L’Aquila, 23 agosto– In vista del Consiglio regionale si sta consumando una vera e propria “riffa” nella maggioranza di centrodestra, ancora una volta ai ferri corti non solo per il caso Quaglieri-Verrecchia, ma anche per i tanti finanziamenti a pioggia da attribuire con l’assestamento di bilancio del 27 agosto. Ma non mancherà la “rissa” sulla proposta di istituzionalizzare un’unità di missione per la sanità, perché fra alleati non c’è accordo e anche per il fatto che l’organismo finisce con l’essere un’imbarazzante ammissione di colpa, la dichiarazione palese del proprio fallimento nella gestione del comparto più sensibile e importante della Regione Abruzzo”, Così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci sullo stallo dei lavori consiliari.
“Ci prepariamo ad assistere a un’altra applicazione del metodo delle leggi mancia, stavolta con fondi a pioggia assegnati alle situazioni più disparate, preferibilmente vicine o amiche del Governo regionale o in base ad altri criteri che però nessuno conosce: come per i 300mila euro per il complesso monumentale “Aia dei Musei” di Avezzano, 350mila euro per una piscina a Lecce dei Marsi e 50mila euro per i lavori al cimitero di Secinaro, ad esempio, con gli altri consiglieri della maggioranza alle prese ulteriori emendamenti di finanziamento a pioggia e Marsilio nel mezzo.
Questo accade ancora una volta a danno degli abruzzesi, che a fronte di nessun investimento sulla qualità del servizio, come da mesi lamentano le parti sociali, si sono visti aumentare i costi dei trasporti, con rincari su biglietti e abbonamenti che vanno dal 30 per cento (una tratta) e fino a oltre il 40 (per cinque) e a danno di un’utenza fatta di lavoratori, anziani e studenti, che saranno gettati nel caos a settembre perché chi governa non è riuscito nemmeno a organizzare personale, corse e mezzi per la ripartenza dell’anno scolastico. Non solo, nonostante il pesantissimo deficit della sanità, per cui, pur avendo atteso la fine dell’estate per discuterne in Consiglio non conosciamo ancora i rimedi, si va allo sbaraglio, perché ad oggi mancano i piani di razionalizzazione che comunque prevedevano un disavanzo di ben oltre 100 milioni per il 2024, anche laddove fossero stati approvati.
Allo stato attuale il deficit è, dunque, potenzialmente molto più elevato di quello del 2023, nonostante un taglio dei servizi che cittadini e utenti stanno vivendo drammaticamente sulla loro pelle. La maggioranza finisce con lo spaccarsi poi sulla struttura di missione, ipotesi di delibera nata per governare liste di attesa e conti in rosso, oggi in stand by perché altro non è che la più palese e imbarazzante ammissione delle responsabilità da parte dell’esecutivo, oltre che un vero e proprio autocommissariamento dell’assessorato alla sanità e della struttura regionale promossa ormai a danno fatto. Questo se la delibera prenderà mai vita, anche se c’è da aspettarsi che qualche provvedimento misterioso esca dal cilindro di Marsilio, com’è accaduto con il deficit sanitario di 128 milioni, negato fino a prima del voto e materializzatosi subito dopo.
Di certo oltre ai debiti c’è il crollo delle prestazioni sanitarie, drammaticamente scese da 158.000 del 2018 a 137.000 nel 2023 (dato dell’Agenzia Regionale Sanità) con punte di oltre il 46 per cento all’ospedale di Ortona, del 44 e 35 per cento a Castel di Sangro e Atessa, del 30 a Lanciano, del 26 Vasto e del 21 a Tagliacozzo. Ancora una volta non avremo una soluzione, com’è non è accaduto per l’agricoltura, per le tante tematiche legate all’economia, all’occupazione e all’industria, rimaste non affrontate nonostante pure i fondi a disposizione, nonché per la crisi idrica, su cui Imprudente dice di aver stanziato 750 milioni in cinque anni, ma la Regione ha dato zero risposte, se Marsilio, pressato dalle proteste, è stato costretto a chiedere lo stato di emergenza perché nulla di concreto ha impedito gli enormi disagi vissuti da migliaia di famiglie su tutto il territorio.
Ci aspetta la solita propaganda con cui sperano di andare avanti altri cinque anni mettendo la polvere sotto il tappeto, cosa che una maggioranza che governa davvero non può più permettersi con tanti e tali problemi che affliggono famiglie e imprese”.