La lunga storia di una manifestazione che nel tempo non ha mai perso tutto il suo fascino ed il suo interesse
Sulmona,29 maggio In attesa della XXVI^ edizione della Giostra Cavalleresca di Sulmona, torneo equestre ormai famoso anche oltre i confini nazionali, il quale torna in città dopo due anni di pandemia nell’attesa e nell’emozione generali, il pensiero va a tutte le edizioni della Giostra Cavalleresca dell’era moderna sin qui avutesi, a quella antica la quale, in città, avveniva due volte l’anno, il venticinque marzo nell’Annunciazione di Maria ed il quindici agosto Assunzione di Maria. Sulmona per secoli ha avuto una posizione di prestigio nel Regno cui era insita, ed avrà eminenti privilegi.
La Giostra dell’era vetusta era caratterizzata per gli assalti alla lancia, ed esattamente nel numero di tre verso un mantenitore, il quale era una persona umana; il plateatico sin dall’inizio del torneo equestre è stato sempre Piazza Maggiore, oggi Piazza Garibaldi, detta anche della Piscaria, luogo nel quale si ha il mercato fra i più antichi al mondo. Giungevano da ogni località del Regno cavalieri con il sogno di aggiudicarsi la vittoria finale. Con il trascorrere della storia la Giostra di Sulmona, così come altri tornei equestri, inizia ad avere problemi e crisi; l’ultima Giostra Cavalleresca antica, viene vinta dal nobile Scipione Tabassi esponente della nobile genia Tabassi di Sulmona; siano nell’anno del Signore 1643. Sabato 15 agosto 1643 è il giorno dell’ultima sfida della Giostra antica in Piazza Maggiore.
Da quel momento la Giostra avrà un sonno lungo oltre tre secoli sino a raggiungere gli ultimi anni del XX secolo quando, grazie all’acume di alcuni cittadini Sulmonesi, motivati dalla passione e dallo studio delle ricerche negli Archivi di Stato la Giostra, nel 1995, torna in auge in chiave moderna. Molta l’emozione per la prima edizione; una sfida ed un traguardo che all’inizio, sembrano irraggiungibili e irrealizzabili, diventano realtà e prestigio cittadino. La Giostra Cavalleresca di Sulmona, con la sua storia millenaria, torna a svegliarsi dopo un sonno lungo oltre tre secoli. La Giostra Sulmonese nel corso degli anni avrà sempre più prestigio e notorietà la quale varcherà i confini nazionali; il suo corteo storico è annoverato fra i migliori d’Italia sia per la qualità degli abiti, realizzati con stoffe pregiate, sia per la compostezza dello schieramento, il quale è di encomiabile valore artistico e tecnico.
Sin dall’inizio le contrade che saranno protagoniste delle sfide di Piazza Maggiore della Giostra Cavalleresca dell’era moderna sono sette; i Sestieri diPorta Manaresca, Porta Filiamabili, Porta Japasseri, Porta Bonomini, ed i Borghi di San Panfilo, Pacentrano, Santa Maria della Tomba.Questi Sestieri e Borghi hanno un collegamento storico fondamentale non soltanto con la Giostra Cavalleresca, ma con la storia dell’Universitas della città di Sulmona. Si giunge alla costituzione promulgata da Re Ferdinando d’Aragona il 2 settembre 1472 con la quale si dispone che, la gestione di Sulmona, sia affidata ad un Consiglio e a un’Aggionta costituita da trentadue membri, esattamente sedici per parte quattro per ognuna delle sei porte della città le quali sono Salvatoris, Manaresca, Johannis Passarum, Sancti Panfili, Johannis bonorum hominum, Filiorum amabilis, due per ciascuno dei quattro Borghi i quali sono Sancti Panfili, Sancte Marie de Tomma, Magia Porci, Pacentrano, Sancte Agate. La condizione per poter essere eletti consta di pagare almeno un carlino di colta. La carica dura un anno; a fine mandato si presenta una lista di quaranta cittadini, sei per ogni porta ed uno per ogni Borgo, i quali procedono a nominare Consiglio e Aggionta per l’anno successivo.
Da ricordarsi anche che, nel corteo storico, vi è la Regina Giovanna d’Aragona, impersonata da un personaggio famoso la quale sposa Ferdinando IV d’Aragona il quale, come dono di nozze, donerà le città di Sulmona e Ortona. Lo stemma araldico della Regina Giovanna D’Aragona lo si può ammirare in una parete della chiesa di San Rocco in Piazza Garibaldi. La chiesa nella seconda metà del XV secolo è donata dalla Regina Giovanna d’Aragona. All’interno si possono ammirare dipinti di notevole pregio artistico. Nel corso della storia in tale chiesa Sulmonese si celebra la messa mattutina alla quale assiste il popolo del secolare mercato cittadino. La chiesa ha una struttura semplice a pianta quadrata in cui, su tre lati, si apre ampio arco centrale a tutto sesto. La facciata prospetta sulla piazza, presentando un coronamento ad andamento curvilineo, convesso al centro, con decorazioni laterali a forma di lanterna. Sul suo apice è collocato il piccolo campanile barocco a vela, con gli archetti a tutto sesto che contengono le campane. Il piccolo vano interno è a navata unica, con calotta circolare decorata col motivo dei cassettoni. La statua di San Rocco la si attribuisce alla scuola napoletana. Come tradizione secolare vuole i rintocchi del campanile dell’Annunziata, chiameranno in adunata il popolo dei Borghi e Sestieri, per un’ennesima storica, secolare, emozionante, imperitura sfida a singolar tenzone, nel campo di Piazza Maggiore.
Andrea Pantaleo