Sulmona, 5 agosto “Stiamo lavorando perché la mia risoluzione sul raddoppio ferroviario allarghi il suo perimetro e diventi un atto votabile da tutto il prossimo Consiglio regionale. Non è possibile lasciare a se stessa una popolazione che necessita di ascolto e di assistenza sulle procedure richieste dall’attuazione del progetto sul raddoppio ferroviario. La manifestazione di ieri a Manoppello (Pe) dimostra questo e chiede supporto insieme a un’ultima possibilità: ragionare sull’attuabilità di una variante che eliminerebbe gli impatti peggiori dell’opera. Dispiace non aver visto compatte tutte le istituzioni comunali su questo intento”, il commento è del consigliere regionale Pd Antonio Di Marco vicepresidente della Commissione Infrastrutture. “La politica può fare molto, in Abruzzo, a Roma e anche a Bruxelles – sottolinea Di Marco – . Non a caso abbiamo investito del problema anche gli eurodeputati Pina Picierno e Antonio Decaro, rispettivamente vicepresidente del Parlamento europeo e presidente della Commissione Ambiente.”
Stiamo organizzando una visita su quello che sarà il futuro cantiere del raddoppio ferroviario, vogliamo portarli qui perché, con il loro ruolo, possano aiutarci ad aprire una breccia positiva sulla delocalizzazione proposta dalla Variante Plus su un terreno dove non ci sono né case, né attività e dove i milioni di euro investiti in passato proprio per contenere i rischi ambientali sull’area intorno all’interporto, potranno essere produttivi e non cattedrali nel deserto. Dobbiamo ragionare su questo, prima che la mobilitazione legittima dei Comitati, sia Comferr che gli altri e quella dei cittadini si trasformi in altro. Dobbiamo evitare che contro l’opera si scatenino rabbia, odio e iniziative legali, affinché il cantiere non diventi una trincea in cui si consuma la contrapposizione fra territori e istituzioni. La Regione non può non rappresentare la comunità, deve scendere in campo e fare da garante, un ruolo che finora non abbiamo visto rappresentato in quello che è un fronte dove la gente e i Comuni sono stati lasciati soli a trovare la propria strada: chi a sostenere la possibilità di un progetto ancora realizzabile tramite la variante, chi a sostenere il cantiere per avere benefici in opere”.