Sulmona, 29 aprile– Dopo ben 45 giorni di lavoro il settore “Pianificazione e Gestione del Territorio” del Comune di Sulmona ha consegnato la relazione sulla centrale Metaenergia in costruzione nel Nucleo industriale. Come si ricorderà la Commissione ambiente aveva sospeso i propri lavori in attesa di avere tutte le necessarie informazioni sull’opera. Ci si aspettava di avere informazioni utili sulla regolarità o meno della procedura e sulle criticità dell’impianto…. Ma nulla di tutto ciò è emerso dal rapporto del settore di cui sopra. E’ proprio il caso di dire che la montagna ha partorito il classico topolino.Così in una nota i Comitati Cittadini per l’Ambiente ed Coordinamento No Hub del Gas
La relazione, infatti, ricostruendo i vari passaggi di subentro delle Società che si sono alternate dal 1992 ad oggi, è soltanto un asettico elenco di fatti e date, ma con alcune significative lacune che non aiutano a capire come sono andate le cose. Manca, ad esempio, ogni riferimento al comportamento del Comune: nella relazione non c’è nessuna traccia del fatto che l’Amministrazione comunale, benché invitata più volte alle Conferenze di Servizio indette sia dalla Provincia che dalla Regione, non si è mai presentata e non ha mai giustificato la propria assenza. La latitanza del Comune, si legge ancora nel documento degli ambientalisti, del quale continuano ad essere taciute le responsabilità, ha inficiato il procedimento autorizzativo non consentendo ad organi istituzionali, come la Asl, e ad espressioni della società civile, come i medici e le associazioni di cittadini, di formulare le proprie osservazioni al riguardo impedendo, così, il democratico coinvolgimento del pubblico per la tutela dei legittimi diritti ed interessi della nostra comunità.
Nella relazione, in merito alla tipologia dell’intervento, viene riportato che la Regione ha classificato la realizzazione della nuova centrale come “modifica non sostanziale” del vecchio impianto, che nel frattempo era stato quasi totalmente smantellato. La relazione, però, omette di citare un importante passaggio in cui l’Arta di L’Aquila, interessata al riguardo, aveva espresso il proprio parere tecnico dal quale risulta che “la modifica presentata, seppur configurandosi come modifica sostanziale ai sensi della D.G.R 917/11” , la sua “applicazione pedissequa appare in contrasto ai principi ed alle finalità de D.Lgs 152/06 (codice dell’ambiente, ndr) nella misura in cui ostacola l’applicazione delle BAT”. Pertanto l’Arta rimette alla Regione ogni valutazione. Sulla base di quali criteri, successivamente, la Regione ha stabilito che la sostituzione di un impianto, ormai vecchio ed obsoleto, con uno nuovo si configura come “modifica non sostanziale”? Dalla documentazione ciò non emerge. Per cui resta la domanda: la decisione adottata dalla Regione è legittima alla luce delle vigenti normative?
Un ulteriore punto sul quale il Comune deve necessariamente fare chiarezza è quello delle distanze di sicurezza della centrale. Essa è collocata a poche decine di metri da edifici commerciali frequentati quotidianamente da molte persone, ed è a ridosso degli impianti sportivi della ex Fiat, anch’essi frequentati da molti ragazzi. La presenza di un impianto pericoloso, che utilizza una sostanza esplosiva qual è il metano, è compatibile in quel contesto? In caso di incidente è assicurata l’incolumità pubblica? Le vigenti norme sulla sicurezza sono pienamente rispettate?
Oltre a questi aspetti, che non sono stati minimamente affrontati, resta il fatto che, per garantire il bilanciamento del flusso di energia nella rete, esistono altri sistemi più efficaci, economici e sostenibili sotto il profilo ambientale, come il pompaggio idroelettrico: pertanto, la motivazione che è a supporto della realizzazione della centrale della Metaenergia ne dimostra l’inutilità. Ma essa è anche dannosa,– come hanno ripetutamente sottolineato i medici del territorio – poiché simili impianti industriali non sono compatibili con le caratteristiche orografiche e meteo-climatiche della Valle Peligna. Questa seconda centrale, unitamente a quella della Snam, aumenterebbe in modo considerevole l’inquinamento dell’aria nella nostra valle, con conseguenti seri danni alla salute dei cittadini.
Si è perso fin troppo tempo, mentre i lavori vanno avanti speditamente. Auspichiamo che venga subito portata all’approvazione dell’Assise comunale la proposta di risoluzione del consigliere Maurizio Proietti affinché il Sindaco e la giunta municipale possano adottare, senza ulteriori indugi, i necessari provvedimenti per impedire che la città e l’intero comprensorio subiscano senza battere ciglio questo ennesimo sopruso.