Sulmona, 23 maggio- Dopo l’annuncio della manifestazione degli ambientalisti per il Cantiere a Case Pente annunciata per la giornata di domenica è arrivata nel pomeriggio la replica della Snam che ha voluto puntualizzare la posizione della Società su alcuni punti. Dice la Snam
- Il cantiere di Snam di Case Pente non è illegale e l’affermazione per cui Snam opererebbe sul cantiere relativo alla realizzazione della Centrale di compressione di Sulmona a fronte di un’autorizzazione scaduta è falsa. Snam opera nel pieno rispetto delle normative vigenti e in trasparente raccordo con amministrazioni locali e altri enti competenti. Segnatamente, i termini della pubblica utilità e l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio della Centrale di Sulmona sono stati prorogati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nel luglio 2023.
- Rispetto alla valutazione d’impatto ambientale (VIA) inerente la centrale di Sulmona, si segnala che il Consiglio di Stato si è pronunciato più volte in favore della stessa, confermandone la validità con sentenze nel 2020 e nel 2021 (anche nell’ambito dei giudizi che si sono riferiti all’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio). Più di recente, il TAR Lazio, nel 2023 con due sentenze, passate in giudicato, ha poi confermato anche la validità del decreto di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA relativa alle emissioni) per la Centrale di Sulmona. Da ultimo, nel 2024 il TAR Lazio ha ulteriormente confermato la validità all’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del metanodotto Sulmona-Foligno.
- Più in generale, giova ricordare che i 5 tratti che costituiscono la Linea adriatica, funzionalmente autonomi fra loro, sono tutti autorizzati. In dettaglio:
- Massafra – Biccari (195 km; Puglia e Basilicata): in esercizio dal 2012;
- Biccari – Campochiaro (73 km; Puglia, Campania e Molise): in esercizio dal 2016;
- Sulmona – Foligno (170 km; Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria): autorizzato nel 2022, lavori previsti 2025 -2028
- Foligno – Sestino (114 km; Umbria, Marche e Toscana): autorizzato nel 2024, lavori previsti 2025 -2028
- Sestino – Minerbio (141 km; Toscana ed Emilia-Romagna), autorizzato nel 2015; lavori previsti 2024 -2026
- Rispetto all’utilità dell’opera, si consideri che l’Italia è il secondo Paese per consumi di gas dell’intera Unione Europea e, come la quasi totalità degli altri Paesi membri, dipende per circa il 95% dalle importazioni. Mantenere in salute le infrastrutture che garantiscono questi approvvigionamenti è dunque di importanza vitale. Ci sono, poi, gli scenari previsionali del Pniec (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), che confermano la centralità del metano anche nei prossimi anni: la domanda di gas stimata per il 2030, infatti, è in linea con quella del 2023, vicina quindi ai 60 miliardi di metri cubi.
Per il metano (oltre 61 i miliardi di metri cubi consumati in Italia nel 2023), lo scoppio del conflitto russo-ucraino ha fatto sì che la maggior parte dei flussi arrivino non più da nord (il gas russo è passato dal 33% del 2021 al 5% del 2023, e dal prossimo anno i contratti di transito del gas russo attraverso l’Ucraina scadranno anche formalmente!) bensì dai gasdotti che approdano a sud (Gela e Mazara del Vallo) e sud-est (Melendugno), con flussi che in questo caso sono passati dal 20% del 2020 al 51% del 2023. Tutto questo ha portato a saturazione le direttrici attualmente disponibili lungo l’asse che dal meridione raggiunge i poli di consumo del settentrione, rendendo evidente l’esigenza di una terza linea.
Va inoltre tenuto presente l’incremento dell’export verso l’Europa, pari – negli ultimi due anni di crisi energetica – a 7,2 miliardi di metri cubi. Una tendenza, peraltro, che potrebbe confermarsi anche alla luce di alcuni recenti sviluppi: il 19 marzo, ad esempio, Italia, Germania e Svizzera hanno siglato un patto di solidarietà relativo al gas, sulla base del quale i tre Paesi si impegnano a prestarsi mutuo soccorso in caso di emergenza, mentre lo scorso febbraio Germania e Algeria, a loro volta, hanno sottoscritto un accordo per forniture di gas. È di ieri, inoltre, la notizia che l’operatore austriaco OMV teme il blocco delle forniture da Mosca, situazione alla quale l’Austria dovrebbe ovviare importando da sud ed evidenziando così ulteriormente l’urgenza, e lo statuto europeo, di un’opera come la Linea Adriatica.
Tema sismico e frane.
- In ragione della particolarità dell’area attraversata dal tratto di metanodotto del progetto Linea Adriatica compreso fra Sulmona e Foligno, il 6 dicembre 2022 Snam, Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) e Istituto di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno sottoscritto un Accordo Quadro nel quale INGV è identificato quale “Ente Terzo” per verifiche e approfondimenti relativi al tema della sismicità ulteriori rispetto a quanto previsto dalla normativa di legge.
- In questo modo si è dato seguito alle prescrizioni degli enti preposti all’autorizzazione dell’opera contenute nel procedimento autorizzativo conclusosi a ottobre 2022 e richiamato nel Decreto del MASE del 29.11.2022 di Autorizzazione Unica alla costruzione ed esercizio dell’opera.
- La consegna dei risultati degli studi in carico a INGV è prevista entro la fine del 2024. Questo consente di rispettare il cronoprogramma di investimenti relativo a progettazione, realizzazione e messa in esercizio del metanodotto “Sulmona – Foligno”, che entrerà in esercizio entro il 2028.
- Snam Rete Gas, con lo scopo di valutare la presenza di ulteriori aree meritevoli di attenzioni particolari, ha condotto un’analisi comparativa sulla totalità dei territori attraversati dalla “Linea Adriatica”. Nello specifico sono state approfondite le seguenti tematiche sismiche: sismicità storica, pericolosità sismica di base, sorgenti sismogenetiche e presenza di faglie attive e capaci. Nel farlo ci si è basati su dati e informazioni ufficiali contenuti in database e in dati bibliografici gestiti da INGV e ISPRA.
- Gli esiti di tale indagine hanno confermato che l’unico tratto per il quale ha significato dare corso a ulteriori verifiche e approfondimenti avvalendosi della collaborazione di INGV è quello del metanodotto “Sulmona – Foligno”.
- Per i restanti tratti in progetto (“Foligno-Sestino” e “Sestino-Minerbio”), Snam Rete Gas ha comunque svolto gli studi di dettaglio e di approfondimento previsti dalla normativa vigente, inclusa la nuova normativa sismica per il calcolo strutturale NTC 2018, volti a definire la risposta sismica locale di dettaglio delle aree attraversate, nell’ottica di individuare le soluzioni costruttive più idonee.
- Giova altresì ricordare come la rete dei gasdotti e degli impianti di Snam Rete Gas è stata progettata e realizzata sulla base delle più restrittive normative nazionali e internazionali di riferimento, che garantiscono l’esercizio in condizioni di massima sicurezza, anche in presenza di eventi sismici. Anche in occasione dei più importanti terremoti registrati negli ultimi 50 anni (ad esempio Friuli 1976, Irpinia 1980, Abruzzo 2009, Emilia-Romagna 2012) l’infrastruttura di Snam Rete Gas non ha mai subito danneggiamenti né interrotto la propria operatività.
- Quanto al rischio frane, si segnala che i territori attraversati da asset di Snam possono giovarsi di un monitoraggio supplementare che consente di presidiarne meglio la stabilità: attraverso rilevazioni condotte a terra e informazioni derivanti da scansioni satellitari, infatti, Snam controlla i movimenti lenti del terreno e impiega a questo scopo figure dedicate, inclusi geologi.
- Quanto al costo dell’opera e alla misura in cui graverebbe sui bilanci delle famiglie italiane, vale la pena ricordare non soltanto che parte dell’investimento sarà coperto da un finanziamento di 300 milioni garantito da Cassa Depositi e Prestiti nell’aprile 2023, ma anche che la prima fase del progetto (centrale di Sulmona + metanodotto Sestino Minerbio), essendo rientrata nella revisione del PNRR condotta in ottica RepowerEU Plan, è stata riconosciuta idonea a ricevere 375 milioni di euro. Al di là di tali finanziamenti, da una veloce rielaborazione dei dati Arera si può rilevare come la tariffa relativa ai costi di trasporto del gas – stanti i prezzi attuali – pesi meno del 5% sul totale della bolletta che arriva nelle nostre case.
- Tutela dell’ambiente naturale. Una volta terminate le operazioni di posa dei gasdotti, inoltre, Snam si fa carico del pieno ripristino ambientale delle aree attraversate, procedendo al loro completo recupero naturalistico, paesaggistico e produttivo, con particolare attenzione al tema della biodiversità, monitorando anche lo stato di salute della fauna. Per mantenere la fertilità preesistente, ad esempio, viene accantonato e poi ridistribuito in superficie il preesistente strato superficiale del terreno, più ricco di sostanza organica. Per il ripristino vegetazionale, poi, Snam ricorre alla semina di un miscuglio formato anche e soprattutto da specie autoctone raccolte in loco, curandosi poi – nel corso del tempo – dell’attecchimento e della crescita delle piante. Le stesse attività di cantiere, inoltre, sono progettate e realizzate secondo logiche di economia circolare e, in ogni caso, per minimizzare il loro impatto: questo si traduce nell’efficientamento dei consumi d’acqua, nel contenimento di polveri ed emissioni (per esempio bagnando il terreno e riducendo la velocità dei mezzi), nell’adozione di accorgimenti per limitare l’inquinamento acustico e nell’impegno a garantire in tutti i modi la sicurezza delle persone.