Sulmona, 12 maggio– La letteratura di viaggio ci insegna che la vera ispirazione viene dai bassi fondi, dalle periferie metropolitane, dai cerchi più sordidi di un girone infernale chiamato sopravvivenza. Ne sapeva qualcosa il maestro Pierpaolo Pasolini che ha basato la sua linea narrativa sulle borgate romane, su un ciclo dei vinti Verghiano che racconta il vicolo cieco della vita, dei ragazzi di vita. Una miseria, quella Pasoliniana, ineluttabile e poeticamente tragica. Un po’ come ci insegna ancora oggi Eraldo Affinati nelle storie dei “suoi” ragazzi di vita, racconti che seguono le orme di Pasolini come figli di penna. Un esempio, una storia, tutta italiana, che pone le basi per un futuro consapevole delle origini, degli ultimi.
Tutta Italia ricorda il centenario dalla nascita dell’autore più versatile al mondo proiettando nei migliori cinema una rassegna dei suoi prodotti cinematografici, Pasolini 100.
Anche Sulmona, culla di cultura, non manca al richiamo intellettuale proseguendo il viaggio nel mondo cinematografico con il macroprogetto del Polo Scientifico-tecnologico E.Fermi “Frammenti Cinematografici”. L’iniziativa, ben avviata il 7 aprile 2022, sta riscuotendo un grande successo. Dopo il fervore conquistato con la rassegna dei 3 film d’essai dei prestigiosi maestri Fellini, Allen e Truffaut, la città di Ovidio ha assistito alla proiezione dei 4 film in rassegna in onore di Pierpaolo Pasolini.
Oggi si è concluso il magico itinerario nella Capitale di Pasolini con gli ultimi due titoli che hanno contribuito alla storia del nostro Paese. Alle ore 10.30 il Cinema Pacifico ha ospitato la proiezione di Mamma Roma (1962), capolavoro artistico, disegno perfettamente imperfetto di una realtà amara e materna, come quella delle borgate romane. Secondo film del regista-scrittore dopo Accattone, Mamma Roma, interpretata da Anna Magnani, è una prostituta romana che si impone di cambiare il proprio destino, soprattutto per il bene di suo figlio Ettore, ignaro della professione della madre. Una donna, Mamma Roma, di forte temperamento, di inesauribile forza e che porta avanti la sua vita in un ambiente di mercato e sottoproletariato romano. Solo il destino dei vinti la porterà nel buco nero dalla quale era fuggita e solo La splendida vista “der cupolone” riuscirà a farla desistere da cupi intenti. Mamma Roma: Tutti morti de fame! Ecco perché! Certo se c’avevano i mezzi, erano tutte persone per bene! È allora de chi è la colpa? De chi è la responsabilità?
Alle ore 18:30 è stata la volta de La Ricotta (1963) aspra denuncia della società dell’epoca. Un ritratto degli strati più soli ed emarginati della società. Il film, che rappresenta la Passione di Cristo e a seguito sequestrato per vilipendio alla religione di Stato che ne ha causato dei tagli, non ha allentato la presa sulla volontà di trasmettere messaggi sociali e politici come i “morti di fame”, descritti con la famosa immagine della “mangiata di ricotta” e degli stracci come vestiario. Fortissimi i richiami alla cultura personale del regista, basti pensare alle sequenze accelerate tipiche dei film muti con particolare riferimento al suo amato Chaplin. In questa opera anche la borghesia gioca un ruolo immaginifico attraverso indumenti rozzi e paradossalmente più volgari di quelli tipici del sottoproletariato. Il film è l’ultimo dei quattro episodi Ro.Go.Pa.G. Al suo interno si può notare quella che il regista “Marxista”, interpretato da Orson Welles chiama integrazione sociale in cui si contrappongono senza possibilità di sintesi “il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa”.
Il macro progetto voluto e portato avanti dal polo scolastico sulmonese è la vera essenza della conoscenza e della formazione umana della società futura. I ragazzi, oltre a seguire il programma sui banchi, meritano di toccare con mano la cultura che altrimenti si prefigurerebbe come una minestra insipida da mandare giù senza un contesto e senza domande. L’esperienza concreta del sapere rende l’uomo cosciente e consapevole del suo ruolo nel mondo. Questo è quello che Pasolini augurerebbe ai giovani nel 2022 “siate consapevoli, siate critici, aprite gli occhi e la mente”.
Chiara Del Signore