Sulmona, 29 gennaio- – “Non compete a noi entrare nella vicenda giudiziaria, quello spetta ai magistrati. Abbiamo però fior di elementi per affermare che ci sono evidenti responsabilità politiche del governo e della presidente del Consiglio. Per questo da giorni chiediamo a Giorgia Meloni di venire a riferire in Aula: deve spiegare al Paese perché hanno deciso di rimettere in libertà il capo della polizia giudiziaria libica, accusato di reati gravissimi dalla Corte penale internazionale”. Così, in una intervista a la Repubblica, Debora Serracchiani, deputata del Pd con delega alla Giustizia nella segretaria Schlein.
Il video con cui la premier annuncia di avere ricevuto un avviso di garanzia “non spiega nulla. Anzi, peggio, fornisce una versione di comodo – sottolinea -. Mi pare che come al solito siamo di fronte a una prima ministra a cui piace fare la vittima, abilissima nel raccontare mezze verità. E dire, soprattutto, falsità: non è vero che ha ricevuto un avviso di garanzia ma solo una comunicazione dovuta per legge. E non è nemmeno vero che non è ricattabile”. “Se è vero che nei giorni in cui Almasri è stato arrestato abbiamo avuto un picco di sbarchi dalla Libia, si può dedurre che siamo di fronte a una decisione politica orientata a scongiurare una massiccia ondata migratoria. Altroché se è ricattabile – prosegue Debora Serracchiani -. Stiamo parlando di una presidente del Consiglio che prometteva di inseguire scafisti e trafficanti di uomini in tutto il globo terraqueo: ne aveva uno in galera, il quale tra l’altro poteva anche spiegare come funzionano quelle tratte, consentire di intervenire, ma non solo è stato liberato, addirittura rimpatriato con un volo di Stato”. Alla domanda su “chi è il colpevole del pasticcio”, Serracchiani risponde: “Innanzitutto il ministro Nordio, che ha avuto due giorni per impedire la scarcerazione di Almasri e non ha fatto nulla. Non ha risposto a una prima richiesta della Procura generale e a una seconda della Corte d’Appello, che lo avevano sollecitato a esprimersi sull’arresto. Quindi non può dire di non essere stato informato, né di non essere stato messo nelle condizioni di agire nei confronti di una persona accusata di inaudite violenze. Ma la responsabilità più grossa è di Meloni: un ministro non prende una decisione del genere senza la copertura del capo del governo”.