Sulmona, 12 aprile– Non è possibile procedere all’esame e alla validazione delle prescrizioni relative al progetto del metanodotto Snam se prima non viene effettuato lo studio sismico da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che è stato commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico. E’ quanto dichiarato e fatto mettere a verbale dai comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona in occasione della riunione del comitato di coordinamento VIA della Regione Abruzzo svoltasi ieri. Lo riferiscono stamani in una nota i Comitati Cittadini per l’ambiente
La riunione era stata convocata per l’approvazione di alcune prescrizioni stabilite dal Decreto VIA del 7 marzo 2011 riguardante il tratto di metanodotto Sulmona – Foligno, facente parte della Linea Adriatica.
“Gli ambientalisti, sentiti in audizione, hanno eccepito preliminarmente – si legge nel documento- che la Valutazione di Impatto Ambientale, risalente ad oltre 13 anni fa, è da ritenersi decaduta, e ciò alla luce della sentenza del Consiglio di Stato n.3937 del 2020 la quale ha sancito che la durata di 5 anni della VIA vale per tutti i progetti, anche per quelli presentati prima del 2008, come appunto è il caso della Snam.
I comitati hanno fatto trascrivere quanto dichiarato dal presidente dell’INGV, Carlo Doglioni, nella trasmissione di Presa Diretta andata in onda su Rai 3 lunedì scorso, e cioè che non esiste ancora lo studio sismico sul tracciato che la Snam ha scelto per il passaggio del metanodotto. Tale studio richiede una mole di indagini in sito al fine di individuare probabili faglie sismogenetiche attive e capaci, considerato che le aree attraversate dal metanodotto, come la Valle Peligna e l’intero l’Appennino, sono ad elevata pericolosità sismica. Pertanto, secondo i comitati, non si può procedere alla validazione delle prescrizioni stabilite dal decreto VIA perché, senza lo studio dell’INGV, non è possibile avere l’azione sismica di progetto con la quale confrontare l’opera e verificare il comportamento dinamico sia per quanto concerne la liquefazione che la stabilità dei versanti dei terreni.
Le preoccupazioni dei cittadini scaturiscono dal fatto che lo studio a suo tempo redatto dalla Snam in merito al sito della centrale è risultato fortemente carente sia per quanto riguarda l’azione sismica che la fagliazione. Infatti l’INGV, ripetendo a sua volta lo studio, ha rilevato – come ha detto Doglioni a Presa Diretta – valori di amplificazione locale che sono più del doppio di quelli adottati dalla multinazionale del gas. In sostanza l’INGV ha confermato quanto asserito dal geologo Francesco Aucone che da molti anni studia la pericolosità sismica delle aree appenniniche. La Snam ha sempre tranquillizzato le popolazioni sostenendo che i propri impianti vengono realizzati secondo criteri di massima sicurezza ma, alla prova dei fatti, le sue rassicurazioni si rivelano ampiamente inattendibili”.