Ocre, 28 agosto– Nella Chiesa Madonna dei Raccomandati di Ocre, sita alle pendici del castello di Ocre, sul cammino di Celestino e in direzione dei monasteri di S. Spirito e di S. Angelo di Ocre, San Panfilo d’Ocre, si è tenuta la presentazione del 14° libro del “corpus celestiniano” a firma degli studiosi Stefania Di Carlo, docente di Storia della Chiesa Antica e Medievale dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Fides et Ratio” dell’Aquila e del latinista sulmontino, Prof. Ilio Di Iorio (scomparso nel 2017).
L’opera, Celestino V… l’umile servo della vigna del Signore… Il Testamento del cardinale celestino Tommaso da Ocre e la Vita di San Pietro Celestino V a firma dell’agostiniano Maffeo Vegio (edizioni Seripoint- Spazioarte), è uscita alla vigilia della visita di Sua Santità, Papa Francesco, per la Perdonanza 2022.
Il moderatore, Prof. Emilio Marcone, Dirigente Scolastico f.r. del Liceo classico di Atri ha evidenziato il 2005, quando il Dott. Marcello Sgattoni, ex Direttore Fondo di Abruzzesistica della Biblioteca Delfico di Teramoconsegnò, nel corso di un incontro nell’abbazia di S. Maria di Mejulano di Corropoli (TE) il Testamento di Tommaso da Ocre alla Prof.ssa Stefania Di Carlo.
Il Sindaco di Ocre, Avv. Gianmatteo Riocci ha sottolineato l’importanza di conoscere la storia in cui “ci si riconosce nonché le emergenze del territorio costituite dai monasteri di S. Angelo e di Santo Spirito e le chiese di tutte le ville d’Ocre poiché l’obbligo e il dovere di ogni amministratore è nel valorizzare il territorio”. “La pubblicazione su Tommaso da Ocre- ha detto – rientra in questo quadro”.
La Dott.ssa Gemma Di Iorio, figlia dello scomparso Ilio Di Iorio, ha ringraziato per quest’ennesimo lavoro che “l’altra figlia, l’intellettuale Stefania ha dato alle spalle sempre con le traduzioni di suo padre”. Ha ricordato in sintesi la vita intensa di Ilio Di Iorio dagli studi in lettere classiche, al Seminario comboniano, agli studi di teologia e filosofia, al ruolo di docente e poi di Preside; infine le sue conoscenze non solo delle lingue classiche (latino e greco), ma anche di inglese, francese e tedesco (quest’ultimo appreso durante la prigionia nel campo di concentramento in Germania.
S.E. Mons. Claudio Palumbo, Vescovo di Trivento, ha iniziato ricordando il suo maestro e direttore del Seminario, originario di Ocre, Padre Raimondo Corona che l’ha istradato nella ricerca e nel Seminario cui ha dedicato il libro su S. Giovanni da Capestrano, poi la condivisione di cattedra all’Issr dell’Aquila con Stefania Di Carlo. Ha, quindi, rimarcato l’importante tassello su Celestino V offerto dalla pubblicazione su Tommaso da Ocre e su Maffeo Vegio. Ha fatto notare quanto sia stata importante la figura della madre per Celestino come per altri santi; aspetto messo in evidenza da Vegio, unitamente a Segni scambiata per castel di Sangro. Ha detto: “Il santo Padre, Francesco ci sta educando a valorizzare la figura femminile”. Per giunta l’opera di Maffeo Vegio sembra rispondere all’interrogativo: “Un fervente umanista può rimanere buon cristiano?”. “Solo Cristo ha parole – ha detto – che possano soddisfare l’uomo”. Perciò si può parlare di “umanesimo cristiano”.
S.E. Mons. Orlando Antonini, Nunzio Apostolico, ha sottolineato di Celestino “la sensibilità artistica”. Ha ricordato il cardinale Jacopo Caetani Stefaneschi che nell’Opus metricum ha segnalato l’esistenza di una “splendida chiesa a Sulmona, lui che era abituato alle chiese romane!”. Poi ha analizzato “gli affreschi a Sant’Onofrio del pittore Gentile da Rocca (morice), lo stesso che è autore di lavori a S. Maria ad Cryptas di Fossa, a Ronzano e a Pescosansonesco, dell’ambiente ipogeo nella basilica di Collemaggio”. Una parte del suo intervento è stata incentrata sulla visita di Papa Francesco “invitato” dal cardinale Petrocchi a aprire la Porta Santa.
La Prof.ssa Stefania Di Carlo, docente Storia della Chiesa Antica e Medievale “Fides et Ratio” dell’Aquila, ha concluso evidenziando del cardinale Tommaso da Ocre la statura intellettuale, la ricchezza in provisini, fiorini, oggetti d’argenteria e ornamenti religiosi, la capacità manageriale per cui fu ben accetto agli Angioini che lo esentarono da tasse, i rapporti con Celestino che lo nominò nel Concistoro del 1294 e di cui officiò la messa funebre a Fumone, il ruolo di Camerlengo sotto Papa Bonifacio VIII. Il Testamento è stato anche in parte riassunto anche dal Prof. Giancaterino in un breve intervento finale. Sulla Vita di Maffeo Vegio la Prof.ssa Di Carlo ha sottolineato i natali di Celestino in Marruvium; ciò dettato dalla corruzione del termine e dalla disinformazione di Vegio che non considerò il Morrone come monte, ma che conosceva i Morroni di S. Benedetto dei Marsi e il papa del luogo Bonifacio IV. Infine, sono stati segnalati tutti i luoghi celestini marsicani: Celano, Aielli, Trasacco.
All’evento, cui hanno partecipato moltissime persone e non solo dell’Aquilano ma anche di Bussi, Rieti, Sulmona, Avezzano, erano presenti la Dott.ssa Marta Vittorini, Direttrice Archivio di Stato dell’Aquila, la Dott.ssa Giuseppina Rigatuso, Soprintendente Archivistica e Bibliografica Abruzzo e Molise, il Dott. Marino Di Domenico, Presidente Consiglio Comunale di Tortoreto.