Un sogno invocato per anni attraverso battaglie ( vere) iniziative tenute a Sulmona per restituire un ruolo preciso alla città e al Centro Abruzzo e alla città. Nel luglio del 2023 ( oltre un anno fa) la Regione ha avviato questo processo che oggi non piace a troppi per l’esclusione di molti comuni del circondario e con la carenza di adeguate risorse finanziarie.
Sulmona, 9 settembre-La competente Commissione Comunale doveva esaminare ( ufficialmente però nessuno conosce le risultanze delle decisioni assunte) l’apposita delibera quale atto propedeutico alla sottoscrizione della convenzione con tredici Comuni del territorio che, come stabilito rientrano nell’Area Urbana Funzionale (AUF) di Sulmona così come stabilito dalla Regione. Il Comune di Sulmona, quindi, si sta muovendo con correttezza e puntualità sulla base di direttive obbligate.
Eppure gli osservatori piu’ attenti ritengono che questa iniziativa sia abbastanza estemporanea e che probabilmente la Regione anche in questa occasione, sui temi della programmazione regionale, continua a muoversi con ritardo e in maniera confusa.E poi diciamolo con franchezza questo metodo indebolisce ulterioremnte il nostro territorio
Già perché da diversi anni, soprattutto dal Centro Abruzzo, è stato invocato ripetutamente quale ricetta indispensabile per tornare a sperare per un rilancio del sistema economico, dell’occupazione, della lotta allo spopolamento,al miglioramento dei servizi, delle infrastrutture
Tutti erano convinti che la forza dei territori risiede ancora oggi sopratutto dalla lotta ai campanilismi e da una cooperazione solidale ,moderna ,sui problemi, priorità, giusti riequilibri.
Molti ricorderanno l’impegno portato avanti da anni con passione e impegno dal prof. Aldo Ronci che da buon sulmonese aveva intuito per primo l’urgenza di sollecitare un ridisegno del territorio abruzzese per restituire al Centro Abruzzo un ruolo da protagonista nella politica di programmazione regionale.
Su questo tema esiste uno studio coordinato dal Prof. Roberto Mascarucci(professore Ordinario presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “G. D’Annunzio”), che, in due volumi di 134 e di 161 pagine , prevede, sulla base dell’applicazione di un rigoroso metodo d’indagine, la suddivisione del territorio regionale in 7 Aree Urbane Funzionali che fanno riferimento alle Città di Pescara-Chieti, Teramo, L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto che, tra l’altro, sono gli stessi 7 Ambiti Funzionali Subregionali individuati nel 2000 nel QRR della Regione Abruzzo nel piano di riassetto del sistema territoriale.
La individuazione delle 7 Aree Urbane Funzionali è stata realizzata declinandole come sistemi territoriali gravitanti sulle città medie che ben rappresentano la struttura policentrica del territorio abruzzese
La ripartizione ottimale del territorio abruzzese è stata costruita analizzando in maniera completa ed esauriente tutte le realtà e le esigenze di uno sviluppo equilibrato ed armonico della Regione usando come strumenti di indagine : i sistemi insediativi, le reti di trasporto, l’ambiente, la struttura sanitaria, la densità abitativa, la demografia urbana, la struttura del sistema produttivo, la ricerca, l’innovazione, il sistema energetico, l’attrattività dei territori, il sistema turistico ricettivo, le filiere enogastronomiche, la popolazione straniera residente.
Lo studio, che suddivide il territorio abruzzese in 7 Aree Omogenee, come già detto, non è una novità ma ha il grandissimo merito di aver documentato in maniera convincente che la ripartizione ottimale del territorio abruzzese è proprio quella delle 7 Aree.
Lo scorso anno di questi tempi la Giunta regionale con proprio atto( n.410 del 10/7/ 2023) suddivide il territorio regionale in due aree: Aree SNAI; Aree funzionali urbane delimitate sulla base della mobilità giornaliera,
Le Aree SNAI sono composte da 138 comuni e sono state individuate sulla base della distanza dai Poli e si prefiggono soprattutto di sostenere i presidi di comunità nei territori interni, per la produzione di servizi eco sistemici, la manutenzione attiva del territorio e la salvaguardia delle risorse naturali e culturali.
Le Aree funzionali urbane sono composte da 121 comuni e sono state individuate sulla base della mobilità giornaliera.
È evidente che i due tipi di Aree (Aree Snai e Aree funzionali urbane) sono stati individuati sulla base di criteri ed obiettivi diversi tra di loro e, comunque diversi anche da quelli fissati dalla Regione stessa e dalla Commissione Europea.
Il caso dei comuni esclusi. Ci sono 46 comuni che, nel Programma Regionale FESR-FSE (2021-2027), sono stati esclusi.
Ad esempio nel Centro Abruzzo, composto da due ambiti, si trovano: nell’Alto Sangro (12 comuni) · 7 comuni ricompresi nelle Aree SNAI; ·
5 comuni esclusi che restano fuori da ogni possibilità di intervento: Castel di Sangro, Ateleta, Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo. Nel Territorio Peligno (24 comuni): 12 comuni ricompresi nelle Aree SNAI; 7 comuni ricompresi nelle Aree funzionali urbane (così come definite dalla Regione Abruzzo); 5 comuni esclusi che restano fuori da ogni possibilità di intervento: Pacentro, Cansano, Campo di Giove, Pettorano e Rocca Pia.
Clamoroso, a nostro parere, l’inserimento della Valle del Sagittario nell’Area Snai con l’Alto Sangro quando diversi di questi comuni sono sempre stati ,e restano, elementi essenziali del Centro Abruzzo alcuni dei quali sembrano quartieri periferici di Sulmona (Introdacqa,Bugnara,Anversa Cocullo ecc.).
Si ha l’impressione ( ma solo l’impressione) che chi ha predisposto gli atti tecnici e amministrativi della Regione non abbia mai messo piede da queste parti e comunque non sembra conoscere bene la realtà di questa parte di territorio.
Ed aveva ragione il prof Ronci che denunciava a suo tempo che la Regione contrariamente da quanto previsto dallo studio coordinato dal professor Roberto Mascarucci anziché considerare la regione come un’unica entità e suddividere tutto il territorio in aree urbane funzionali con un unico criterio ed un unico obiettivo, ha suddiviso la regione in tre aree (aree Snai, aree funzionali urbane e l’area dei 46 comuni esclusi) e per ognuna di esse ha fissato criteri e obiettivi diversi»,
Commentando poi l’entità delle risorse assegnate Ronci aveva subito evidenziato che Il Programma Regionale FESR-FSE (2021-2027) destina alla Priorità 5 che ha l’obiettivo di “Riequilibrare l’Abruzzo per un benessere diffuso” la somma di euro 81.381.715. Agli inizi degli anni duemila il Territorio Peligno è stato destinatario di 38 milioni di Fondi dei Patti Territoriali e di 12 milioni dei PIT per un totale di 50 milioni di euro che purtroppo non hanno fermato lo spopolamento.Se sono stati inefficaci 50 milioni per una popolazione che rappresenta 1/26 di quella regionale figurarsi quali esiti potranno avere 81 milioni per tutta la Regione.
E così i nostri rappresentanti della politica e delle Istituzioni che in questi lunghi mesi ( almeno da luglio 2023) si sono sforzati sempre di “ apparire” anche per le banalità inutili e mai “proporre” si sono accorti di qualcosa? Come si sono mossi per contrastare queste strategie? Questi sono i risultati e le preoccupazioni per il nostro territorio.