Una mostra a Montorio al Vomano, a L’Aquila tre opere dell’artista all’asta da Gliubich
L’AQUILA – Nonostante la guerra in Ucraina e le conseguenze economiche derivanti da due anni di pandemia, il mercato dell’arte è in piena salute. Lo dimostra la recente vendita all’asta di “Shot Sage Blue Marilyn”, opera del re della Pop Art Andy Warhol, l’iconico ritratto di Marilyn Monroe del 1964, realizzato due anni dopo la drammatica e per certi versi ancora misteriosa morte dell’attrice, avvenuta nell’agosto 1962 quando aveva 36 anni.
L’opera, di proprietà della Fondazione Thomas e Doris Ammann, battuta all’asta il 9 maggio scorso da Christie’s a New York per 170 milioni di dollari e acquistata con tasse e commissioni a 195 milioni dal mercante d’arte americano Larry Gagosian, ha superato di molto il record del prezzo pagato all’asta per un’opera d’artista americano che risaliva al 2017, per il dipinto “Untitled” del 1982 di Jean-Michel Basquiat, venduto a 110 milioni di dollari.
“Shot Sage Blue Marilyn” venne realizzata da Andy Warhol a partire da un ritratto pubblicitario della star e fa parte della serie The Shot Marilyns. Rappresenta in primo piano Marilyn Monroe con i capelli in giallo, ombretto azzurro e labbra rosso vivo. L’artista pop era affascinato da Hollywood e da Marilyn Monroe, in particolare, una leggenda del grande schermo considerata l’epitome del glamour hollywoodiano. Dopo la morte dell’attrice, Warhol iniziò a immortalarla nel suo lavoro. “Nell’agosto del ’62 ho iniziato a fare serigrafie… Era tutto così semplice, veloce e casuale. Ne ero entusiasta. I miei primi esperimenti con i retini sono stati i volti di Troy Donahue e Warren Beatty. Poi quanto è avvenuto quel mese con la morte di Marilyn Monroe mi ha fatto venire l’idea di fare degli screens del suo bel viso, le prime Marilyn”, dichiarò qualche tempo dopo l’artista.
Nel 1964 Warhol dipinse cinque ritratti di Marilyn, serigrafati con sfondi di diversi colori: rosso, arancione, azzurro, blu salvia e turchese e li conservò presso The Factory, il suo studio di New York, a Manhattan sulla East 47th Street. Creò i ritratti di Marilyn Monroe partendo da una foto pubblicitaria del 1953 per il suo film Niagara.
I dipinti hanno una storia davvero molto singolare. Dorothy Podber, artista performativa amica del fotografo Billy Name dello studio The Factory, vide i dipinti sovrapposti l’uno contro l’altro nell’atelier e chiese a Warhol se poteva “dargli un colpo”. Credendo che fosse sua intenzione fotografare i dipinti, Warholacconsentì. La Podber, invece, toltisi i guanti neri estrasse un piccolo revolver dalla borsa e sparò un colpo contro la pila di quattro dipinti, che divennero famosi come The Shot Marilyns. Le quattro opere raffiguranti l’attrice, trapassate dal proiettile, furono prontamente restaurate. Il quinto dipinto con lo sfondo turchese non era nella pila e sfuggì al danno.
Andy Warhol, come già accennato, dipinse cinque Marilyn con diversi sfondi: rosso, arancione, turchese, azzurro e blu salvia (quello messo di recente all’asta). Creava riproduzioni del suo viso più volte con colori vivaci, spesso con i lineamenti un po’ di traverso. Pur avendo iniziato a creare opere su Marilyn già dal 1962, solo due anni più tardi Warhol arrivò ad elaborare una tecnica di serigrafia più raffinata e dispendiosa in termini di tempo, antitetica alla produzione seriale per la quale era meglio conosciuto. Creò quindi un numero limitato di ritratti della leggendaria diva di Hollywood. Questa tecnica, infatti, comportava così tanto dispendio di tempo e difficoltà realizzative, insieme all’uso di pregiata carta Arches, che l’artista non la utilizzò mai più, rendendo ancora più unica l’opera che ne trasse. Il record di pezzi – oltre 250 stampe e dipinti originari di Warhol, posseduti da una singola galleria d’arte – appartiene alla famosa Revolver Gallery di Los Angeles, da sempre specializzata nella compravendita di opere del pioniere della Pop Art.
Se è vero che la Fondazione PescarAbruzzo aveva acceso i riflettori nell’Imago Museum, nuovo polo museale di Pescara dedicato all’arte contemporanea, quando l’anno scorso era andata in esposizione la mostra “AndyWarhol e Mario Schifano tra Pop Art e Classicismo”, in queste settimane due importanti eventi hanno portato Warhol di nuovo in Abruzzo: una Mostra che terminerà il 3 luglio e un’Asta che si batterà il 21 giugno prossimo.
A Montorio al Vomano, in provincia di Teramo, è stata infatti inaugurata il 14 maggio scorso la mostra “Andy Warhol… in the City… and more…”, organizzata dall’associazione culturale Artelive. Oltre novanta opere dell’ideatore della Pop Art, che appartengono alla collezione della New Factory Art, resteranno esposte nell’ex Convento degli Zoccolanti fino a domenica 3 luglio. Percorrendo le sale, è possibile ammirare tutto il percorso artistico di Warhol, con opere esposte ultimamente all’Hermitage di San Pietroburgo e che poi si potranno ammirare a Istanbul. Tra le opere esposte c’è “Flowers”, di estremo valore, opera unica su tela del 1964.
Ma veniamo ora a L’Aquila, città d’arte tra le più preziose del Belpaese, capoluogo d’Abruzzo, dove la Casa d’Aste di Gianluca Gliubich (www.gliubich.com) martedì 21 giugno, dalle 15.00, nella stupenda cornice di Palazzo Cipolloni Cannella sul Corso Vittorio Emanuele, esiterà ben tre opere di Andy Warhol. C’è davvero una grande attesa e un rilevante interesse per l’asta d’arte moderna e contemporanea che oltre alle tre opere del grande artista Pop vedrà proporre quelle di Severini, Manzoni, Schifano, Arman e tanti altri.
Queste nel dettaglio le opere di Warhol che saranno proposte dalla Casa d’Aste Gliubich il 21 giugno: il lotto 185, la cui stima è compresa tra 12 e 15 mila Euro, è una serigrafia a colori denominata “Ladies and Gentlemen”, risalente al 1975. L’opera fa parte della serie dei ritratti di drag queen realizzati da Warhol nella stagione artistica successiva a quella dei grandi ritratti iconici di Marilyn Monroe o Elvis Presley. I protagonisti della scena notturna dei night club newyorchesi si trasformano sotto la lente della Polaroid di Warhol in modelli di alcune delle opere più provocatorie e iconiche della storia dell’arte.
A seguire il lotto 186, “Poinsettias”, screenprint del 1983, valutata tra i 40 e i 60 mila Euro. La realizzazione di Poinsettias s’inserisce all’interno della produzione artistica dei primi anni ’80 di Andy Warhol. La scelta del tema è evocativa della predilezione dell’artista per soggetti iconici legati al consumismo e al mondo della cultura di massa americana. Non sorprende dunque che la Stella di Natale, intesa come simbolo della festività più dominata dal consumismo, abbia affascinato Andy Warhol.
Goffredo Palmerini
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