Avezzano,21 dicembre- L’orsa Amarena, simbolo di convivenza pacifica tra uomo e animali selvatici, è stata brutalmente uccisa poco più di un anno fa. Nonostante fosse conosciuta per la sua docilità e l’assenza di comportamenti aggressivi, Amarena è stata uccisa a sangue freddo, lasciando orfani i suoi cuccioli.
Amarena era amata da tutti e spesso si avvicinava ai centri abitati senza rappresentare alcun pericolo, tanto da essere considerata una mascotte dell’Abruzzo. La sua uccisione è stata un atto crudele e ingiustificato, che ora porterà l’indagato, L.A., a rispondere davanti alla giustizia, per l’uccisione di un animale innocente.
Secondo gli artt. 544 bis, 61 n.1 c.p., l’imputato è accusato perché esplodendo un colpo di fucile caricato con munizionamento artigianale atto ad arrecare il maggiore danno possibile, ha volontariamente cagionato la morte dell’orsa. Delitto aggravato dall’avere agito con crudeltà correlata all’assenza di valida giustificazione, nonché alla presenza dei cuccioli non ancora autosufficienti con l’intento, dunque, anche all’eliminazione degli stessi in ragione delle loro condizioni di debolezza. Inoltre, secondo gli artt. 703, 62 n.2 c.p. la condotta dell’imputato è ulteriormente aggravata dal fatto che abbia esploso un colpo di fucile all’aperto, in un luogo accessibile a terzi e in direzione di luoghi pubblici ed abitati, creando pericolo per la pubblica incolumità.
L’udienza di avvio del procedimento è stata fissata per lunedì 23 dicembre alle ore 9:30 presso il Tribunale di Avezzano, in provincia de L’Aquila.
“Questo processo rappresenta una battaglia non solo per Amarena, ma per tutti gli animali selvatici vittime di violenze ingiustificate. Abbiamo organizzato, in concomitanza all’udienza, un sit-in di sensibilizzazione davanti al Tribunale affinché i diritti della fauna selvatica vengano tutelati” dichiarano le associazioni Animalisti Italiani, Appennino Ecosistema, Enpa, Oipa, Lav e WWF.
Le Associazioni Animaliste e Ambientaliste, insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo, alla Regione Abruzzo e al Comune di San Benedetto dei Marsi, dove è avvenuta l’uccisione del plantigrado, saranno presenti in aula come parte offesa, per garantire che la verità emerga e che chi ha commesso un simile reato paghi le conseguenze del suo gesto criminale.
“Auspichiamo che, considerata la condotta perpetrata ai danni di un innocente animale, appartenente a una specie selvatica protetta, l’imputato venga condannato per i reati contestati senza alcun beneficio processuale o probation giudiziale. L’autore deve rispondere pienamente delle sue azioni, che non hanno arrecato danno solo all’orsa Amarena, ma anche all’intera collettività, simbolicamente ferita da un gesto così crudele e ingiustificabile”, concludono le Associazioni Animaliste e Ambientaliste.