Torna ad infiammarsi il dibattito sul progetto di legge regionale, d’iniziativa dei consiglieri di maggioranza di centrodestra nell’Assemblea regionale abruzzese, volto a modificare lo stemma della Regione Abruzzo. Nelle ultime ore il sulmonese Fabio Valerio Maiorano che nelle settimane scorse aveva già criticato l’iniziativa spiegando nel dettaglio l’inopportunità della proposta ha deciso di inviare una lettera aperta al Presidente del Consiglio Regionale dell’Abruzzo e ai Consiglieri di maggioranza.Ecco perchè
Sulmona, 27 giugno– Ho già espresso la mia assoluta contrarietà – spiegandone le ragioni – al progetto di modifica dello stemma della Regione Abruzzo, che nella pratica si risolverebbe in una vera e propria manomissione: infatti, lo stemma in uso da quasi quattro decenni diventerebbe niente più che lo “sfondo”, o se si vuole la “base”, su cui sovrapporre l’effige grafica – o fotografica (sic) – del Guerriero di Capestrano.
Ora, però, pongo alla vostra attenzione un altro aspetto, un altro imprescindibile elemento di valutazione ugualmente degno di opportuna riflessione: lo stemma che la Regione ha adottato nell’estate del 1986 è un’opera autenticamente originale, un’opera d’arte frutto dell’ingegno di un professionista, la creazione dell’architetto Claudio D’Amico; avete voi, egregi Consiglieri regionali, il diritto di manometterla, di stravolgerla, di modificarne radicalmente l’essenza simbologica e comunicativa? E’ come se, egregi Consiglieri, vi arrogaste il diritto di “sfregiare” un quadro d’autore, magari acquistato con i fondi della Regione, inserendo sulla tela un qualsiasi “corpo estraneo”.
Con quest’atto, inoltre, finireste per creare anche un pericoloso precedente, ovvero sia la convinzione che lo stemma regionale si possa mutare a piacimento; in futuro, infatti, altri consiglieri si sentirebbero autorizzati e legittimati a modificare di nuovo lo stemma, magari smentendo la vostra stessa decisione.
I simboli sono tali proprio perché conservano nel tempo la loro originaria capacità simbologica e comunicativa; e lo stemma della Regione, che lo si voglia o no, è oramai un simbolo inalterabile, un unicum da tutelare e da tramandare nella sua integrità, un patrimonio che non deve mai essere assoggettato alle mode o alle scelte di questa o quella fazione politica.
Da abruzzese che ama la propria terra, mi auguro che il Consiglio Regionale voglia accantonare definitivamente il progetto di “snaturare” l’attuale stemma che, sebbene non esente da imprecisioni storico-araldiche, tuttavia è parte della nostra storia recente, ci appartiene e ci rappresenta.
Fabio Valerio Maiorano
Deputato abruzzese di storia patria