Sulmona, 2 luglio- “Qualunque cosa accadrà, che vinca il Rassemblement national o il Nouveau front populaire, dalle urne uscirà una Francia debole, molto meno influente in Europa. E sarà un bel casino anche per l’Italia”. Così il leader di Azione Carlo Calenda a Repubblica. “Il risultato sarà comunque vada l’ingovernabilità”. In ogni caso “gli accordi di desistenza sono inevitabili e giusti perché Le Pen è il peggio che possa capitare: la sua visione prevede la disgregazione dell’Europa. E siccome l’Italia senza l’Europa o con un’Europa impotente, fiaccata dai veti, è tecnicamente fallita, lei per noi rappresenta un rischio mortale che supera qualunque altro rischio. La posizione di Meloni è assurda, non capisce che aiutando i sovranisti prepara la fossa dentro la quale butteranno il suo Paese”.
Alla domanda se non serva anche qui da noi un’alleanza delle forze alternative alla destra, Calenda risponde: “Non facciamo i provinciali, Francia e Italia sono realtà molto diverse, a iniziare dal sistema elettorale. E comunque non ha senso parlare oggi, qui, di fronte unitario: prima bisogna recuperare gli elettori che non ci votano più. Impieghiamo i prossimi tre anni in questa missione. Che però non ci riuscirà se all’estremismo di Meloni rispondiamo con gli ecocidi e le case occupate. Facciamo un fronte unitario, di cui dovrebbe farsi promotore il Pd, su alcuni temi precisi: scuola, sanità e salari. Avanzando una proposta unica, una sorta di agenda repubblicana”. “Noi di Azione – dice ancora – siamo distanti da M5S e Avs su molte cose, dall’Ucraina in giù, ma c’è un punto su cui siamo tutti d’accordo: i diritti sociali. Mettiamoci a lavorare insieme, dimostrando che sappiamo offrire delle soluzioni che chi governa invece non sa dare”.