Secondo il Vice Presidente Antonio Biasoli (Pd) il Governo blocca le deroghe urbanistiche della Giunta Marsilio e la Regione corre in parte ai ripari per evitare l’impugnativa.
Sulmona, 12 giugno- Arriva domani in Consiglio regionale il progetto di legge sulla Leale collaborazione tra Regione Abruzzo e Governo, una norma finalizzata a scongiurare l’impugnativa delle leggi regionali dinanzi alla Corte Costituzionale ponendo rimedio ai profili di illegittimità sollevati dal Consiglio dei Ministri.
Alcuni di questi rilievi sono relativi ad una materia molto delicata come l’urbanistica e meritano di essere portati all’attenzione dell’opinione pubblica oltre che del dibattito politico. Per la verità sono stati già oggetto di miei interventi, in altre occasioni, sia ogni volta che con continui provvedimenti inseriti in leggi omnibus il centrodestra è intervenuto su deroghe e incentivi, e poi nel corso dell’approvazione della nuova legge urbanistica regionale (l.r. 58/2023) attesa in Abruzzo da almeno 30 anni, per altro profondamente criticata anche dal Governo Nazionale per via del mancato confronto preliminare.
Dinanzi alle nostre rimostranze- spiega il Vice Presidente del Consiglio Antonio Biasoli (Pd)– la Regione ha fatto a lungo orecchie da mercante, almeno fino a quando non è arrivato l’intervento del Governo, che ha impugnato la legge alla Corte Costituzionale costringendo il centrodestra abruzzese a rivedere, almeno in parte, le proprie scelte.
Il Consiglio regionale ha infatti dovuto fare i conti con una durissima lettera del Ministero della Cultura, a cui ha posto rimedio con gli artt. 1 e 6 del progetto di legge in discussione.
L’art.1 interviene con alcune modifiche sul testo della nuova Legge Urbanistica, cercando di salvarla dalle forti critiche mosse dal Ministero della Cultura, che oltre al mancato coinvolgimento in fase di stesura della norma – necessario proprio a causa delle tante impugnative effettuate dal Governo sulle leggi regionali riguardanti questa materia – contesta alla Regione anche la mancata previsione, da noi sempre sostenuta in aula consiliare e fuori, della preminenza del Piano Paesaggistico Regionale sugli altri Piani, e la cui approvazione rappresenta ormai una vera e propria emergenza per la nostra Regione, e per la quale chiediamo a gran voce alla Giunta Marsilio di mettersi in moto.
Su questi due aspetti la Regione interviene solo in parte, dato che se da un lato coinvolge il Ministero della Cultura, e quindi le Sovrintendenze, tra gli enti coinvolti nella pianificazione anche nella fase preliminare, dall’altro continua a operare in assenza del piano paesaggistico regionale. Per quanto concerne altri aspetti invece la Regione continua a tirare dritto, per esempio sulla “stabilizzazione” della disciplina derogatoria del Decreto Sviluppo, inserita nella nuova Legge Urbanistica. Il Ministero fa presente che gli incentivi volumetrici, fino all’85% in caso di demolizione e ricostruzione, potrebbero generare problemi fino a minare la pianificazione operata dai piani regolatori (ora diventati Piani Territoriali). Lo avevamo più volte denunciato in aula anche noi, ma su questo aspetto, nonostante il parere del Ministero, la Regione non ha ritenuto di intervenire.
L’altra bocciatura arriva invece dal Ministero delle Infrastrutture e riguarda le proroghe di fine anno incluse nella legge di stabilità, che ha differito al 31/12/2024 il termine per l’utilizzo degli incentivi del “Piano casa” (Legge Regionale 16/2009), e al 31 dicembre 2022 quello relativo alla realizzazione dei vani sottotetto e interrati, dei quali poter effettuare il recupero urbanistico ai fini residenziali. Secondo il Ministero, queste proroghe sarebbero ingiustificate in quanto mirano a rendere permanenti misure derogatorie legate perlopiù a eventi eccezionali, come il terremoto per quanto riguarda il “piano casa”. Una scelta che va a incidere pesantemente sul rispetto degli standard urbanistici e su qualsiasi disciplina di programmazione adottata al livello comunale, e che, sempre a giudizio del Ministero, lede il principio dell’Art. 117 della Costituzione “per contrasto con il principio fondamentale della materia governo del territorio, in base al quale gli interventi di trasformazione edilizia e urbanistica sarebbero consentiti soltanto nel quadro della pianificazione urbanistica”.
Con l’Art. 6 la Regione ha scelto di tornare sui suoi passi per quanto concerne la proroga del “piano casa”, in compenso ha però confermato quelle relative a sottotetti e vani accessori anche interrati.
Mi auguro che nel corso di questa consiliatura, anche a seguito delle osservazioni del Governo – che ricordiamo essere dello stesso colore politico della giunta Marsilio – possano aumentare le occasioni di confronto su una materia così delicata come l’urbanistica, che riguarda da vicino la vita delle città e delle comunità, e che la Regione d’ora in poi possa cambiare registro, mettendo da parte “leggine”, emendamenti intrusi e discipline derogatorie che diventano permanenti.