Il Governo cancelli l’inutile e dannosa “Linea Adriatica”
Sulmona,20 maggio– “Se vuole essere coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia il Governo cancelli subito la Linea Adriatica della Snam e gli altri progetti basati sui combustibili fossili”. E’ quanto hanno chiesto ai dirigenti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica i Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona che da oltre sedici anni si battono contro l’inutile e dannoso progetto della multinazionale del settore fossile.
Nel corso della manifestazione nazionale svoltasi a Roma, davanti al Ministero, una delegazione di ambientalisti è stata ricevuta dal vice capo di gabinetto Fabio Tancredi. Della delegazione ha fatto parte anche Mario Pizzola il quale, in rappresentanza dei comitati che in tutta Italia si oppongono al mega gasdotto e alla centrale di compressione di Sulmona, ha detto: ”Il progetto Linea Adriatica va annullato. Oggi non ha alcun senso costruire nuove infrastrutture metanifere perché i consumi di gas sono crollati, non solo in Italia ma in tutta Europa. Poteva essere utile 20 anni fa, quando esso è stato concepito, perché si riteneva che i consumi dovessero continuare a crescere. Ma la realtà ha smentito queste previsioni. All’epoca, peraltro, non si aveva la piena consapevolezza della capacità fortemente climalterante del metano. La Linea Adriatica, di fatto accantonata, è stata riesumata e ritenuta “strategica” in conseguenza della guerra in Ucraina e della rinuncia al gas russo. Ma è accaduto esattamente il contrario. Proprio la guerra in Ucraina ha accelerato lo sviluppo delle energie rinnovabili e la necessità di abbandonare le fonti fossili, gas in primo luogo”.
“Lo ha riconosciuto la stessa Commissaria europea All’Energia, Kadri Simson, – ha aggiunto Pizzola – la quale nei giorni scorsi ha dichiarato: “Cercando di usare la nostra dipendenza dai combustibili fossili per soffocarci, la Russia ha accelerato la transizione verde europea. Non saremo più vulnerabili al ricatto energetico della Russia o di qualsiasi altro Stato. La diffusione senza precedenti delle energie rinnovabili in Unione Europea ne è la prova. Un continente povero di risorse fossili deve intraprendere la strada dell’energia pulita per raggiungere l’indipendenza energetica e la competitività economica”.
Renato Di Nicola, della Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, ha detto che non sono necessari neppure i nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna né le altre opere in progetto, come il raddoppio del Tap, il nuovo gasdotto EastMed – Poseidon da Israele e i rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle. Di Nicola ha evidenziato, inoltre, che il cantiere della centrale aperto dalla Snam a Sulmona è illegale in quanto l’autorizzazione a costruire è decaduta e non sono state ottemperate le prescrizioni ante operam previste dal decreto VIA. A fronte di questa situazione di illegalità il Ministero deve intervenire urgentemente.
La delegazione ambientalista, oltre alla questione Snam, ha rappresentato al dirigente del MASE le tante criticità riguardanti gli impianti, fossili e non, che vengono imposti alle comunità e che vanno chiusi perché continuano ad inquinare e a devastare i territori senza che il Governo adotti i provvedimenti necessari per salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini. Il vice capo di gabinetto Fabio Tancredi ha ascoltato attentamente gli interventi degli attivisti affermando che il Governo crede fermamente nella transizione ecologica ed è impegnato nel percorso per il superamento delle fonti fossili e la loro sostituzione con fonti pulite e rinnovabili. I rappresentanti dei comitati territoriali, in risposta, hanno sottolineato la plateale incoerenza tra le intenzioni dichiarate dal Governo e la sua politica energetica tutta sbilanciata a favore delle grandi compagnie del settore fossile. Pertanto le lotte continueranno con ancora più determinazione.
Al termine dell’incontro gli attivisti hanno consegnato a Fabio Tancredi una scatola con le lettere e i documenti, di ogni parte d’Italia, ai quali il Ministero non si è mai degnato di dare risposte.
Davanti all’ingresso del Ministero, al termine della manifestazione, sono stati lasciati scatoloni vuoti – vuoti come le iniziative ministeriali – con su scritto i nomi delle tante vertenze che attendono soluzioni: dalla raffineria Api di Falconara alla Linea Adriatica Snam, dagli impianti Eni e Snam di Ravenna all’Ilva di Taranto, dalle trivelle in Basilicata a quelle in programma nel Polesine, dagli impianti fossili di Brindisi agli inceneritori di Marghera e di Roma.