-Ascesa e caduta dei Ferragnez-
Sulmona,11 luglio-Il tradimento resta fra gli affronti meno digeribili, dicasi anche nel caso di follower delusi dagli influencer, seppur idolatrati fino all’inverosimile.
Persone e prodotti dovrebbero avere percorsi ed esistenze ben distinte, non fosse altro perché le prime hanno un patrimonio genetico di tutto rispetto e i secondi sono figli di esigenze di mercato. Lo stato delle cose azzera questa teoria e afferma che al fallimento del prodotto corrisponde il fallimento delle persone. La reputazione di un individuo è legata, pertanto, al numero di like che ricevono i suoi post, i like si traducono in soldi, in visibilità, in contratti, se qualcosa non arriva…
…dovrà gestire la frustrazione della soddisfazione disattesa. L’insidia si traduce in un continuo gioco al rialzo dei contenuti da mostrare…
Selvaggia Lucarelli, in Il Vaso di Pandoro nella sua scrittura pungente, ironica, razionale e dettagliata è paragonabile ad una clavicembalista che, accompagna il lettore in questo mondo spesso destinatario di ammirazione immotivata, seppur concretamente sconosciuto ai più. La massa ignora, infatti, il tetro della struttura su cui questo universo si regge e l’effetto che innesca sulla psiche dei “messi a sistema”. La Lucarelli svela le carte di un gioco sempre più orientato al massacro e alla svendita dei sentimenti, della privacy e della dignità.
Piace essere apprezzati, se qualcosa si può mercificare ben venga e a chi osa sollevare qualche perplessità, basta appioppargli la “lettera scarlatta” di invidioso/a.
Fedez e Chiara Ferragni di notorietà ne hanno macinata e liquefatta tanta, tutto velocemente e tutto, sempre, sotto gli occhi di tutti. L’elemento più caratterizzante di queste accelerate ed impennate è sempre stato individuabile in quello che di può definire l’autodromo dell’ambiguità.
La linea la dettano i numeri e i numeri che permettono a TikTok di competere con Netflis, li determina il pubblico. Il pubblico non pagante, almeno apparentemente, ha fame di contenuti che gli facciano compagnia e con cui può paragonare la propria quotidianità. Perché non sfamarli, si saranno detti Fedez e Ferragni? Abbiamo figli da servire in tavola belli e pronti, mostriamoli anche mentre fanno la cacca o cose simili. L’abbocco c’è stato ed è stato consistente. L’offerta ha incontrato la domanda, permettendo ad una legge di mercato, vecchia quanto il mondo, di fare il proprio dovere. Dinamiche queste che possono sfuggire a chi pensa di ammirare una ricca famiglia che, nonostante il livello sociale raggiunto non smette di restare semplice e fa entrare il mondo intero in casa propria. Alla Ferragni e al suo entourage ogni minima flessione al ribasso dei numeri non è sfuggita, tant’è che, quando i conti non tornavano si sono sempre rifiutati di fornire gli insight (numeri che permettono di monitorare la risposta del pubblico) alle aziende con cui collaboravano. Di aziende pronte a collaborare non ne sono mai mancate, pochi, oggi possono dire, con vanto, di non aver contrattualizzato con i Ferragnez. Loro sono stati sempre “merce ambita” e pagata, ben pagata. Nulla si fa per caso o a gratis. Influencer come Fedez e Ferragni, nel tempo hanno conseguito super-poteri, sono divenuti prodotto e vetrina persino di prodotti altrui, tutto ciò che toccavano aumentava di quotazione in borsa, roba da veri prestigiatori. Certo che i risultati non sarebbero stati quelli noti se a disposizione non vi fosse stato un pubblico disposto ad abboccare a qualsiasi amo. Ognuno fa quello che gli altri gli permettono di fare!
L’uso smodato dei bambini in video foto e scenette create ad ok hanno mutato le innocenti creature in un vero e proprio marchio. Complicato capire quando bisogna fermarsi…
…Leone è già sufficientemente sovraesposto, darlo in pasto ai tifosi e alle pagine web sul calcio è un suicidio annunciato…ed è prevedibile che quella violenza possa riversarsi anche su un bambino che non è un bambino qualunque…
Quella che nella normalità sarebbe etichettata come ostentazione ai Ferragnez viene classificata come condivisione, loro non ostentano, loro amano rendere gli altri partecipi, un bel modo di “spacciare” la realtà.
Pochissime e libere menti sospettano che tanta ostentazione di ricchezza e sfarzi possa nuocere ai giovani, che convivono più con i social che con loro stessi. Tanto acume appartiene solo a Fedez che, ironia della sorte, ad un certo punto si interessa alla questione giovani-social.
La Lucarelli mediante certosine informazioni, tante, tutte figlie di indagini giornalistiche appassionate e appassionanti che, sovente si scontrano con muri di ipocrisia, di ignoranza o di finta ignoranza, mette in rilievo il “sistema malato” per cui nessuno osa sollevare un dubbio, un’incertezza, una legittima critica. Tutto fila liscio fra titoli di giornali, ospitate e contratti capogiro, alla faccia di chi da casa può solo ammirare perché incosciente o invidiare perché costretto quotidianamente ad incrociare sfarzo e vanto de Ferragnez ovunque, pur avendo piedi e testa nella realtà economica del proprio paese.
L’intoccabilità di Fedez e di Chiara ha ricevuto il battesimo passando per la beneficenza, il vittimismo e l’impegno civile, spesso con l’avallo delle sinistre. Tematiche dinnanzi alle quali bisognerebbe genuflettersi, confessarsi e fare penitenza. Quasi per tutti, queste le regole generali, eccetto che per loro! A loro è permesso, per l’esattezza è stato permesso, fatti salvi i diritti dei terzi. Diritti dei terzi che, grazie Selvaggia Lucarelli sono, per magia riemersi, ricordando che i terzi esistono, sono vivi e vegeti e non sono sempre disposti a subire fumo passivo!
Persino femminismo è capitalismo hanno trovato dialogo e affinità nelle esternazioni e nell’agire dei Ferragnez, per fortuna la Lucarelli in una narrazione veloce, chiara e efficace contrappone a tutto ciò il pensiero della scrittrice Andi Zeisler…
…il femminismo richiede la liberazione di tutte le donne, non solo di quelle che possono partecipare alle declinazioni consumistiche del femminismo…
Un agire di comodo, neppure troppo nascosto, che pochi hanno voluto indagare che, si arricchiva tramite il sistema che fingeva di combattere o da cui mettere in guardia i più sempliciotti. Battaglie ideologiche condotte per portare acqua ad un mulino che non ha mai macinato grano raccolto manualmente, ma ha sempre importato prodotti già confezionati. Persino il dolore e la malattia hanno avuto la prima serata, dire che si è deboli e fragili ha portato altri pesci nella rete, insomma una pesca a strascico irrispettosa delle regole di umana convivenza e coesistenza. La paura della morte mandata in onda a tutte le ore e a reti unificate, quasi al limite della tortura psicologica. Ma nessuno aveva da dire, per tutti gente ricca che fa beneficenza e lancia messaggi utili ai giovani e alla società…
…i soldi danno il potere di comprare tutto, il vittimismo quello di piacere a tutti…
Scuote appurare, dalla documentata narrazione, che il benefattore ricco è riuscito a guadagnare dalla beneficenza e che, ha persino spettacolarizzato povertà e carità.
Alla fine, però, l’ultima parola spetta al web che, come ti fa ti distrugge. Questo, purtroppo fotografa e, anche, di questo si deve ringraziare la penna indagatrice di Selvaggia Lucarelli, non solo la biografia scadente dei Ferragnez sotto più tratti, ma quella di una società che si svende e svende per un pugno di notorietà, mette a nudo una collettività sempre più conquistabile e sempre meno reattiva e libera, sempre più terra di nessuno e pertanto preda dei più sconsiderati. Perché, se è vero che, la Ferragni è precipitata tra Natale e Santo Stefano, per non perdere di vista la questione pandori, è altrettanto vero che a stretto girò il cuore e la mente del popolo sarà oggetto di nuove e più irresponsabili conquiste, che potrebbero arrivare con la calza della befana.
I Ferragnez e i loro simili, si stanno leccando le ferite e scenderanno di nuovo nell’arena, giustizia permettendo, ma ci sarà una ragione se, qualcuno con un po’ di sale in zucca, in tempi lontani professò: “chi è causa del suo mal pianga sé stesso”.
Se fra moglie e marito non bisogna mettere dito, fra influencer e followers la situazione non è molto differente, perché la colpa e le responsabilità risiedono nel mezzo ed hanno radice comune.
Se, la necessaria, pregevole, educante indagine e fatica letteraria della Lucarelli resta una semplice lettura e non diviene un Codice civile, morale e di condotta, da cui attingere ad ogni alba e con cui confrontarsi ad ogni tramonto, le canne al vento saranno sempre di più e gli uragani disposti a circuirle con un banale, ma malefico, like proverranno da sempre nuovi e spietati continenti.
Si diffidi di chi ostenta, ci si affidi e si imiti chi si corica stanco e si leva onesto e rispettoso dell’altrui libertà.
“Sentiti libera” è un diritto che dona il cordone ombelicale, non è una concessione che arriva da una passerella modaiola o canora.
Cesira Donatelli
Il VASO DI PANDORO di Selavaggia Lucarelli
Edito PaperFIRST