Sulmona, 1 aprile- Il nostro viaggio nei riti ed eventi della settimana santa della città di Sulmona continua. Ci soffermiamo ora al rito della domenica di Pasqua, la secolare cerimonia religiosa della Madonna che scappa in Piazza, allestita dalla secolare Confraternita di Santa Maria di Loreto dal saio bianco e cordone e mozzetta verdi. Conclusa la messa solenne il corteo processionale esce dalla chiesa di Santa Maria della Tomba, sede della confraternita Lauretana, percorrendo piazza del Plebiscito, Corso Ovidio, entra in Piazza Garibaldi, un tempo Piazza Maggiore. Il corteo è costituito dai ceri pasquali simbolo della luce delle risurrezione, lo stendardo di colore verde, la crocetta, i santi Pietro e Giovanni i quali portano l’annuncio alla madonna che il figlio è risorto, il Cristo Risorto il quale è collocato sotto l’acquedotto d’epoca sveva, la processione è preceduta dalla banda musicale la quale intona ed esegue celebri ed immortali composizioni musicali; il corteo processionale è guidato e coordinato dai mazzieri e dai capi processioni eri i quali coordinano i reparti della processione.
I santi, percorrendo il plateatico di Piazza Garibaldi, giungono dinnanzi il portale della chiesa di San Filippo Neri nella quale è collocata la statua della Madonna vestita al lutto, per portare l’annuncio alla vergine che il figlio è risorto. Le prime due volte la tradizione vuole che la Madonna non creda, la terza volta si convince ed il portale della chiesa si apre nell’attesa ed emozione generali. L’apertura della chiesa di San Filippo Neri, l’apparizione della madonna, vengono accolte da applausi dalla folla in trepidante ed emozionante attesa. La statua inizia l’emozionante tragitto verso Piazza Garibaldi e, all’altezza del fontanile, inizia l’emozionante e secolare corsa verso il figlio risorto che le appare da lontano, raggiante, fra la folla esultante. La guida inizia a coordinare il passo cadenzato dello struscio insieme alla quadriglia dei quattro confratelli sacrestani d’onore che, la sorte del sorteggio, la dea bendata, ha designato essere i protagonisti della corsa.
Il volo dei colombi, il manto della vergine che cade, il vestito verde che torna a vestire Maria, il fazzoletto che cade ed è sostituito dalla rosa rossa, rappresentano un mosaico di tradizione religiosa secolare illustre, che appartiene all’intero mondo cattolico internazionale, a tutta la società civile. La corsa verso il figlio risorto esprimono emozione, commossa partecipazione. Molti occhi sono velati dalle lacrime; personalmente ho visto alcuni turisti commuoversi nel veder e vivere in prima persona i riti della settimana santa sulmonese. Conclusa la corsa il corteo processionale percorre le vie principali del centro storico cittadino fra cui Corso Ovidio, per far rientro nella chiesa di Santa Maria della Tomba alle ore quattordici circa. Ricordiamo anche la Pasqua del 2009 purtroppo terremotata, quando la notte fra domenica della palme e lunedì santo, alle ore 3.32, una scossa terribile di terremoto di lunga durata, colpisce il capoluogo di regione della città di Aquila provocando morte, distruzione, feriti, dolore, sgomento, terrore. La Pasqua sulmonese sarà senza sparo di petardi, senza la musica della banda, in un’atmosfera mai vissuta prima d’ora. Anche la processione del Cristo Morto del venerdì santo, allestita dall’Arciconfraternita della Santissima Trinità, vivrà atmosfere surreali. Il tragitto sarà ridotto con l’uscita della processione dalla chiesa percorrendo Corso Ovidio, facendo il giro della villa comunale e transitando in Corso Ovidio senza folla, con le finestre chiuse, in un silenzio terribile ed assordante, per poi giungere in Piazza Garibaldi dove ad attendere il corto funebre vi sono migliaia di persone, far il giro della Piazza, percorrere in senso inverso Corso Ovidio e far rientro nella chiesa della Santissima Trinità. Ricordiamo anche la Pasqua del 19 aprile 1987 quando piazza Garibaldi, come sempre, è stracolma di cittadini in trepidante attesa della corsa, con i balconi pieni di fedeli in gran fermento.
A mezzogiorno piazza Garibaldi ormai è stracolma di persone in ogni punto; molti come sempre sono i fedeli ed i sulmonesi tornati da ogni parte del mondo e d’Italia. La Madonna esce dalla chiesa di San Filippo e avanza lentamente; scorge il figlio risorto ed inizia la corsa; il manto nero cade e le dodici colombe si elevano verso il cielo fra botti, esultanza della folla, musiche celestiali. Poi in pochi istanti, a causa del fato malvagio e maligno, il portatore di destra, sul retro della statua, non riesce a tenere il passo ed il ritmo della corsa. Resiste ancora ma poi abbandona la presa alla staccia e cade a terra. La vergine s’inchina di dietro, sobbalza pesantemente nel contraccolpo dello staggio sul terreno; in piazza cala un silenzio assordante con la folla la quale è incredula. Molti fedeli piangono soprattutto anziani. Nella città di Sulmona vi è una antichissima tradizione legata alla corsa della Madonna, al volo degli uccelli. Si dice che l’esito del raccolto dei campi, il destino della millenaria città di Sulmona, dipendano dalla corsa della Madonna e dal volo degli uccelli. Sono retaggi di arcaiche credenze cittadine. Le tradizioni della settimana santa di Sulmona rappresentano un patrimonio secolare il quale è famoso in tutto il mondo. Molti sono anche i giornalisti e le testate televisive che giungono in città per i riti della settimana santa di Sulmona.
Andrea Pantaleo