Home Prima Pagina  Aree interne per Di Marco (Pd) “La strategia attuale non funziona”

 Aree interne per Di Marco (Pd) “La strategia attuale non funziona”

Scritto da redazione

“gli ingressi sono pochi e non frenano lo spopolamento. Servono un confronto con i sindaci e maggiori servizi”

Antonio Di Marco ( a sx) durante i lavori del Comitato per la legislazione

Sulmona,12 ottobre- “La legge regionale 32 del 2021 non è riuscita né a vincere, ma nemmeno a frenare il fenomeno di spopolamento delle aree interne, questo è emerso chiaramente dalla riunione del Comitato per la legislazione del Consiglio regionale tenutasi ieri. Servono obiettivi più ampi ed efficaci per raggiungere lo scopo che la stessa legge, che individua incentivi a chi decide di trasferirsi nell’entroterra, si pone. Per questa ragione ho chiesto che alle prossime sedute partecipino anche alcuni sindaci dei territori interni dell’Abruzzo, in modo da poter calibrare meglio le proposte per migliorare la situazione e farlo in tempi brevi”, il commento del consigliere regionale Antonio Di Marco sulla Commissione incentrata su questo tema.

“Le 513 persone che grazie ai 2.500 euro annui di incentivi hanno scelto di venire a vivere in Abruzzo o spostarsi da una provincia all’altra, soprattutto nell’Aquilano, leggiamo dai report, sono poca cosa sia perché non frenano i numeri dello spopolamento, che sono oltre l’8,3 per cento della popolazione abruzzese (-14.300 circa) contro lo 0,47 per cento in entrata portato dalla legge 32 – spiega Di Marco –  e non sono rosee nemmeno le prospettive future, che vedono incrementi ulteriori dello spopolamento fino al 2027.

 Il problema è che una volta trasferiti, i neocittadini si ritrovano a dover combattere con problemi radicati, che li inducono a ripensare alla propria scelta ad esempio: accorpamenti scolastici penalizzanti per alcune realtà; mezzi pubblici non rispondenti alle esigenze di tempo e spostamento di ognuno per ragioni di lavoro, studio, svago; una sanità che non garantisce la dovuta copertura e talora si traduce in un vero e proprio rischio di vita, perché alcuni centri sono lontani decine di chilometri dei presìdi ospedalieri e perché la Regione ha praticamente smantellato le postazioni di emergenza urgenza che erano state pensate proprio per colmare le distanze e dare una risposta capillare di intervento alla comunità formata soprattutto da anziani.

 Per ripopolare servono altre cose: una strategia pensata e condivisa con tutti i soggetti capaci di poter dare supporto e soluzioni efficienti: incentivi non soltanto per le attività economiche, ma anche per i servizi, rette scolastiche, abbonamenti per il trasporto pubblico, l’apertura di servizi sanitari specialistici, ambulatori pediatrici, tutte comodità che ad oggi non ci sono e non sono state nemmeno ipotizzate da chi governa, nonostante le visite palmo a palmo fatte durante la campagna elettorale.

Non solo, un discorso serio e a parte meriterebbero poi politiche per la rigenerazione urbana e per l’innovazione tecnologica, su cui al momento non esiste nulla di propositivo.

Bisogna, dunque, mettere insieme le forze, costruire il progetto con i Comuni interessati in primis e coinvolgere forze capaci di suggerire strategie vincenti, bene l’Osservatorio per la Cultura, ma anche l’Anci e il mondo associazionistico del territorio vanno coinvolti in modo più diretto, nel merito”.

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2 Commentii

Salvatore Roselli 15 Ottobre 2024 - 17:11

Finalmente un consigliere regionale che avanza alcune riflessioni sensate. Vivere in un piccolo borgo è una scelta di vita profonda che si fa senza pochi spiccioli che poi quando sono esauriti ricomincia la fuga.Secondo me oltre alla vivibilità dell’ambiente che solamente in queste realtà straordinarie si può’ apprezzare è necessario che vengano assicurati servizi primari( a cominciare dalla Sanità, ma anche i trasporti,la scuole ecc.). In molti di questi centri non arrivano i collegamenti Internet. Come si fa a trattenere qualche forestiero senza un sistema efficiente e senza garantire alcuni servizi indispensabili? La Regione finora non lo ha spiegato

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Peppino 15 Ottobre 2024 - 17:15

Secondo me manca ancora una strategia della coesione territoriale da parte della Regione capace di esaltare priorità, rilanciare il ruolo dei piccoli comuni, operare scelte equilibrate e diffuse

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