Lo sostiene il vice Presidente del Consiglio Biasoli-
Pescara, 24 aprile– Nelle ore in cui si apprende la notizia dell’indizione della quinta asta per i due lotti delle Terme di Caramanico oggetto del fallimento (fissata per il prossimo 18 giugno), scopriamo, fra l’altro, che il soggetto che si è aggiudicato lo sfruttamento delle due sorgenti termali non avrebbe mai potuto partecipare all’asta precedente, la quarta.
Lo scorso 11 aprile, mediante un accesso agli atti, ho infatti chiesto ad Areacom, l’agenzia regionale per la committenza, se avesse già provveduto a sottoscrivere il contratto per lo sfruttamento delle acque di Caramanico Terme. La risposta che mi è pervenuta non solo non ha chiarito la faccenda ma ha alimentato nuove perplessità sulla procedura utilizzata dalla Regione Abruzzo.
Considerati i trascorsi di Areacom in relazione alla vicenda Naiadi, ciò che è emerso a dire il vero non stupisce più di tanto. Dopo quella pagina controversa confidavamo in un cambio di registro, invece dobbiamo constatare come anche sulle Terme di Caramanico si stia delineando un percorso poco chiaro. Lo sostiene in una lunga nota il Vice Presidente del Consiglio regionale Antonio Biasoli
Andiamo con ordine. Il Rup, con una nota del 15 aprile 2024, spiega Bisoli, ha risposto alla nostra richiesta rivelando come il contratto di concessione non sia stato ad oggi perfezionato in quanto i controlli sulla ditta aggiudicataria risultano ancora in corso. Ma c’è dell’altro. Ciò che colpisce maggiormente infatti è che i controlli siano in corso ormai da ben tre mesi, considerato che l’aggiudicazione risale al 29 gennaio.
A questo punto sorgono spontanei alcuni interrogativi. Perché annunciare, con grande clamore, per bocca del Presidente Marsilio e in piena campagna elettorale, l’intervenuta aggiudicazione quando invece ad oggi non si sono ancora conclusi i controlli di regolarità? Forse per l’esigenza di gettare fumo negli occhi nei cittadini di Caramanico, e in generale abruzzesi, nelle settimane precedenti il voto?
Cosa sta accadendo dunque in Regione per quanto concerne le Terme di Caramanico e in particolare lo sfruttamento delle sorgenti Santa Croce – Pisciarello? Ricordo, e in passato abbiamo già trattato dettagliatamente la questione, come l’aggiudicazione delle acque termali sia stata determinata in fretta e furia in pendenza dell’esperimento della quarta asta per l’acquisto dei due lotti della procedura fallimentare. Un’asta a cui l’impresa aggiudicataria – lo scopriamo solo ora, dopo la risposta al nostro accesso – non sarebbe convenuto partecipare, poiché, visto che sono ancora in corso i controlli e non ha ancora sottoscritto alcun contratto, lo avrebbe fatto senza la certezza della gestione delle acque termali. Pertanto, è del tutto evidente che la Dre s.r.l. difficilmente avrebbe preso parte alla quarta asta per i beni immobili: lo stabilimento termale e la Rèserve.
Stentiamo ad afferrare una linearità in tutto ciò. Dobbiamo infatti altresì ricordare che nella complicata gestazione della gara per lo sfruttamento delle sorgenti, bandita nell’ottobre 2023, si arrivò perfino a sostituire un componente della Commissione di gara, costringendo di fatto la Commissione ad individuare il vincitore in soli 7 giorni. Ebbene, dopo una simile accelerata, mediante un accesso agli atti finalizzato ad appurare se la Commissione avesse avuto modo di verificare la Capacità professionale dell’aggiudicatario, come richiesto esplicitamente dall’Art. 36 della L.R. n. 32/2007 – circostanza che a oggi è ancora ignota -, scopriamo invece che a distanza di tre mesi non si è ancora concluso il controllo dei requisiti di legge, non quelli della legge regionale sul termalismo, e dunque non è possibile procedere alla sottoscrizione del contratto.
Queste ambiguità si sommano alle perplessità, già più volte sollevate, riguardo ad un modus operandi che consente di fatto al soggetto aggiudicatario dello sfruttamento delle sorgenti di trovarsi in una posizione nettamente dominante rispetto alla partecipazione all’asta per i lotti della curatela fallimentare.
La luce in fondo al tunnel dunque appare ancora lontana. La comunità di Caramanico Terme si appresta a vivere un’altra estate drammatica dal punto di vista turistico e commerciale e senza alcuna garanzia di una prossima riapertura dell’impianto termale. Il nostro impegno continuerà ad essere orientato ad approfondire la questione, e in particolare questa serie di ritardi, errori formali e sostanziali, quale l’applicazione di norme superate, che rischia di prolungare il già lungo calvario del comprensorio della Maiella. Ci auguriamo che la Giunta Marsilio faccia lo stesso.
1 Commento
Scandaloso!!!
Una paziente delle terme che per oltre 20 anni ha beneficiato della qualità delle acque ed i cui effetti dovrebbero essere monitorati per cura e ricerca da parte delle istituzioni sanitarie e/o società affini. Grazie