere un referendum abrogativo.
E’ una strana campagna elettorale quella in corso dove in molti credono di catturare l’attenzione degli elettori con grossi manifesti e poche (finora) idee. Qual è la sua ricetta?
Confesso, sono caduto nello stesso errore e quindi per qualche giorno dovrete sorbire anche il mio di faccione. Gli slogan che accompagnano i faccioni tradiscono un’assenza di idee e l’unica ricetta si chiama impegno politico: le idee ed i progetti non nascono dal nulla ma da una frequentazione quotidiana delle stanze della politica. Fuori dall’impegno politico c’è vuota passerella. Il primo obiettivo che condivido con gli amici che mi hanno chiesto di candidarmi è la ricostruzione di un’area riformista in Valle Peligna, troppo spesso silente su temi di vitale importanza, quali le infrastrutture. E’ giunto il momento di tornare a far sentire le nostre opinioni, le elezioni regionali saranno solo un punto di partenza.
Cosa vorrebbe dire in un messaggio ai suoi elettori
Amici, spero che la mia candidatura alle regionali sappia parlare al cuore di quelle persone che credono ancora nella possibilità di invertire la rotta delle aree interne. La spoliazione dei servizi essenziali, la carenza di infrastrutture e l’assenza di opportunità lavorative sono la causa e l’effetto dello spopolamento.
Se non torniamo ad essere un luogo dove chi vi abita può progettare il suo futuro, difficilmente usufruiremo di servizi efficienti sul territorio. Abbiamo ancora tante risorse ma è giunta l’ora che la politica dia loro la forza di sentirsi parte di una progettualità più ampia, al cui interno inserirsi e crescere, utilizzando le numerose opportunità che l’Unione Europea offre.
Questa è la sfida che ci attende: recuperiamo la progettualità e non accontentiamoci dello spicchio di benessere quotidiano. A questo mira il progetto politico cui, in coerenza con la mia appartenenza, ho deciso di dare forza: il 10 marzo vota Riformisti e Civici per Luciano D’Amico, dai la tua preferenza a Daniele Di Bartolo.
Lucilla Di Vito