“Per me essere progressista vuol dire mettere al centro della politica la giustizia sociale, intesa come possibilità di crescita personale che tutti devono avere indipendentemente dal fatto di essere nati da una famiglia benestante o meno, dal fatto di essere nati maschi o femmine, dal fatto di esserenati al Nord, al Centro, al Sud, o con disabilità o meno. È l’articolo 3 della nostra Costituzione: dare una possibilità a tutti”. Lo sostiene oggi l’economista Carlo Cottarelli con un intervento su “la Repubblica”
Spiegando anche perché si candida alle prossime elezioni con +Europa e il Pd.”Essere progressista vuol anche dire essere solidali con chi è stato meno fortunato della vita, avere quindi una tassazione progressiva, non una flat tax (la cui progressività è minima). Vuol dire combattere l’evasione fiscale e non pensare sempre a che nome debba avere il prossimo condono fiscale mascherato, in modo che il peso delle tasse sia distribuito in modo più equo e non ricada solo su chi ora paga per gli altri” osseva. Essere progressista “vuol dire tutelare l’ambiente” e anche “avere uno stato che funziona bene, che non sia di peso per le imprese con la sua burocrazia”.
Per Cottarelli “l’Italia è a un bivio economico. Il Pnrr è stato portato avanti con energia dal governo Draghi. Questo, insieme a un uso oculato delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea e dalla Bce ha consentito una forte ripresa” osserva indicando che “c’è chi ha affossato prematuramente il governo Draghi e chi parla di
rinegoziare il Pnrr. E c’è chi si illude che la Bce debba continuare per sempre, anche in diverse condizioni di inflazione, a stampare euro come fosse il nostro bancomat. Gli spazi di bilancio andranno inevitabilmente a ridursi. Diventa allora fondamentale usare le più limitate risorse in modo oculato, dando priorità alla pubblica istruzione, alla sanità, agli investimenti pubblici” sottolinea