A Bugnara in occasione della Rassegna “ la Primavera dei libri” 2024 la scrittrice pescarese ha entusiasmato i presenti con le sue testimonianze e ricerche, patrimonio prezioso dei nostri paesi che “vanno tutelate e ben custodite”. Poi le tante rivelazioni “ molte inedite” sul poeta bugnarese Vittorio Clemente
Bugnara, 26 maggio– Grande successo ieri per il quarto appuntamento della Rassegna” la Primavera dei libri” 2024 che ha come filo conduttore il patrimonio immateriale del nostro territorio. La Biblioteca “Nino Ruscitti” di Bugnara ha ospitato Daniela D’Alimonte con “Parole D’Abruzzo”.
Il volume appartiene alla nuova serie di Ianieri Edizioni targata “Comete. Scie D’Abruzzo”. Collana contenente 36 volumi e curata da Peppe Millanta.
Il testo è l’apri-fila di 12 volumi ed esamina i termini più iconici del dialetto abruzzese con grafia dialettale, trascrizione fonetica (vero e proprio strumento di comprensione linguistica universale) descrizione dell’uso e del modo nei proverbi o negli usi e costumi di un territorio rispetto ad un altro.
“Daniela D’Alimonte, glottologa di formazione, nonché Dirigente Scolastico, è autrice del volume di apertura della serie fucsia di “Comete. Scie D’Abruzzo” edita da Ianieri Edizioni – ha esordito Matteo Servilio- L’anno scorso abbiamo avuto ospite un testo della serie blu con Peppe Millanta che è, tra l’altro, anche il curatore della collana. Il volume che presenteremo oggi è a noi molto caro perché Bugnara ha dato i natali ad un esponente molto importante della poesia dialettale: Vittorio Clemente”.
“Per me è un piacere essere qui in questo paese suggestivo ed essere in questo Centro Studi che è un valore aggiunto per i piccoli centri – ha affermato l’autrice – Quando Ianieri me lo ha proposto ho subito accettato. Quello che posso esprimere con la lingua posso esprimerlo con il dialetto, è addirittura più espressiva essendo la lingua dell’oralità.
Clemente è da annoverare tra i più grandi poeti italiani del tempo. Clemente è riuscito ad esprimere le caratteristiche tipiche del decadentismo italiano nel dialetto. Le parole raccontano il nostro essere e quello che siamo stati. Dobbiamo preservare e tramandare i termini dialettali. Il dialetto è un valore aggiunto, è come se parlassimo due lingue”.
Nel corso dell’evento è stato possibile ascoltare la lettura di alcuni versi e estratti di opere di poeti abruzzesi, tra cui Vittorio Clemente e Gabriele D’Annunzio.
“La parola dialettale è un codice linguistico a tutti gli effetti e sottende alle regole della linguistica – ha aggiunto D’Alimonte – Con Ianieri abbiamo cercato di rendere più lineare un argomento che sarebbe risultato pesante. Ho voluto ricordare l’uso del dialetto nei proverbi, nei modi di dire e nelle citazioni dei grandi poeti, come D’Annunzio”.
“La Serie Fucsia vuole raccontare l’immaterialità dell’Abruzzo, in una terra che grazie al proprio isolamento si è mantenuta per secoli intatta, e che in poco tempo rischia di vedere scomparire il proprio passato sotto la frenesia del nuovo. Un’indagine però che non vuole essere nostalgica, ma mettersi al servizio della trasmissione di questo patrimonio culturale immateriale tra le generazioni, divenendo materiale vivo. Perché siamo ciò che ci è stato tramandato. E saremo ciò che riusciremo a tramandare” si legge nell’opuscolo di presentazione della Serie Fucsia.
Il dialetto, nel corso del nuovo Millennio ha indossato abiti del tutto nuovi (o, ormai, dismessi da qualche decade) grazie alla rivalutazione accademica, scolastica e sociale. Si è restituito al dialetto l’originale valore identitario di un popolo. La ricerca e lo studio sul dialetto irradiano svariate discipline abbracciandone i relativi punti di vista.
Dalla sociologia, alla linguistica e glottologia, passando per la storia e la letteratura, il dialetto è in grado di far luce sull’identità di un territorio affinché le radici non vengano mai dimenticate ma coltivate e irrorate con studio e orgogliosa consapevolezza.
Chiara Del Signore