Sulmona, 5 settembre– Se e’ vero che il braccio destro di Matteo Messina Denaro, Leonardo Ciaccio, mafioso, omicida e tanto altro, mai pentito ne’ dissociato, svolgera’ presso il Museo di Santa Chiara attivita’ durante l’esecuzione della misura alternativa, grazie all’assenso e alla disponibilita’ manifestati dal Comune di Sulmona, siamo al paradosso.
Fermo restando il diritto di Ciaccio di ottenere il rispetto di quanto previsto dalla Costituzione, e’ altrettanto fermo il diritto del territorio molto fragile ad essere tutelato dal reale rischio delle infiltrazioni.
E’ per questo che durante la campagna elettorale invitammo il Presidente dell’Antimafia Nicola Morra, e’ per questo che fu sollevato il caso Avignone e la mafia dei pascoli anche da semplici cittadini.
Sempre per questo, per tutelare il territorio, nel giugno 2022 l’intero consiglio comunale firmo’ un ordine del giorno contro il rischio delle infiltrazioni contenente misure da attuare per prevenire i rischi legati al carcere di Via Lamaccio che ha al suo interno la piu’ alta percentuale d’Italia di detenuti in regime di alta sicurezza.
Il protocollo fu recepito dal sindaco che si impegno’ ad applicarlo ma in realta’ lo lasciò in uno dei cassetti del Palazzo.
Chiedo al sindaco: che fine ha fatto il protocollo dopo due anni?
Ma soprattutto: e’ vero che e’ stato proprio il Comune di Sulmona a dare la diponibilita’ a che il braccio destro di Matteo Messina Denaro potesse svolgere attivita’ nella nostra Citta’ e precisamente nei locali del Museo di Santa Chiara?
Non bastano le attività che acquistano usciti dal carcere? Perche’ se cosi’ fosse vuol dire che abbiamo peggiorato la situazione rispetto al passato: Guerino Avignone venne assunto da una cooperativa esterna che vinse poi l’appalto per il servizio di guardiania, mentre Leonardo Ciaccio e’ entrato in Città dalla porta principale apertagli dal sindaco Gianfranco Di Piero che si era invece impegnato, davanti alla Citta’ e al consiglio tutto, a contrastarli i rischi legati alle infiltrazioni della criminalita’ organizzata.
Data la gravita’ dei fatti esposti, considerato che lo stesso Procuratore Generale di L’Aquila ha impugnato il provvedimento che ha consentito a Ciaccio di ottenere la misura alternativa grazie alla possibilita’ di “lavorare” presso il Museo di Santa Chiara, ritengo che una risposta immediata del Sindaco a tutta la cittadinanza su come cio’ sia potuto accadere e con il consenso espresso da chi, sia urgente e doverosa.
Teresa Nannarone
(Consigliera comunale)